In via Carrobbio, a Omegna, l'Amministrazione comunale ha aperto ufficialmente i battenti del "Museo Rodari una fantastica storia", un'istituzione permanente al servizio della società e del suo sviluppo in qualità di "luogo vivo e accessibile".
Al suo interno, grazie all'attento lavoro del curatore Pino Boero, dei progettisti di auroraMeccanica per il percorso museale, e di Studio Grand Hotel per il progetto grafico, i visitatori sperimenteranno nuovi modelli di didattica e di diffusione del patrimonio immateriale incentrato su un percorso narrativo inedito sulla vita e sulla poetica di Gianni Rodari, che a Omegna nasce il 23 ottobre 1920. Il progetto, fortemente voluto dal Sindaco di Omegna Paolo Marchioni, da sempre promotore dell'affermazione in chiave turistica della città, è stato reso possibile da Fondazione Cariplo che, con il co-finanziamento del progetto "Omegna città della creatività" - la cui realizzazione è stata affidata allo studio associato Bianchettiarchitettura -, sta dando vita a un vero e proprio rinnovamento urbano "scritto" all'interno di una narrazione fantastica.
La prima a crederci è stata Sara Rubitelli, Assessore alla Cultura e all'Istruzione del Comune di Omegna, che, con un team di lavoro task-oriented composto da Luca Vergerio dell'Ufficio Cultura del Comune di Omegna, da Alberto Poletti, Direttore del Parco della Fantasia "Gianni Rodari", dagli architetti Fabrizio Bianchetti e Gabriele Medina, e dal prof. Pino Boero, ha contribuito a tutti gli effetti a firmare una fantastica storia tra le pagine di Omegna.

Il Museo Rodari si raggiunge percorrendo una piccola via in salita; in salita come la Nigolia, il torrente che attraversa il paese costituisce uno dei simboli identitari del Cusio. Non a caso, la prima sala del Museo è concepita per accogliere il pubblico e contestualizzare il territorio: il visitatore si trova davanti a un portale ad archi che richiama i portici omegnesi e a una proiezione della Nigoglia che si sviluppa in altezza e ci ricorda il famoso motto rodariano: "La Nigoia la va in su e la legg la fouma nu".
In questa prima area si racconta la storia del territorio: da una parte i luoghi significativi del lago d'Orta legati ai pensieri e alle citazioni di Gianni Rodari, dall'altra il carattere creativo di Omegna raccontato attraverso le aziende e gli oggetti di design nati a Omegna.
La sala successiva è dedicata alla vita di Rodari, una sala intima, dalle luce soffuse, caratterizzata da una grande proiezione a parete e da un tavolo basso su cui sono presenti una serie di oggetti: taccuini, biglietti del cinema, videocassette e altro ancora. Ciascun oggetto è attivo, il visitatore può sfiorarlo per attivare un racconto. L'oggetto diventa dunque simbolo evocativo e pretesto per creare una connessione romantica con i racconti in prima persona dell'autore omegnese. Nella stessa sala, un pannello a parete disegna la linea della vita di Rodari, intrecciandola con gli eventi storici in Italia e nel mondo.

Il visitatore prosegue la visita al primo piano accompagnato dalla proiezione del fiume che scorre verso l'alto sulla parete della scala, come se guidasse i visitatori lungo il percorso di visita. La prima installazione del primo piano - il "Binomio Elettrico" - nasce dalla citazione di Rodari: "Non basta un polo solo per produrre una scintilla, ce ne voglione due. La parola agisce solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a uscire dai binari dell'abitudine, a scoprirsi nuove capacità di significare".
L'installazione invita il visitatore a scegliere due parole (ad esempio Baffi e Fiore) e a creare una connessione concettuale unendole tra loro. Questo avviene utilizzando due "spine" colorate, due poli che, se uniti, attivano un circuito elettrico luminoso e danno vita a un'animazione grafica che evidenzia alcune frasi fantasiose (esempio Il fiore sotto i baffi, Il fiore voleva i baffi, I baffi imitavano il fiore...).

Proseguendo la visita, il visitatore si trova davanti a due grandi installazioni.
A sinistra una televisione gigante - "Ad inventar storie" - dove si è chiamati a mescolare gli ambienti e i personaggi delle più famose storie di Rodari per creare ancora una volta nuove logiche e nuove connessioni con la fantasia. La parete diventa uno spettacolo nel quale si può trovare il Barone Lamberto che interagisce con la torta in cielo o Alice cascherina nel palazzo di gelato con il cavallo a dondolo e un gatto, in base alle combinazioni scelte dal pubblico. "Sbagliando s'inventa" diceva Rodari.
Di fronte è impossibile non fermarsi a osservare il grande sistema di rotative di "Favole al rovescio": un meccanismo analogico con rulli, ingranaggi e nastro che ricorda la rotativa dei giornali. Girando la manovella, il visitatore potrà muovere l'intero macchinario, la scritta stampata sul nastro inizia a muoversi, ma le scritte sono al rovescio, impossibile capire cosa ci sia scritto. Lo specchio presente al centro del sistema è la chiave di lettura della favola.

L'ultima sala è dedicata a un'unica grande installazione: la Biblioteca della Fantasia. Una vera libreria a parete alta fino a soffitto e due leggii disposti lateralmente. Sulle mensole sono presenti circa 300 libri bianchi che rappresentano un'antologia rodariana. Alcuni libri sono illuminati, una luce pulsante li rende vivi e li distingue dagli altri. Toccando uno di essi si attiva un videomapping sull'intera libreria e un breve racconto dedicato a una tematica chiave del pensiero rodariano: A tavola, Cartoline, La natura, I gatti, Il lavoro, Scuola, Natale, Emigrare, Capire i bambini, La pace, Televisione.
Le postazioni laterali, più intime e autonome, sono dedicate alle riviste da un lato (Il Corriere dei Piccoli, Il Pioniere e La via Migliore) e alle copertine di tutto il mondo dall'altro.
Il percorso di visita del Museo volge al termine, ma non è tutto. Qua e là nelle sale, sono distribuiti alcuni telefoni a disco tramite i quali il visitatore può riascoltare le Favole al Telefono del ragionier Bianchi. Alzando la cornetta e componendo il numero presente in rubrica si può ascoltare una favole in lingua italiana o straniere direttamente dalla cornetta.