La piazza/auditorium di Apple Piazza Liberty costituisce un nuovo spazio pubblico nel cuore di Milano

Durante i suoi leggendari keynote, Steve Jobs amava ricordare spesso come Apple si collocasse all’incrocio fra tecnologia e arti applicate, sottolineandone così l’obiettivo di umanizzare la complessità dell’informatica, rendendola facilmente accessibile a tutti gli utenti. Anche con questo scopo, il design di Apple è sempre stato ispirato a principi di essenzialità, attenzione al dettaglio, valorizzazione delle qualità dei materiali, e in generale di integrazione dell’esperienza utente fra prodotti fisici e software. I negozi fanno parte a pieno titolo di questa visione olistica fin da quando, nel maggio 2001, lo stesso Steve Jobs presentò al mondo il primo Apple Store, aperto in un centro commerciale di Tysons Corner, Virginia. Per la prima volta, un negozio di tecnologia offriva ai visitatori un’esperienza d’uso invece di fredde informazioni tecniche, mentre i prodotti in mostra erano pochi e presentati in un ambiente ispirato alle boutique di lusso.
Oltre a toccare con mano le possibili ricadute sulla vita quotidiana dei prodotti Apple (i primi store mostravano soluzioni per musica, fotografia, film e bambini), i visitatori trovavano per la prima volta un ambiente accogliente, con connessione internet disponibile per tutti e un servizio di supporto in carne e ossa chiamato Genius Bar. Contro ogni previsione della stampa specializzata, gli Apple Stores hanno conosciuto, da quel lontano 2001, uno straordinario successo, restando fedeli allo spirito originale di accoglienza e di “it just works” applicato al retail. Oggi si contano più di 500 negozi in 24 Paesi (di cui solo poco più della metà negli Stati Uniti), visitati da circa mezzo miliardo di visitatori all’anno e stabilmente in cima alle classifiche mondiali di incassi per metro quadrato - il doppio di Tiffany, per esempio. Negli ultimi anni, il concept interno degli Apple Stores è stato aggiornato sotto la guida di Angela Ahrendts e Jony Ive, rispettivamente Senior Vice President Retail e Chief Design Officer della società. I nuovi negozi flagship si propongono come delle vere e proprie piazze, aperte ai visitatori (non necessariamente tutti acquirenti) e articolate in aree distinte: la Avenue, dove sono esposti i prodotti, il Genius Grove, dove è possibile ricevere assistenza sotto alberi di grandi dimensioni, e il Forum, dove si tengono incontri educativi, laboratori ed eventi gratuiti. I negozi più importanti, progettati da Foster+Partners, declinano questo concetto in architetture che rispondono alle specificità locali, favoriscono la permeabilità fra l’interno e il contesto urbano, e valorizzano i materiali impiegati: da un lato evidenziandone le caratteristiche naturali di grana e tessitura superficiale, e dall’altro sfidandone i limiti d’impiego normalmente accettati per sottolineare gli elementi più iconici, quali facciate e padiglioni d’ingresso o le memorabili scale interne.
La precisione del vetro, utilizzato in modo spesso pionieristico, si unisce così alla morbidezza di superfici in legno e pietra, in una fusione di ingegneria e capacità artigianali ispirata, certo non a caso, alla visione di Steve Jobs per una tecnologia umanizzata.

Apple Union Square - San Francisco - 2016
Quello sul perimetro della vivace Union Square di San Francisco è stato il primo Apple Store a implementare il nuovo concept “town square”, basato sul negozio come luogo aperto alla comunità locale. In questo caso, il volume interno a doppia altezza si apre letteralmente alla città grazie a due coppie di grandi porte vetrate scorrevoli: una di 6x12,8 m, sulla facciata rivolta verso la piazza, e una di 6x8 m sul lato opposto, dove è stato ricavato un nuovo spazio pubblico ombreggiato da alberi. Grazie al clima mite di San Francisco, il negozio è quindi ventilato naturalmente, con l’aria fresca che viene estratta attraverso il muro di spina centrale. Quest’ultimo ospita anche il sistema strutturale, basato su una trave reticolare centrale da cui gli elementi secondari, di sezione decrescente, sbalzano fino a raggiungere le facciate trasparenti. Priva di pilastri a vista, la struttura è progettata per resistere alle forti azioni sismiche della zona e limitare le vibrazioni grazie ad assorbitori armonici. La sensazione finale è quindi quella di un’ariosa balconata che si affaccia su Union Square.

