Santa Croce va in Giappone (Photo by Alessandra Bello)

Il progetto denominato “Santa Croce va in Giappone”, ideato dall’architetto Massimo Orio Boselli per Boselli Arredamenti Venezia, si inserisce in un piccolo paese nel Carso triestino, fatto di viuzze strette e di case di sasso, affacciato sul golfo di Trieste. La località si chiama Santa Croce/Kritz e rappresenta la zona in cui una piccola casa è stata ampliata dando la possibilità di creare nuove dimensioni. Il desiderio era quello di evitare l'inserimento e l'ingombro di una scala interna che avrebbe occupato troppo spazio; si è optato per collegare fra loro i diversi piani, con un piccolo ascensore e la scala è stata spostata all’esterno. Nello spazio, vuoto, pochi elementi dinamici, di grande leggerezza e design fanno da isole per la conquista e la continua invenzione dello spazio del vissuto. L'assoluta mancanza di mobili a vista è unita a leggerissimi elementi scorrevoli in dacron , che nascondono infinite possibilità, compreso l'ascensore. Lo stesso spazio al piano terra può diventare luogo per cucinare, per ascoltare la musica, per incontrare; al primo piano camera e sala lettura o ascolto. Mentre il secondo piano è uno studio riconvertibile a camera per gli ospiti.

Santa Croce va in Giappone (Photo by Alessandra Bello)
Santa Croce va in Giappone (Photo by Alessandra Bello)

La parete in dacron, che diventa elemento di arredo, di illuminazione e di continua trasformazione dello spazio, idealmente si estende dal piano terra fino al primo creando una continuità ben percepibile dall’esterno. Questa continuità è sottolineata da un taglio in vetro, trasparente e calpestabile, che si ripete su ogni solaio in corrispondenza della facciata principale e che permette di traguardare tutta l’altezza della casa da ogni piano, evidenziando l'altezza dell'edificio e la continuità del taglio luminoso e degli elementi scorrevoli. Lo spazio liquido si snoda lungo ogni percorso che è lasciato completamente libero anche grazie alla scelta di non utilizzare nessun tipo di chiusura o porta: questo comporta un’enfatizzazione ancora maggiore della fluidità delle funzioni.

Santa Croce va in Giappone (Photo by Alessandra Bello)
Santa Croce va in Giappone (Photo by Alessandra Bello)

Il dialogo con l’esterno è forte, e a ogni ora del giorno e della notte le priorità si spostano dall’interno verso le aree esterne e viceversa, a seconda di come si desidera vivere lo spazio; l’effetto avviene per mezzo di un’ampia vetrata e finestrature poste su un esilissimo supporto metallico. Grazie a taluni accorgimenti (per esempio, la totale chiusura del portone per il piano terra e la parete mobile in dacron nera al primo piano), lo spazio può essere vissuto in piena intimità, ma può aprirsi completamente anche verso l’esterno, diventando in tal modo un luogo d'incontro e socializzazione.

Santa Croce va in Giappone (Photo by Alessandra Bello)
Santa Croce va in Giappone (Photo by Alessandra Bello)