energia24 – Le analisi termografiche condotte dall'associazione rilevano scarse prestazioni energetiche anche in edifici recenti.

Molti degli edifici dove viviamo e lavoriamo sono costruiti senza un adeguato isolamento termico e sono responsabili di una grossa fetta dei consumi energetici italiani e delle emissioni di gas serra. L'allarme arriva dal rapporto "Tutti in Classe A" realizzato dall'associazione ambientalista Legambiente, basato sull'analisi di 200 immobili in 21 città d'Italia. Il tema risulta di particolare interesse, considerato che tra il 2000 e il 2010 i consumi legati all'edilizia sono quelli maggiormente cresciuti in Italia e attualmente rappresentano nel complesso circa il 53% del nostro fabbisogno elettrico e il 35% di quello energetico.
 
L'Unione europea ha già da tempo preso a cuore questo problema, tanto che la direttiva europea 2002/91 ha introdotto precisi obiettivi in termini di rendimento energetico e l'obbligo della certificazione degli edifici nuovi (con le diverse classi di appartenenza, dalla A alla G) e nelle compravendite di quelle esistenti. Poi Bruxelles si è spinta oltre, con la direttiva 31/2010, che prevede date precise per una transizione radicale. Dal 1° gennaio 2021 tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, dovranno essere "neutrali" da un punto di vista energetico, ossia garantire prestazioni di rendimento dell'involucro tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento oppure in grado di soddisfarli attraverso le fonti rinnovabili. Tuttavia secondo Legambiente, il vero campo d'intervento, se si vuole ripensare alla qualità dell'abitare e dei consumi energetici del patrimonio edilizio italiano, è rappresentato dagli edifici costruiti nel secondo dopoguerra. Si può stimare, infatti, che tre quarti degli immobili nel nostro Paese siano stati costruiti tra il 1946 e il 1991, mentre la percentuale di abitazioni in condizioni pessime o mediocri si aggira intorno al 30%.

Per verificare le reali condizioni del patrimonio edilizio nazionale lo studio dell'associazione ecologista si è basato sulle analisi termografiche, ossia una sorta di radiografia a colori che consente di capire come sono costruiti gli stabili sotto il profilo dell'isolamento termico, e quindi di svelarne la qualità o meno dal punto di vista delle prestazioni energetiche. In particolare sono state 89 le analisi termografiche effettuate su edifici a uso residenziale e direzionale, costruiti fra gli anni 50 e i primi anni 90, che mostrano difetti di dispersione energetica prevedibili: in questi anni, sottolinea Legambiente, gli immobili erano costruiti spesso di fretta, con materiali scadenti e poca attenzione al risparmio energetico.
 
Sono però stati analizzati anche 91 edifici realizzati dopo il 2000, ossia dopo che le direttive europee avevano già chiarito tutti i riferimenti in materia di risparmio energetico e isolamento. Su quasi tutti questi immobili - dal Villaggio Olimpico di Torino, alla Giudecca a Venezia fino alla periferia di Bari, dal complesso Porta Nuova di Pescara o al quartiere Bufalotta a Roma, per esempio - le criticità sono evidenti: lo studio ravvisa problemi di elementi disperdenti, con distribuzione delle temperature superficiali estremamente eterogenea. Anche, spesso, per edifici che si promuovono come "biocase" o a basso consumo energetico. La conseguenza è che si hanno temperature più elevate del dovuto d'estate e più fredde d'inverno, con disagio e bollette più care. Legambiente riscontra una scarsa attenzione al risparmio energetico persino in edifici progettati da architetti di fama internazionale e costruiti negli ultimi dieci anni, come mostrano le termografie realizzate su edifici costruiti a Milano e Alessandria da architetti del calibro di Fuksas, Krier e Gregotti. Le case in via Leoni a Milano, nel quartiere Pista di Alessandria e Bicocca di Milano, all'analisi a infrarossi presentano infatti risultati simili a quelli di altri immobili di firme meno prestigiose, con difetti nelle superfici perimetrali ed elementi disperdenti nelle strutture portanti.

Al contrario, le termografie di edifici ben progettati e costruiti, certificati in Classe A, come il Kondominium Rosenbach a Bolzano, gli immobili in via cittadella a Firenze, in via Lumignacco a Udine o in località Fontana a Perugia, evidenziano come sia possibile contenere la dispersione di calore e assicurare consumi energetici ridotti, d'estate come d'inverno. I fortunati abitanti di questi edifici arrivano a pagare fino a 2 mila euro in meno all'anno di spesa energetica rispetto a chi abita in una casa di Classe G.

«Vogliamo incalzare Governo, Regioni e Comuni affinché accompagnino con regole chiare e controlli la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio - ha spiegato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente -. Dopo i ritardi e gli ostacoli posti nei confronti della certificazione degli stabili ora si deve cambiare passo. Occorrono controlli veri e indipendenti sugli edifici, e si devono aumentare progressivamente le prestazioni energetiche e il contributo delle fonti rinnovabili, perché è possibile ridurre fino ad azzerare i consumi delle case in cui viviamo. Scegliere questa strada è la migliore risposta alla crisi economica e per rilanciare il settore delle costruzioni, e una battaglia nell'interesse dei cittadini che hanno il diritto di abitare in case a bollette zero».

Per raccogliere questa sfida e combattere i mali di cui soffre il settore edilizio italiano, Legambiente chiede all'Esecutivo di percorrere una chiara strada di innovazione. In primo luogo introducendo regole omogenee in tutta Italia per la certificazione e, soprattutto, controlli sugli edifici e sanzioni per chi non rispetta le regole. Richiesta anche l'adozione - per i nuovi immobili e per le ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione - lo standard minimo obbligatorio di Classe A. Infine, l'associazione propone il riconoscimento di un premio a chi nelle ristrutturazioni edilizie migliora la propria classe energetica di appartenenza (per esempio per chi passa dalla E alla C o alla B, per chi raggiunge la A).