Scheda progetto
Progettisti: Foster+Partners
Ingegneria strutturale: Foster+Partners, Simpson Gumpertz Heger
Ingegneria ambientale: Foster+Partners, Simpson Gumpertz Heger
Architetto di paesaggio: Carducci Associates
Area: 1.727 m2
Photos: Nigel Young/Foster+Partners, Paolo Riolzi
Drawings: Foster+Partners

 

Apple Dubai Mall - Dubai - 2017
Pur collocato nel Dubai Mall, sconfinato centro commerciale che ospita ogni anno 80 milioni di visitatori, il negozio è in contatto con l’esterno grazie a un’ampia vetrata curva, che si estende per 57 m, e a una terrazza esterna profonda 5,5 m, affacciate sulle fontane alla base del Burj Khalifa. Visto il clima caldo degli Emirati, la generosa facciata trasparente deve necessariamente filtrare la copiosa radiazione solare, in particolare d’inverno, quando i raggi solari sono più bassi. A questo scopo, oltre a un opportuno coating dei vetri, il progetto include un sistema di persiane pivotanti, ispirate alle tradizionali mashrabiya arabe, ma realizzate interamente in tubi di fibra di carbonio incrociati. La densità della griglia risultante è maggiore nelle zone che ricevono più radiazione, e invece più diradata nella parte bassa, per garantire la visuale esterna ai visitatori. Ogni anta del sistema schermante, larga 3 m e alta 11, è costituita da 340 tubi di carbonio, per un peso di appena 1.200 kg; al calare della sera, le persiane si aprono con un movimento della durata di un minuto.

Scheda progetto
Progettisti: Foster+Partners
Collaborating architect: WSP Middle East
Ingegneria strutturale: Foster+Partners, WSP
Ingegneria ambientale: Foster+Partners, WSP
Quantity surveyor: Aecom
Architetto di paesaggio: HED
area: 2.538 m2
Photos: Nigel Young/Foster+Partners, Paolo Riolzi
Drawings: Foster+Partners

 

Apple Michigan Avenue - Chicago - 2017
Collocato all’intersezione fra il “Magnificent Mile”, zona commerciale della North Michigan Avenue, e il Chicago River, il nuovo negozio risolve il salto di quota fra la città storica e le rive del fiume, riqualificate negli ultimi anni. La topografia del sito ha quindi influenzato la disposizione degli spazi commerciali, articolati attorno a una gradinata pubblica che fluisce, senza soluzione di continuità, fra interno ed esterno. Il negozio si riduce quindi, dal punto di vista concettuale, a un volume di cristallina trasparenza, protetto da un esile tetto in materiale composito (CFRP, carbon fibre reinforced polymer) che copre una luce di 34 m con un’altezza massima di appena 1 m. Le pareti verticali sono invece realizzate con lastre stratificate di vetro ultra-chiaro (4 strati da mezzo pollice ciascuno), la cui altezza varia da 4,5 m, sul lato della città, fino a 10 m sul lato del fiume; gli elementi curvati d’angolo hanno richiesto tecniche di fabbricazione speciali per evitare distorsioni ottiche una volta in opera. Le connessioni del sistema vetrato sono state integrate con la struttura portante e la copertura, così da non ostacolare la continuità visiva fra interno ed esterno.

