Tour energetici – Cantine per i vini che sfruttano la geotermia, raccolta di rifiuti umidi per la produzione di elettricità, scuole che si raffrescano grazie al calore del sole. Sono solo alcune delle realizzazioni altoatesine, una provincia in cui il 54% del fabbisogno energetico proviene da fonti rinnovabili.

L'Alto Adige scalda i motori per prepararsi all'appuntamento fieristico di Klimaenergy, la vetrina delle energie rinnovabili per usi commerciali e pubblici prevista a Bolzano dal 24 al 26 settembre. D'altra parte, con il 95% dell'energia elettrica e il 54% del fabbisogno energetico complessivo proveniente da fonti rinnovabili, la provincia altoatesina di cose da dire ne ha. Come ha dimostrato l'Enertour, una due giorni alla scoperta degli impianti eccellenti sparsi fra montagne e vallate. Quello che emerge è soprattutto un circolo virtuoso fra politica e società civile che rende possibili investimenti massicci nella realizzazione di strutture basate sull'utilizzo di energie rinnovabili. Quasi un laboratorio a cielo aperto che ha già raggiunto rilevanti risultati pratici e che ora mette il proprio know how a disposizione di tutti grazie agli Enertour. È una forma di turismo ambientale promossa dal TIS Innovation Park di Bolzano. “Gli Enertour possono durare uno o più giorni e integrare le visite guidate tecniche con altre attività di intrattenimento, per promuovere una cultura ambientale nel modo più piacevole”, ha spiegato Stefano Dal Savio, manager del Tis Innovation Park. E che il futuro stia in queste tecnologie è sempre più opinione comune, come testimonia Reinhold Marsoner, direttore di Fiera Bolzano. “Le energie rinnovabili saranno nei prossimi anni il driver dell'economia - ha sostenuto - così come negli anni scorsi lo sono state le'informatica e le tecnologie digitali”. Un'opinione confermata dai fatti: in Italia lo scorso anno la potenza installata è quadruplicata passando da circa 100 MW a 415 MW, mentre uno studio di Arthur D. Little in collaborazione con Gse mostra un Paese sempre più proiettato verso le rinnovabili con un valore incrementale in termini di ricavi pari a 428 milioni di dollari.

Gli esempi eccellenti

L'Enetour ha portato a toccare con mano cinque realizzazioni eccellenti, fra cui l'impianto a biogas di Lana, che converte in metano le circa 9000 tonnellate di rifiuti umidi, provenienti dalla raccolta differenziata di Bolzano, Merano e aree limitrofe. I rifiuti che arrivano già con un grado di purezza notevole, vengono trattati e resi omogenei, quindi vengono fatti fermentare per la produrre metano. Il refluo in uscita dal reattore viene trasformato a sua volta in compost perché nulla venga sprecato. Da ogni tonnellata di rifiuto si ricavano circa 140 metri di biogas pari a circa 300 kWh. Ambiziosi i progetti per il futuro: portare l'impianto a lavorare 25 mila tonnellate l'anno di rifiuti passando alla produzione di calore per il riscaldamento. È piccolo ma efficiente l'impianto di teleriscaldamento a biomassa e biodiesel di Santa Valburga, altra tappa del viaggio, che fornisce elettricità, acqua calda e riscaldamento a circa 600 persone. Attraverso un modulo Organic Rankine Cycle, con 200 kW uno dei più piccoli in circolazione, sfrutta il calore prodotto dalla combustione dei trucioli di legno per generare energia. Si stima che la riduzione di anidride carbonica indotta dall'entrata in funzione dell'impianto sia di 1866 tonnellate l'anno.

Il freddo che viene dal sole

Che l'energia solare venga usata per riscaldare non stupisce più nessuno, ma la scuola superiore di sanità Claudiana la usa anche per raffrescare gli ambienti d'estate. Si tratta di una modernissima struttura tutta vetri, naturalmente doppi vetri che filtrano parzialmente la luce. Per il raffrescamento, oltre che per il riscaldamento, utilizza un sistema radiante a soffitto. Il 50% dell'energia necessaria arriva dai 600 metri quadri di collettori solari assistiti da due caldaie a gas a condensazione, che per il raffrescamento sono collegati a due sistemi di accumulo del freddo da 5000 litri l'uno e completati da gruppi frigoriferi ad assorbimento che garantiscono la refrigerazione e risparmi complessivi di circa 60 mila euro l'anno. Anche la funivia Naturno deve all'energia solare il soddisfacimento del 50% del suo fabbisogno energetico. In questo caso si tratta di elettricità e i 66 pannelli solari hanno prodotto lo scorso anno 20.500 kWp. Si tratta di pannelli fatti su misura dalla Leitner Solar, che si integrano con la struttura architettonica talmente bene da costituirne il tetto, visto che sono stati inseriti in un vetro speciale in modo da proteggere dalla pioggia, lasciando filtrare la luce. È infine la geotermia a essere responsabile della qualità del vino Manincor. Quando le storiche cantine si sono rivelate insufficienti a contenere la sempre crescente quantità di vino prodotta dalla tenuta, il conte Michael Goëss-Enzenberg ha deciso di scavare sotto il vigneto una nuova cantina di circa 30 mila metri cubi. Gli architetti Walter Angonese, Rainer Köberl e Silvia Boday hanno studiato una struttura quasi invisibile ed estremamente funzionale la cui temperatura è regolata attraverso pompe scambiatrici di calore poste a 80 metri di profondità, che portano il calore della terra nel sistema. D'estate tramite lo stesso meccanismo il calore si può estrarre, mantenendo una temperatura ideale che si aggira sui 16°. La regolazione dell'umidità avviene invece attraverso aperture speciali e uno scambio controllato di aria, che porta l'umidità del terreno alle pareti della cantina.

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