post fiera – La 46a edizione di Marmomacc ha chiuso con un +8% di presenze estere da oltre 130 Paesi tra cui: Paesi Arabi, India, Cina, Iran, USA, Francia e Germania.

La rassegna supera le 56 mila presenze (in aumento sul 2010) delle quali più del 50% provenienti da oltre 130 Paesi. Cresce anche il numero delle Nazioni espositrici. Soddisfazione tra gli imprenditori dei diversi comparti nei quali si articola il settore e in alcuni ambiti aumenta la richiesta di dazi per favorire la concorrenza leale e tutelare la produzione europea.

«Un risultato importante, soprattutto in un momento di grande difficoltà dell'economia europea e internazionale, che testimonia come le fiere siano uno dei pochi motori esistenti a servizio dell'economia reale -  sottolinea il presidente di Veronafiere, Ettore Riello, che è anche al vertice di Aefi, l'associazione che rappresenta le fiere italiane -.  Le rassegne a carattere internazionale sono una piattaforma straordinaria per le nostre imprese, per questo è necessaria una maggiore collaborazione ed alleanza con tutte le istituzioni per dare una opportunità in più a questo settore. Con Marmomacc abbiamo portato in quattro giorni operatori da oltre 130 Paesi, con un incremento degli esteri dell'8% sul 2010 nonostante la crisi, ed espositori da 60 nazioni, 20 collettive estere e 30 delegazioni commerciali: questo è fare politica industriale».

Veronafiere spinge sull'acceleratore e in collaborazione con Confindustria Marmomacchine e Centro Servizi Marmo - Distretto del Veneto, a ottobre porta le aziende del sistema made in Italy in Arabia Saudita per l'area geo economica del Golfo e a gennaio 2012 negli USA per il mercato del Nafta.

«L'attività di internazionalizzazione rivolta sia all'incoming di operatori che all'outgoing del sistema imprese attraverso le iniziative promosse dalla Fiera di Verona con i suoi brand più rappresentativi  - dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - risulta spesso l'unico momento di promozione sui mercati esteri per molte aziende. Per tale ragione, accanto a iniziative come il Saudi Stone Tech  a Ryadh il prossimo ottobre e la partnership con la più grande manifestazione americana  del settore che ha portato alla creazione della rassegna Stone Expo Marmomacc Americas di Las Vegas, in programma nel gennaio del 2012, stiamo già lavorando per creare nuove opportunità di business anche in altri paesi in Europa, nella Pensiola Arabica e nell'area Bric entro il 2014.»

«Marmomacc chiude sicuramente in positivo e si conferma appuntamento imprescindibile per tutti gli operatori internazionali. Bilancio positivo per la fiera e opportunità di rilancio anche per le aziende italiane, utilizzando tutte le leve di competitività del "made in Italy" senza trascurare la possibilità di lavorare sul tema dazi, sui quali su proposta di Confindustria Marmomacchine si è già aperto un gruppo di lavoro in ambito Euroroc proprio durante le giornate di Marmomacc»,  evidenzia Flavio Marabelli, Presidente Onorario di Confindustria Marmomacchine.

In generale i commenti di espositori e visitatori hanno confermato come il settore viva una fase in chiaroscuro, con mercati in forte crescita (Cina, India, Brasile e Turchia per ricordarne alcuni) ed altri ancora statici. Generale la tendenza a ricercare prodotti di qualità siano essi lavorati che macchinari. Dalle aziende italiane ma anche europee sale invece un appello al mondo politico a ragionare sul problema dei dazi che distorce pesantemente il mercato: dazi che l'Europa non applica ai prodotti stranieri ma che molti altri Paesi produttori prevedono e con aliquote anche pesanti, a difesa dei loro prodotti. Non è una questione di protezionismo, ma di parità di condizioni. Ma complessivamente il clima respirato nei padiglioni è buono.

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