Auditorium e centro congressi Kursaal  

Località San Sebastián, Spagna
Progettista José Rafael Moneo
Progettazione 1990
Realizzazione 1999
Design sedute auditorium José Rafael Moneo per Casas Design auditorium seats
Superficie 5.000 m2 circa
Volume 114.048 m3
Costo globale Lit. 120 miliardi circa
 
Un doppio ossimoro (l'unitarietà frammentata e la trasparenza opaca) descrive la specificità di questo progetto ormai realizzato che, come disse Rafael Moneo all'atto del suo concepimento, non appartiene più né alla città, né al regesto personale dell'architetto.
Esso è già, infatti, parte integrante del paesaggio1; di un paesaggio particolarmente suggestivo (due promontori, il mare, un fiume) che si contrappone, non si integra, con il tessuto urbano.
Il luogo dove il complesso sorge è una lingua di sabbia dove un tempo si trovava un casinò costruito nel 1922 e demolito nel 1965. Qui, da un basamento rivestito in calcestruzzo e ardesia, palese rivisitazione architettonica di una scogliera, emergono due blocchi dai prospetti inclinati, e inquadrano, tra di loro, la baia, enormi cristalli traslucidi arenati sulla sabbia, che lasciano intravedere il mare fra le maglie della città.
Separato dal resto del tessuto urbano, il nuovo Kursaal accetta in maniera non passiva il destino che secondo l'architetto spagnolo caratterizza ogni costruzione: 'L'edificio si erge isolato, in totale solitudine' solo per sempre, padrone di sé'2.
Questo isolamento non segna infatti una cesura. Non costruisce un mondo a parte. Il complesso non pretende di trasformare in architettura la specificità del sito dove sorge, tenta invece di divenire parte di esso: 'Insieme, questi edifici, si propongono come un incidente geografico nel territorio della città. Indicano un nuovo set di coordinate spaziali nel quale il fiume e la spiaggia giocano un ruolo fondamentale'3.
Interessante è l'uso dei materiali, elemento fondante del progetto: 'Molti hanno guardato a Kahn per le sue geometrie, io sono stato attratto piuttosto dal modo inventivo in cui usava i materiali''3.
Il paradosso che il Kursaal invera sta infatti nel concretizzarsi di un contrasto, materico e architettonico. Pur essendo rivestiti in vetro, i cubi del Kursaal mettono in scena uno spazio introverso, chiuso, monolitico, idealmente ipogeo, o come dichiara lo stesso Moneo 'ipotalattico': 'Quel che ho voluto offrire è stata una esperienza diversa dalle solite, che avesse a che fare con l'umidità, con l'acqua, con la sensazione di immergersi sotto il mare'3. La loro è insomma una 'trasparenza opaca': 'Il mio Kursaal non ha niente a che vedere con la maniera miesiana di stabilire una continuità fra interno ed esterno. Semmai ha a che fare con la volontà di stimolare la consapevolezza della differenza'3.
Il basamento con gli intarsi irregolari, scheggiati, di ardesia di Segovia annegati nel calcestruzzo, ispirato alle sculture di Richard Long, diventa una sorta di spazio di confine fra la città e le rocce messe a protezione della spiaggia dal mare e scolpisce il secondo ossimoro, quello architettonico: 'volevo creare un insieme di volumi compatto e frammentato'3, qualcosa che dichiarasse espressamente l'intenzione di comprimere all'interno della massa quanto più spazio possibile3. Dalla piastra emergono infatti due prismi irregolari. Il primo di 60x48x27 metri, ospita l'auditorium, con 1828 posti a sedere. Il secondo di 42x32x20 metri ospita la sala per congressi e concerti da camera. I due grandi corpi, a base rettangolare, sono inclinati secondo la direzione dell'asse longitudinale, mantengono quindi verticali le due facciate maggiori, mentre le altre due, costruite sui lati minori, sono entrambe inclinate. L'involucro perimetrale dei due edifici emergenti è costituito da due pareti vetrate, distanziate di oltre due metri, a formare una intercapedine percorribile per la manutenzione che garantisce anche il necessario isolamento. Le due pareti sono sostenute da una struttura in acciaio costituita da pilastri a traliccio, con maglia rettangolare, formati da montanti verticali doppi e trasversi orizzontali di collegamento, scatolari a sezione quadrata o romboidale di 50 cm di lato. I pilastri sorreggono travi reticolari di grande luce (32 e 48 m) a supporto delle coperture. Tutte le strutture metalliche sono protette da vernice ignifuga.
Le pareti vetrate sono formate da una serie di 'doghe' orizzontali lunghe 2.5 m e alte 0.60, piane all'interno e ricurve all'esterno, chiuse da telai in alluminio verniciato. Le doghe delle superfici interne sono in vetro sabbiato di 6 mm di spessore; quelle all'esterno, ricurve, danno ai prospetti l'immagine di una parete 'corrugata' orizzontalmente e sono formate da: uno strato di vetro 'Flutex' spesso 4-5 mm, uno di sicurezza in polivinilbutirrale ed uno di vetro low iron spesso 19 mm, ad alta trasparenza.
All'esterno due grandi involucri rettangolari (lunghezza e larghezza con rapporto 1 a 2 per ragioni acustiche) contengono le sale, indipendenti strutturalmente e geometricamente. Scatole di cemento dentro scatole di vetro.
Quella maggiore, slittata rispetto all'asse centrale, quasi galleggia, nascosta alla vista da fuori, nello spazio interno.
Il cemento armato, adottato per la struttura portante delle sale, con le sue caratteristiche proprietà di modellazione plastica, connota lo spazio; solette inclinate, poggiate su travi trasversali definiscono le platee. Nella sala più grande una soletta nervata, sostenuta da tiranti in acciaio, costruisce la galleria. Entrambe le sale sono rivestite in legno. La soluzione adottata per i pannelli di vetro del prospetto, rende dinamico l'esterno e fa sì che la luce naturale filtri dentro soffusa, acquosa, neutra. Allo stesso modo in cui la luce artificiale trasforma di notte i volumi del complesso in oggetti luminosi ma opachi, quasi opalescenti.
La sfasatura fra i volumi esterni e quelli interni crea degli interessanti spazi residuali. La asimmetria fa sì che il visitatore sia naturalmente portato a 'perdersi', a smarrire il senso dell'orientamento, e a risalire il percorso verso l'alto, verso i foyer, dove due grandi finestre squarciano l'opacità del rivestimento e permettono di vedere il monte Urgull, il monte Ullia e il mare.
Le scale che conducono alle sale, ricavate in questi spazi interstiziali, sono volutamente 'barocche, maestose, quasi a celebrare il ruolo degli spettatori, attori di un evento sociale'3.
Tutte le altre funzioni: spazi espositivi, caffetteria, portineria, guardaroba, sala per banchetti e ricevimenti, spazi pluriuso, sono ospitate nella piastra basamentale.
 
