Lo studio di architettura torinese BDR bureau è l’autore del recupero e della trasformazione della nuova Scuola Enrico Fermi di Torino (scuola secondaria di primo grado), esempio di Community School aperta alla città. Il progetto è risultato vincitore del concorso internazionale lanciato nel 2016 da “Torino Fa Scuola” e per le sue peculiarità negli anni successivi si è aggiudicato altri premi prestigiosi, come Mies van der Rohe Award nel 2022 quale Architettura Emergente. Il concorso è stato promosso dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Agnelli in collaborazione con Città di Torino e Fondazione per la Scuola, con l’obiettivo di favorire una riflessione culturale, pedagogica e architettonica sui nuovi spazi di apprendimento della scuola italiana. L’edificio scolastico esistente, costruito negli anni Sessanta e localizzato nel quartiere Nizza Millefonti fra l’area ex-industriale del Lingotto e il fiume Po nella parte sud-est di Torino, è stato oggetto di un profondo intervento di rinnovamento. È stato infatti ampliato e ripensato a livello funzionale sulla base delle nuove esigenze didattiche, perseguendo l’obiettivo che la scuola diventi parte integrante e attiva della comunità, e per questo ricercando un’integrazione con il tessuto urbano circostante. La Scuola Fermi si apre dunque alla sfera urbana grazie alla riorganizzazione degli accessi e degli spazi esterni che ruotano attorno al nuovo atrio di ingresso situato a piano terra, a cui si può accedere sia attraverso un’ampia scalinata, posta in diretta connessione con piazza Carlo Giacomini, sia passando per il nuovo accesso principale su via Casimiro Sperino, che una volta era il retro dell’edificio. In questo modo è stata dunque rivoluzionata la percezione della scuola, realizzando su questo fronte uno spazio verde, rinnovato e aperto al quartiere.
Gli architetti Alberto Bottero e Simona Della Rocca di BDR bureau hanno infatti concepito il piano terra quale estensione dello spazio pubblico flessibile e trasformabile, dove trovano collocazione una serie di servizi aperti a tutti come la palestra, la biblioteca, l’auditorium e una caffetteria. Secondo quanto affermato dagli stessi progettisti, il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione della scuola doveva essere “in grado di dialogare con l’edificio esistente”, ma al tempo stesso ne doveva rivoluzionare la fruizione. “Nuovi elementi spaziali, trasparenze e addizioni reinterpretano la struttura originaria con l’obiettivo di aprire la scuola alla città”. Sulla base delle risorse disponibili, del quadro delle esigenze e dello stato conservativo del fabbricato, il progetto sviluppa quindi un intervento che cerca di preservare la maglia strutturale esistente, mettendo in atto interventi di consolidamento e sicurezza sismica, rinnovando completamente l’involucro, rimodulando gli spazi e intervenendo per addizione. L’intervento più caratterizzante è infatti l’aggiunta di una nuova struttura costruita in acciaio e rete metallica addossata all’esistente che realizza nuovi fronti rivalorizzando così l’immagine della scuola e permettendo di creare nuovi spazi per le attività scolastiche all’aperto. Dal punto di vista distributivo, l’intero plesso scolastico viene stravolto, pur mantenendo la maglia regolare travi e pilastri originaria. Il piano terra, rispetto all’esistente, trova un nuovo utilizzo, da spazio secondario a protagonista del progetto. È infatti concepito come l’elemento di apertura alla città, un vero e proprio centro civico, dove le diverse funzioni sono raccolte nell’atrio (caffetteria, biblioteca, auditorium), in connessione diretta con il giardino e i due ingressi. Questo poi si estende e si collega ai piani superiori grazie a un elemento connettivo verticale, un vano scala di colore rosso che diventa protagonista di uno spazio neutro e flessibile, e che richiama il lessico formale esterno (profili metallici e rete).
