Dopo oltre un secolo dall’ultimo intervento di restauro, sono partiti i lavori di recupero dei meravigliosi mosaici policromi su fondo oro della cupola del Battistero di San Giovanni a Firenze. Oltre 10 milioni di tessere torneranno a splendere in uno dei monumenti più visitati al mondo.
La particolarità di questo intervento è che il cantiere e tutta la struttura resteranno aperti durante i sei anni di lavori per permettere comunque ai visitatori di goderne appieno: una speciale opera provvisionale, sviluppata da Layher, consentirà al pubblico, per la prima volta nella storia, di ammirare da vicino il grandioso ciclo di mosaici duecenteschi a cui lavorò anche Cimabue, fonte di ispirazione per la Divina Commedia di Dante. 

Il cantiere e l’intervento di restauro sono commissionati e finanziati dall’Opera di Santa Maria del Fiore in accordo con l’Arcidiocesi di Firenze, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le province di Prato e Pistoia. Il cantiere è un progetto dell’Opera di Santa Maria del Fiore con TSA Tecno System Appalti, che si è occupato del montaggio, e Layher, mentre l’intervento è stato affidato al Centro di Conservazione Archeologica con un’alta specializzazione nel restauro musivo. 

La committenza ha richiesto a Layher, in particolare, un’opera provvisionale in grado di rendere accessibile l’intera superficie musiva della volta - oltre 1.000 metri quadri di mosaici, realizzati con 10 milioni di tessere policrome - e che, allo stesso tempo, avesse il minimo impatto visivo a terra, per lasciare visibili ai visitatori le pareti e la scarsella decorate con marmi e mosaici, il cui restauro è terminato a luglio dell’anno scorso. Si è richiesto, inoltre, di garantire l’affluenza al ponteggio da parte del pubblico. Il tutto doveva essere eseguito nel massimo rispetto del monumento limitando o evitando al minimo gli ancoraggi, non possibili sulla cupola musiva. 

«Abbiamo selezionato un fornitore che ci permettesse di raggiungere i nostri obiettivi: l’ideazione e la progettazione di una struttura innovativa tecnicamente funzionale e tecnologicamente avanzata che traesse ispirazione dalle ormai codificate morfologie del fungo o dell’ombrello - ha commentato l’architetto Samuele Caciagli, responsabile dei lavori dell’Opera di Santa Maria del Fiore -. La geometria individuata ha permesso di mantenere accessibile la quasi totalità dell’aula al piano terreno a fronte di uno sviluppo superficiale dei piani di lavoro di oltre 10 volte superiore. Perché questo vuole essere un cantiere non esclusivo, anzi, l’opposto, vuole essere un cantiere inclusivo, vogliamo mostrare quello che stiamo facendo e vogliamo dare la possibilità a tutti di beneficiare da vicino di questo splendido mosaico».

La soluzione individuata da Layher e sviluppata con TSA è un ponteggio a forma di fungo (altezza 31,50 metri e diametro 25,50 metri) che si sviluppa su una superficie di 618 metri quadri calpestabili nella parte alta, a fronte di una superficie occupata a terra di soli 63 metri quadri: costruito con 8.150 elementi, utilizza delle travi in alluminio di ultima generazione (Layher Flex) che, passando attraverso le aperture quadrangolari affacciate sul piano attico del Battistero, permettono di distribuire uniformemente i carichi sulla struttura portante del monumento.
Nello specifico, la colonna è stata realizzata con ponteggio multidirezionale Allround, che ospita le scale per il pubblico e permette il trasferimento dei carichi a terra nella porzione “piena” del pavimento. I rimanenti appoggi sono realizzati con Allround e trave Flex. Indicativamente un quarto del carico del ponteggio è portato dalle travi Flex che, grazie alla loro altezza di 28 cm consentono l’inserimento in spazi limitati, e nel caso specifico fuoriescono a sbalzo dalle aperture quadrangolari del matroneo. Il supporto del ponteggio a sbalzo è dato dall’accoppiamento di due ordini di travi, che consente la ripartenza modulare in sicurezza dagli otto lati del Battistero. Altre caratteristiche da evidenziare: l’altezza di sbarco della trave accessibile al pubblico è di 17,5 metri, mentre parallelamente corre una scala da cantiere a rampe in alluminio, agevole e sicura, che permette l’accesso delle maestranze sino alla quota sommitale. Il camminamento dell’anello e della piattaforma aperta al pubblico è di circa 120 metri quadri.