Testo di Maria Argenti
Estratto da Materia n. 34

Informazioni
Fondazioni Moyúa, Murias
Lavori edili Dragados, Altuna y Uría
Strutture metalliche Dragados, Altuna y Uría
Impianti elettrici Elektra
Piano della sicurezza Grupo Elektra - Ondoan - Imave
Progetto illuminazione e acustica Inconor Consulting Engineers
Lavori in pietra Marmoles Ureche
Curtain wall e vetri Umaran
Ascensori Cenia
Impianti tecnici Grupo J.G., Inconor
Opere in muratura Iñurre
Attrezzature teatrali Chemtrol, Theater Division
Carpenteria in legno Carpintería Blasco, Carpintería Elorza
Macchinari teatrali Chemetrol
Interni Montte, Akaba-Kefren-B2Z
Attrezzature teatrali Chemtrol, Theater Division
Serramenti metallici Umaran
Pannelli prefabbricati in c. a. Zueco
Pannelli prefabbricati in c.a. con inserti in ardesia Pizarrerias Bernardos
Pannelli sandwich di copertura Robertson
Lastre in c.a. di copertura Mosaicos Solana
Serramenti metallici Umaran
Pavimenti lapidei (calcare) Ureche
Pavimenti in legno di quercia Carpinteria Elorza
Superfici murarie in cedro e intonaco Carpinteria Blasco

Vedi i dettagli tecnologici e costruttivi della facciata
Vedi i dettagli tecnologici e costruttivi della struttura

Prospetto sud Sezione longitudinale Pianta piano terra Planivolumetrico Vista interna
Vista notturna Dettaglio del sistema di ancoraggio degli elementi in vetro Vista dalla spiaggia Vista aerea