Scheda progetto
Progettisti: Foster+Partners
Collaborating architect: Ross Barney Architects (RBA)
Ingegneria strutturale: Simpson, Gumpertz & Heger (SGH)
Ingegneria ambientale: Cosentini Associates
area: 2.415 m2
Photos: Nigel Young/Foster+Partners, Paolo Riolzi
Drawings: Foster+Partners

Apple Piazza Liberty - Milano - 2018
A giudicare dal numero di persone che, a ogni ora del giorno, sostano sui gradini della rinnovata piazza del Liberty, non c’è dubbio che milanesi e turisti abbiano già fatto proprio lo spazio restituito da Apple alla città nel luglio 2018, dopopiù di un anno di lavori. Unico Global Store del mondo assieme a quello di Union Square a San Francisco, il negozio di Milano declina in modo unico il tema del rapporto fra ambiente urbano e spazio commerciale sotterraneo, elaborato a più riprese a partire dal celeberrimo cubo di vetro della Quinta Strada di New York (2006). L’ampio volume interrato del preesistente cinema Apollo, risalente al 1959, ha consentito di realizzare una sezione particolarmente articolata, con un profilo superiore a gradoni: un auditorium all’aria aperta, che ospiterà eventi pubblici, ma anche un luogo di sosta a pochi passi da corso Vittorio Emanuele. Il secondo elemento visibile è un parallelepipedo di vetro alto 8 m, circondato da una fontana con 56 getti d’acqua che rielabora in chiave contemporanea un elemento caratteristico delle tradizionali piazze italiane. Al negozio vero e proprio si scende quindi circondati dal suono e dai riflessi dell’acqua che si infrange contro il vetro: esperienza mutevole a seconda dell’ora del giorno, che aggiunge una dimensione caleidoscopica e dinamica alla precisa ingegnerizzazione delle lastre vetrate, connesse fra di loro esclusivamente con silicone strutturale. Una volta raggiunto lo spazio commerciale, a circa 10 m sotto il livello stradale, si resta poi in contatto visivo con la città sovrastante grazie alle alzate in vetro dei gradoni della piazza, che lasciano anche filtrare una certa quantità di luce naturale. Piazza e negozio sono interamente rivestiti da 7.776 lastre di beola grigia lombarda, tagliate in orizzontale per l’applicazione a pavimento e in verticale (con un risultato più rugoso al tatto) per le pareti. Per ottenere l’effetto di un’architettura monolitica, quasi scavata da un unico blocco di pietra, le lastre, tagliate in 27 spessori diversi, sono state lavorate con sofisticati processi meccanici e al tempo stesso cura artigianale, e hanno permesso di realizzare, fra gli altri, angoli arrotondati (secondo una curva polinomiale di Bézier, più morbida rispetto a un semplice quarto di circonferenza), elementi forati per il passaggio dell’aria condizionata, e percorsi tattili su misura attrezzati con 300 transponder per utenti con disabilità visive. La scala interna, dispositivo che spesso caratterizza ogni Apple Store rispetto agli altri, è in questo caso costituita da gradini indipendenti larghi 2,2 m, fissati a sbalzo alla parete laterale. La struttura metallica di sostegno in acciaio inox, dalla forma a doppia curvatura, consente una controllata elasticità ai singoli gradini, ed è accuratamente lucidata così da generare complessi effetti di riflessione della luce.

Scheda progetto
Progettisti: Foster+Partners
Collaborating architect: SPI
Ingegneria strutturale: Foster+Partners, MSC Associati (local engineer from concept to detail design); SCL, Redesco (from concept design)
Ingegneria ambientale: Foster + Partners, ESA (local engineer)
General contractor and steel works: Sice Previt, Segrate (MI)
Stone: Campolonghi, Montignoso (MS)
Water features: Watercube, Marano Vicentino (VI)
Area: 1.990 m2 sales and back of house; 610 m2 plantroom; 1.816 m2 external plaza (4.416 m2 total interior + exterior)
Photos: Nigel Young/Foster+Partners, Paolo Riolzi
Drawings: Foster+Partners

Arketipo 124, Retail, novembre 2018