Secondo la filosofia dello studio BDR bureau, gli interni sono stati ripensati come “paesaggio di apprendimento articolato”, non solo nella sequenza spaziale, ma anche attraverso gli arredi, con omogeneità di stile e linguaggio, in diverse tipologie di ambienti, con attenzione all’uso della materia e del colore. Ai due piani superiori, l’atrio accoglie gli spazi ricreativi e di gruppo, mentre le attività didattiche sono organizzate in cluster, ovvero delle unità spaziali composte da aule, guardaroba, servizi e spazi di apprendimento informale. Le aule diventano il punto di incontro e cerniera tra interno ed esterno, mantenendo una connessione visiva verso lo spazio comune e dando accesso al nuovo sistema delle terrazze creato dalla nuova struttura metallica. Parte integrante del costruito diventa l’elemento “del verde”, e con esso il dialogo con il paesaggio esterno, in quanto il concetto di attività formativa en plein air è uno dei punti di forza su cui si basa l’idea di progetto. Dal punto di vista strutturale, l’edificio costruito nell’epoca del boom economico non era stato progettato per le azioni sismiche e inoltre le condizioni dei pilastri presentavano grave deterioramento. Pertanto, il progetto ha considerato una messa in sicurezza al sisma attraverso la realizzazione di controventi e con consolidamento di travi, pilastri e solai. Dal punto di vista tecnologico e impiantistico, l’intervento così come presentato fin dalle fasi di concorso ha previsto la trasformazione di un edificio esistente in un sistema ottimizzato e funzionale con una prestazione energetica elevata con l’obiettivo di minimizzare i consumi di gestione. L’involucro è stato completamente rinnovato e riqualificato dal punto di vista energetico, unitamente all’integrazione impiantistica che ha previsto l’impiego di fonti rinnovabili (calore di risulta del teleriscaldamento, con installazione di termosifoni, gruppo frigo alimentato per buona parte dai pannelli fotovoltaici in copertura ai padiglioni più grandi). In sintesi, il progetto della nuova Scuola Fermi di BDR bureau si identifica come un esempio di rinnovamento, in relazione alle affinità che presenta con la maggior parte del patrimonio scolastico esistente del nostro Paese, diventando un modello di processo replicabile per una serie di aspetti: per l’innovazione della struttura scolastica, per l’inserimento di nuovi elementi architettonici e spaziali, per la razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse.
LA NUOVA ADDIZIONE
Gli architetti in relazione alle esigenze formative e in riferimento alle caratteristiche morfologiche dell’esistente hanno sviluppato un progetto di rivalorizzazione in cui la fruizione degli spazi è stata completamente rivista e ampliata. Per tale ragione, la filosofia progettuale è stata indirizzata verso un approccio di addizione al costruito, ma nel rispetto dell’esistente. Infatti, è stata progettata una nuova struttura intelaiata in travi di acciaio preverniciato (profili scatolari 200x200 mm a giunti bullonati), completa di ringhiera metallica e rete anticaduta in acciaio inossidabile, addossata al fabbricato esistente, con fondazione autonome. La nuova struttura è stata concepita con una pluralità di obiettivi a cui rispondere: accoglie una serie di terrazze ai piani superiori, che diventano parte integrante della didattica (uno spazio aggiuntivo ma esterno), si configura come elemento connettivo e distributivo, protezione e schermatura passiva per le facciate, e a piano terra, invece diventa spazio di soglia/estensione delle funzioni qui localizzate che si proiettano verso il verde esterno. La parte sommitale della struttura in acciaio è protetta da un grigliato tipo orsogril 20x2 mm, mentre le pavimentazioni delle terrazze sono in doghe prefabbricate di materiale composito (polvere di pietra, quarzo e marmo), posate a correre lungo il fronte. La modularità dei nuovi telai in acciaio disegna un’ossatura filiforme, che si completa con l’istallazione di una rete metallica che enfatizza la permeabilità visiva e il rapporto con l’intorno, in una relazione di continuum spaziale e visivo tra interno ed esterno, mantenendo percepibile il rapporto tra l’esistente e la nuova addizione. Il tema compositivo del telaio viene applicato anche all’edificio esistente, le cui facciate (demolite e ricostruite per consentire i consolidamenti strutturali) sono state riqualificate attraverso la realizzazione di un cappotto esterno e trattate con un intonaco (colorato in pasta in omogeneità di cromia alla struttura metallica) a diverse granulometrie, ricreando in questo modo differenti texture di finitura superficiale. I prospetti del nuovo fronte e verso i cortili conservano invece le ampie vetrate che valorizzano il dialogo fra i diversi volumi e gli spazi esterni, ridando significato all’impianto originale.
