Spazio sacro

L'architettura attuale sembra pervasa da un rinnovato interesse per la dimensione comunicativa e la significazione degli spazi e degli edifici, esemplificato dalla diffusione di studi riguardanti gli aspetti semantici e simbolici. L'architettura non solo le cattedrali gotiche, ha sempre posseduto un notevolissimo contenuto simbolico, ma l'architettura non è soltanto simbolo, è anche linguaggio; è un linguaggio vero e proprio e come tale possiede propri segni e li dispone secondo proprie regole, proprie leggi.
Il tempio è l'edificio che più di ogni altro possiede le caratteristiche connotative dell'architettura quale monumento, come opera che trascende se stessa e la propria natura, per divenire simbolo in cui il significante, ovvero il suo aspetto esteriore, si identifica con il significato, ovvero con ciò che rappresenta.
L'approccio al sacro come ricerca interna all'architettura, con tutte le suggestione evocate dal tema, presuppone un distacco critico che consenta di superare il problema della fede da quello dell'impegno progettuale. Attraverso l'indagine sugli spazi del sacro si può arrivare a scoprire i temi e i principi che motivano l'architettura stessa.
L'architettura religiosa non è indifferenziata, poiché più di altre si connota di simbolismi teologici e dipende da impostazioni rituali. Di conseguenza ogni religione elabora un particolare modello architettonico difficilmente riciclabile in altre religioni.
La chiesa-edificio deve essere uno spazio identificato tanto dall'esterno quanto all'interno; deve avere uno stile congruo alla cultura locale ed alla tipologia sociale per evitare colonizzazioni indebite e sperperi scandalosi; deve essere accogliente per la comunità di fedeli configurando un ambiente idoneo all'attiva partecipazione liturgica; deve proporsi emanando pacificazione e tolleranza evitando il carattere tronfio.
Nella progettazione di tale edificio, perciò, la scelta dei modelli, delle forme, dei materiali e delle loro relazioni, costituisce il risultato di una ricerca tesa a determinare uno spazio nel quale tutti i codici del fare architettonico - compositivi, funzionali, proporzionali, tecnici, cromatici, d'arredo - debbono trovare un equilibrio in grado di contribuire all'espressione dell'altrettanto complesso linguaggio dell'evento liturgico.
L'edificio-Chiesa deve identificarsi come un luogo vitale, capace di aprire se stesso alla comunità, per mezzo di una referenzialità esplicita tra figure architettoniche, significati religiosi ed ambiente circostante, all'interno di un medesimo sistema comunicativo. L'ambiente costruito risentirà della presenza del contesto circostante in ragione di richiami espliciti - transizioni graduali nell'avvicinamento al cuore dell'edificio e momenti di contatto visivo diretto con l'esterno - piuttosto che mediati, suggestioni atmosferiche e sensoriali create con l'uso di visuali filtrate, con il dosaggio della luce, con l'adozione di materiali evocativi.
Se attraverso la luce, immateriale divino, capace di connotare e di trasfigurare lo spazio, l'architetto ha sempre ricercato la quintessenza della sacralità, l'effetto mistico e trascendentale, questa sembra, meglio di ogni altro artificio, poter rappresentare la contiguità tra il finito dell'ambiente umano e l'infinito dell'universo. Gli effetti di luce non sarebbero, però, completi se non venissero coordinati alle caratteristiche dell'ambiente interno prefigurato e ciò è da intendersi sia in riferimento alla qualità dello spazio sia ai materiali che lo compongono. Così l'uso di determinate finiture, contribuisce alla definizione della percezione dello spazio stesso, nonché al tipo di sensazione che questo è in grado di suscitare, fino a trasmettere il senso della gerarchia stessa della successione di differenti ambienti.
La scelta dei valori comunicativi di ogni singolo materiale e di qualsiasi campitura di colore diviene un codice di attuazione progettuale fondamentale, nell'ambito dell'intera strategia di costruzione dello spazio architettonico ed, anzi, ne rappresenta una componente formale ed espressiva irrinunciabile.
L'architettura dell'edificio sacro nasce dalla duplice esigenza di rispondere al risveglio dell'attenzione per il sacro, tema riscoperto negli ultimissimi sviluppi della cultura contemporanea - negli ultimi trenta-quarant'anni eclissato da una profonda laicizzazione del pensiero - e di reagire ad una diffusa produzione di edifici ecclesiastici privi di specifica qualità e serietà progettuale.
Il primo passo per progettare una chiesa non può che essere l'appropriarsi del preciso significato delle fasi del rito liturgico assembleare. La liturgia post-conciliare ha regolato e rinnovato il senso di forme significanti già codificate nei secoli. Il fonte battesimale, la centralità della mensa, il presbiterio, gli arredi sacri... devono configurarsi in modo tale da comunicare, e dal contenuto della comunicazione non si può prescindere. Comunicare, trasmettere significati mediante forme simboliche, magari intellegibili per molti, non è semplice. Il progetto di una chiesa è di una complessità straordinaria, eppure il risultato deve sembrare di una semplicità disarmante.
La costruzione di un edificio sacro è anche delimitazione, distinzione, contrapposizione fra sacro e profano; diciamo dell'edificio sacro per eccellenza, il tempio, il santuario, perché in realtà nessuna costruzione, da quella della casa a quella di una città, appariva, in una dimensione religiosa, priva di una componente sacrale. Che cosa è la Cattedrale? La chiesa principale della diocesi, in cui c'è la cattedra o il trono del vescovo. Queste cattedre medievali se ne sono conservate nel tempo, come per esempio a Tuscania, Parma, Anagni; in alcune chiese di Roma ci sono le cattedre pontificie, ricordando a questo proposito che la Cattedrale di Roma è S. Giovanni in Laterano. E qui si dovrebbe dire qualcosa sull'importanza del Vescovo nell'alto Medio Evo, quando nel crollo delle strutture imperiali il Vescovo svolge un ruolo di supplenza e di rappresentanza della città.
Spesso la troviamo indicata come Domus del Vescovo e spesso dai documenti gli storici discutono se in quel tal documento la Domus vuol dire la casa del Vescovo, cioè la Chiesa (Domus-Duomo); oppure se è la residenza episcopale. La cattedrale è anche reliquiario, il più importante reliquiario della diocesi e anche il luogo della memoria in cui si scolpivano i fasti episcopali, cioè la serie dei vescovi. La Cattedrale è il luogo in cui si manifesta la concezione cristiana del tempo.

<b>Le Corbusier</b> - La cappella di Notre-Dame-du-Haut, Ronchamp (1950-1955)

Le Corbusier - La cappella di Notre-Dame-du-Haut, Ronchamp (1950-1955)

<b>Emilio Faroldi</b> - Chiesa di S. Anna, San Paolo, Brasile

Emilio Faroldi - Chiesa di S. Anna, San Paolo, Brasile

<b>Heinz Tesar</b> - Christus Hoffnung der Welt, Vienna

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<b>Allmann Sattler Wappner</b> - Herz Jesu Kirche, Monaco di Baviera

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<b>Rafael Moneo</b> - Our Lady of Angels Cathedral, Los Angeles (1996)

Rafael Moneo - Our Lady of Angels Cathedral, Los Angeles (1996)