Wallon Branch of reproduction forestry material  

Località Marche-en-Famenne, Belgio
Committente Exécutif Régional Wallon - Ministère de l'Environnement, de Ressources Naturelles et de l'Agriculture
Progettazione Ph. Samyn, Gh. André, J.L. Capron, A. Charon, R. Delaunoit, Ch. Mélotte, S. Peeters, D. Singh, B. Vleurick
Struttura per SETESCO sa: Ph. Samyn, G. Clantin
Ingegneria per FTI sa: Ph. Samyn, P. Fontaine, A. De Windt (Thermodynamiccalculation)
Grafica computerizzata Star Informatic sa
Datazione progetto 1992
Datazione realizzazione 1995
Area 1,144 mq

Il progetto di Samyn rappresenta un significativo apporto al tema della "pelle" architettonica che si va ad aggiungere alla fitta produzione di opere che hanno caratterizzato in modo sintomatico l'edilizia dell'ultimo decennio. Il nuovo edificio del dipartimento forestale della Regione vallone per la lavorazione di materiale selvicolo, commissionato dall'Esecutivo Regionale del Wallon insieme al Ministero dell'Ambiente, delle Risorse naturali e dell'Agricoltura, si inserisce nel contesto boschivo delle Ardenne, in Belgio, nella forma curiosa di un guscio rivestito di legno e di materiale riflettente. Al contrasto fra artificio e natura reso esplicito, nelle ore di luce, dalla superficie lucida dei pannelli di vetro, si oppone l'evidenza della ricca trama strutturale che, con l'avanzare dell'oscurità, restituisce l'edificio al contesto del fitto bosco di querce bicentenarie da cui è circondato. Il telaio, costituito da un doppio strato di archi di legno lamellare disposti lungo l'asse trasversale dell'edificio e formanti una sezione a toro, rappresenta l'elemento principale sia per quanto concerne l'aspetto formale che per quello tecnologico. Lo spirito di questa architettura è consegnato alla semplicità del gesto e all'apparente monoliticità del risultato. Il suo DNA risiede proprio nel trattamento complesso e combinato di un elemento naturale: il legno. Segmenti di varia grandezza, nell'ordine dei 6,14-6,27 metri di lunghezza, subiscono un primo trattamento di preflessione secondo un arco circolare che consentirà, in una seconda fase e attraverso l'assemblaggio di tali segmenti, la realizzazione dell'ossatura finale costituita da archi il cui profilo si approssima alla funicolare dei carichi. La moltiplicazione dei segmenti che, secondo un ordine progressivo, procede verso la sommità permette alla struttura di assorbire il massimo sforzo localizzato in questo punto. L'attacco a terra è risolto con l'incastro degli archi in una piattaforma di calcestruzzo armato, mentre all'altezza delle reni la resistenza è assicurata dalla collocazione di alcuni puntelli di supporto disposti a raggiera e incernierati su due bassi edifici in cemento armato. L'impianto della volta, generato dalla rotazione del telaio principale intorno a un baricentro localizzato a 12 mt sotto il livello del terreno, è completato dal rivestimento di oltre 1500 pannelli di vetro stratificato. L'autore ci fa sapere, dalla sua relazione di progetto, che questo metodo di costruzione ha origini remote: le antiche yurte mongoliche, capanne rivestite di feltro con pareti cilindriche e copertura a calotta, o le abitazioni circolari Zulu sono due esempi che bastano a confermare l'aspetto ecologico di questa pratica costruttiva. Oltre a ciò, l'autore è anche attento a sottolineare l'altra origine che invece ribadisce l'essenza ingegneristica di questa struttura: nel 1561 Philibert de l'Orme, nel suo libro intitolato Nouvelles inventions pour bien bâtir, descrive la tecnica di una struttura in legno composta per assemblaggio di segmenti sottili. In seguito egli applicherà questa teoria nella ristrutturazione del castello di Nemours. La specificità del progetto di Samyn è di natura squisitamente architettonica: la scelta di un unico elemento essenziale nella creazione di uno spazio coperto, che possiamo far risalire metaforicamente all'imitazione della volta celeste, ha il pregio di una sintassi chiara che fa funzionare in modo dialettico i due soggetti costitutivi del discorso architettonico: l'interno e l'esterno. Con l'ausilio del filtro intermedio si opera un'azione regolatrice sia della luce che dei flussi termici che trasmigrano da un ambiente all'altro mutando le proprie caratteristiche. Un sistema di ventilazione ausiliario garantisce infatti il comfort estivo all'interno dell'edificio, mentre d'inverno tale comfort è favorito dall'apporto di aria supplementare per la deumidificazione, oltre all'aggiunta di pannelli radianti posti nelle zone di lavoro. Sebbene la sensibilità della struttura non raggiunga i vertici di sofisticazione e automatismo delle pelli dinamiche di autori maggiormente concentrati su tecnologie a elevato contenuto meccanico, il lavoro di Philippe Samyn è comunque fortemente condizionato dal doppio in architettura che si rivela, come lui stesso scrive in un recente articolo, nella coesistenza di "geometria e psicologia", di "materia e spazio cognitivo". La reazione del legno fresco ai processi di preflessione (gli assi vengono disposti lungo forme d'acciaio e sottoposti al riscaldamento a calore alla temperatura di 75°C e a un successivo essiccamento rapido) e il mutamento che ne consegue a livello di comportamento statico, contengono già in sé un'architettura germinale, nata per effetto di una calcolata manipolazione della materia naturale. Una forma semplice, una perfetta scelta nella struttura portante e negli elementi chiudenti, sapientemente risolti in una accurata sintesi costruttiva.

Testo di Filippo Nicotra
Estrato da Materia n. 31

Vedi i dettagli tecnologici e costruttivi

Planimetria generale
Pianta piano terra Sezione longitudinale e trasversale