LA NUOVA FRUIZIONE E LA SICUREZZA STRUTTURALE
Un progetto di riqualificazione quello dello studio BDR bureau che si sviluppa ricercando il rapporto con il quartiere, in particolare su due fronti: da una parte la nuova addizione che permette di ricreare degli spazi di connessione, soprattutto visivi, con l’intorno e dall’altra il nuovo piano terra del plesso che si apre alla città. Questo piano accoglie l’atrio della scuola che diventa un grande spazio polifunzionale, che si protrae poi ai livelli superiori distribuendo gli spazi didattici attraverso lo scalone esistente, che viene completamente rinnovato in omogeneità ai caratteri progettuali dell’intervento. L’intero progetto di riqualificazione e ridistribuzione delle funzioni ha imposto un intervento importante di riabilitazione delle strutture rendendole adeguate alle attuali normative. Infatti, dal punto di vista strutturale il fabbricato, concepito con telaio travi e pilastri in cemento armato e solai in laterocemento, presentava caratteristiche di insufficienza statica oltre che sismica, con evidente stato di deterioramento dei pilastri, soprattutto quelli a piano terra. Il deterioramento delle armature ha imposto così la realizzazione di una camicia esterna in betoncino colabile di spessore adeguato con integrazione della staffatura metallica. Interventi che è stato possibile realizzare attraverso un'estesa demolizione dei paramenti murari esistenti, riportando a nudo la struttura. Dal punto di vista della sicurezza sismica, gli interventi hanno previsto la realizzazione di setti controventanti in c.a al fine di garantire la stabilità del complesso e tali da mantenere il fabbricato in campo elastico anche sotto il sisma di Stato Limite di Vita (q=1), garantendo l’assenza di danni anche per sismi molto violenti. Le elevate reazioni vincolari alla base dei setti controventanti hanno richiesto l’inserimento di micropali resistenti anche a trazione. La maggior parte delle travi in campata e in appoggio, e i solai, invece, sono stati rinforzati con integrazione di reti in fibra di carbonio (in strati sovrapposti) e di staffe metalliche.
Scheda progetto
Client: Fondazione Agnelli, Compagnia di San Paolo
Competition: First prize, 2017
Preliminary design: October - November 2017
Planning design: December 2017 - January 2018
Detailed design: Febbraio - Marzo 2018
Construction phase: July 2018 - September 2019
Gross area: 5,096 m2
Area: 5,579 m2
Cost: 7,3 million euro VAT included (including furniture, technologies, green, expenses)
Architects and art direction: BDR bureau (Alberto Bottero, Simona Della Rocca)
Structures, executive design and construction management: Sintecna srl
Contractor: D’Engineering srl
Electrical and mechanical design: Proeco S.s.
Energy sustainability and acoustic design: Onleco srl
Furniture design: BDR bureau (Alberto Bottero, Simona Della Rocca)
Awards: Emerging Architecture in the finals of the European Union Prize for Contemporary Architecture 2022 - Mies van der Rohe Award IN/ARCHITECTURE 2020 national award in the category of “realized interventions designed by young designers” T Young Claudio De Albertis Prize, conceived and promoted by the Claudio De Albertis Committee within the Italian Architecture Prize, a competition resulting from the collaboration between the Milan Triennale and MAXXI in Rome
Photos: Simone Bossi, BDR Bureau