approfondimento – Scomparso a Roma uno dei protagonisti dell'architettura italiana.

"Un'architettura nuova è necessaria sola là dove altri strumenti - il restauro scientifico, il ripristino filologico o il recupero edilizio - non hanno senso operativo e tanto meno solutivo. Il modo che ho seguito è stato sempre quello di far del nuovo intervento occasione di restauro e di recupero delle parti storiche preesistenti, in modo che il progetto nel suo insieme fosse effettivamente completamento del luogo urbano..."

Carlo Aymonino, protagonista dell'architettura italiana, si è spento il 4 luglio 2010 il a Roma, a 84 anni. Il suo tocco da urbanista attento alla complessità sociale e architettonica lo ha portato a confrontarsi con diverse realtà urbane del nostro paese: il quartiere Spine Bianche a Matera (1954-1957), il quartiere Tiburtino a Roma (1950-1954, con Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi), il complesso Monte Amiata al Gallaratese (Milano 1967-1972, con il fratello Maurizio, Alessandro De Rossi, Sachim Messarè), il complesso residenziale Tor Sapienza a Roma (1981-1982), il progetto delle piazze del centro di Terni (1985).

Professore alle Facoltà di Architettura di Palermo, di Venezia, di Roma, Aymonino è stato rettore dello IUAV a Venezia (1974-1979) e assessore agli Interventi sul Centro Storico del comune di Roma (1981-1985). Nella capitale – dove è nato e dove si è laureato nel 1950, allievo di Quaroni –  ha lasciato il suo segno anche con la copertura del Giardino Romano dei Musei Capitolini, inaugurata nel 2005 dall'allora sindaco Walter Veltroni e pensata per proteggere la statua di Marco Aurelio e altri grandi bronzi di epoca romana.

Tributo speciale in memoria anche dal MAXXI, che esporrà una serie di disegni dell'architetto presenti nella collezione permanente del museo.