Testo di Alessandra Coppa

Studio Campomori, due interni a Imola
Testo di Alessandra Coppa

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Due ristrutturazioni dello Studio Campomori (di Stefania Campomori, con Grazia Ferrara ed Elena Mecchia) nel centro storico di Imola fra tradizione, modernità e arguzia, trasformano due progetti d'interni di abitazioni in essenziali e accoglienti "rifugi" pieni di anfratti.
Gesti discreti, rispettosi, ma anche forti come gli svuotamenti degli spazi e il ridisegno del sistema distributivo caratterizzano entrambi i progetti.
Minimalismo formale, purismo delle linee, monocromie definite dall'uso intelligente della luce pensata come elemento generatore dello spazio e le travi a vista, garantiscono un buon rapporto con la preesistenza. Appare evidente l'attenzione ai materiali e alle loro finiture che favoriscono la fusione tra gli ambienti E' come se lo spazio mostrasse la declinazione della medesima stanza. Anche nei bagni questo carattere è ben definito, così come delle stanze da letto, quasi zen.
Gli arredi non invadono lo spazio, ma tendono a definirlo, a volte lo dilatano oppure ne sono perfettamente integrati.

L'appartamento AC58 si trova al piano sottotetto di un edificio costruito all'inizio del '900 nella prima espansione appena oltre le mura del centro storico di Imola.
L'assetto originario, costituito dalla distribuzione di cinque piccoli ambienti attorno a un corridoio centrale, è stato completamente stravolto mantenendo i soli muri perimetrali. L'intento era quello di creare un'abitazione in grado di valorizzare al meglio le limitate dimensioni dello spazio a disposizione, privilegiando gli ambienti di vita diurni.
Il piano principale è stato aperto e dedicato completamente agli spazi di soggiorno e pranzo, quest'ultimo dominato dal tavolo "Doge" di Carlo Scarpa. L'angolo cucina, necessariamente unito con l'ambiente del pranzo, è schermato visivamente da un volume di colore vermiglio che contiene frigorifero e dispensa. Sul fondo dell'appartamento si staglia una controparete in cartongesso che fa da elemento unificante dei due livelli. Avvolgendo i pensili della cucina, sale fino al soppalco, dove crea una nicchia per il guardaroba e si lega al soggiorno attraverso un esile elemento verticale che accoglie i piani di cristallo della libreria. Il soppalco che sovrasta la parte centrale dell'abitazione si affaccia sia sul soggiorno che sul pranzo ed è base di appoggio per il tatami. La zona notte viene così a far parte del gioco di volumi su più livelli che "incastrandosi" tra loro compongono e delimitano gli spazi di vita della casa. Gli arredi sono quasi tutti pensati e realizzati su misura. L'aver riunito in un unico ambiente tutte le funzioni che coesistono in un'abitazione ha imposto un criterio di omogeneità nella scelta dei materiali. Il wengè caratterizza tutti gli elementi in legno (cucina,contenitori, armadio, piano del lavabo nel bagno), mentre la pavimentazione è tutta in Pietra Forte Colombino trattata con un protettivo tonalizzante che ne accentua il colore grigio piombo.
I colori terra delle pareti finite con malta a base di calce spatolata contrastano con il pavimento ed enfatizzano i volumi puri degli arredi fissi. Quanto all'illuminazione, è stata privilegiata la luce concentrata rispetto a quella diffusa, più adatta a colpire e valorizzare i volumi dell'architettura.

L'abitazione in via Valsalva si trova a breve distanza dalla piazza principale del centro storico di Imola ed è ricavata dall'unione di più appartamenti situati in un elemento di schiera di origine preottocentesca. Disposta su cinque livelli, si affaccia da un lato sulla via pubblica e dall'altro su una corte interna privata attorno alla quale gravitano anche le pertinenze per i servizi.
La fonte di ispirazione del progetto è stato il fascino suscitato dall'originaria e fatiscente costruzione, un susseguirsi di stanze con tinte vivacissime che, nonostante l'origine popolare, stupivano ostentando elementi di particolare raffinatezza, come un camino decorato con raffinatissimi stucchi. L'idea è stata quella di creare, dentro quell'antico involucro, un fluttuare di volumi che, al di là delle funzioni svolte, si fondessero tra loro senza un preciso confine tra il termine di uno spazio e l'inizio dell'altro. I quattro muri perimetrali che delimitano il corpo dell'abitazione sono stati semplicemente intonacati a calce seguendo l'ondulazione naturale delle antiche e successive riprese e sono stati lasciati spogli, senza alcuna tinteggiatura, a rimarcare la diversità rispetto al contenuto. All'interno della scatola originaria i nuovi volumi, netti e puliti, sono stati trattati a scagliola e dipinti di un bianco luminoso. I solai, ricostruiti in legno con una fitta trama di travi scurissime, sono attraversati da un profondo volume che collega tutti i livelli.
E' questo l'elemento in cui gli ambienti si fondono. Perdendo la percezione dei piani orizzontali, la scala, che si avvolge su se stessa, fa scoprire a 360° prospettive degli interni ai da insoliti punti di vista. La corte interna svolge fuori dall'abitazione il ruolo che all'interno è ricoperto dal volume della scala. Tutti gli ambienti di vita vi gravitano attorno e si compenetrano, esterno e interno separati solo da un sottile cristallo. La scelta di tavolo da pranzo di marmo sistemato fuori e sempre fisso, nonostante l'alternarsi delle stagioni, simboleggia questa unione spaziale che durante l'inverno è solo visiva, mentre in estate diventa fisica.

SCHEDA PROGETTO - appartamento AC58

SCHEDA PROGETTO - appartamento Valsalva

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