Il Padiglione Turchia, in occasione della 16. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, presenterà il progetto Vardiya / Guardia curato da Kerem Piker e coordinato dalla Fondazione di Istanbul per la Cultura e le Arti (İKSV). Il Padiglione Turchia, co-sponsorizzato da Schüco Turkey e VitrA, si troverà presso le Sale D’Armi dell’Arsenale. Riallacciandosi al tema di Freespace della Biennale Architettura 2018, Vardiya è un programma di eventi pubblici che trasformerà il Padiglione Turchia in una piattaforma di incontri creativi, di produzione collaborativa e di scambio culturale attraverso i confini geografici.
122 studenti internazionali d’architettura, provenienti da 16 Paesi diversi, visiteranno il Padiglione Turchia con ʻturni’ settimanali in qualità di produttori attivi del contenuto espositivo in evoluzione. Parteciperanno ai workshop, saranno coinvolti in tavole rotonde di discussione e ascolteranno le conferenze tenute dai professori, dai designer e dagli architetti invitati. Il progetto è iniziato con una open-call agli studenti d’architettura di tutto il mondo. Sono Vardiya: sostantivo, turno in italiano, deriva dall’italiano guardia.

Durante le venticinque settimane della Biennale, il Padiglione Turchia ospiterà 13 workshop di vari argomenti; circa 50 incontri digitali con partecipanti di varie discipline; 6 conferenze tenute da importanti professionisti internazionali. Tutti i workshop, gli incontri digitali e le conferenze saranno accessibili ai visitatori durante gli orari d’apertura della Biennale. Più che uno spazio espositivo, il Padiglione Turchia è concepito come un luogo d’incontro.
Vardiya propone un’organizzazione spaziale che è allo stesso tempo frammentaria e inclusiva, aperta al cambiamento e alla trasformazione. Vardiya mira a stimolare un continuo dialogo critico tra studenti, accademici, professionisti e pubblico sul ruolo della biennale. Enfatizzando il potere delle collaborazioni creative su scala internazionale, il programma curatoriale ripensa la biennale come un insieme di piattaforme capaci di creare nuovi network e nuove forme di comunicazione, incoraggiando l’inclusione e promuovendo l’interazione tra le culture.
Oltre a creare uno spazio in cui tutti i partecipanti possano usufruire delle possibilità di interazione, il Padiglione Turchia spera di incorporare esperimenti individuali e collettivi di giovani menti creative nel locus del discorso architettonico contemporaneo. Il curatore Kerem Piker spiega: “L’architettura è un campo in continua espansione, trasformazione e rinnovamento. In quanto tale, si sente l’esigenza di ambienti in cui la conoscenza architettonica venga riprodotta, condivisa e discussa; sarà possibile sentire in questo modo le voci dei nuovi partecipanti. Poiché la Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia è una delle più importanti arene per l’apprendimento informale in architettura, preferiamo descrivere il Padiglione Turchia come uno spazio del ritrovo, dell’incontro e della produzione piuttosto che come un semplice spazio espositivo. Noi vediamo questo progetto e il processo preparativo stesso come un’opportunità per ripensare cosa fa una biennale, per chi e perché esiste nel nostro tempo”.