Un rustico ottocentesco ricco di storia e di racconti, a ridosso del borgo storico di Querceto, frazione del comune di Sesto Fiorentino (FI), è rinato dopo decenni di incuria e degrado. Grazie a un intervento di ristrutturazione si è infatti recuperato il valore e la bellezza dell'antico fabbricato, denominata "Villa Pomaria", dei possedimenti e dei poderi della congregazione delle suore di Santa Marta, insediatesi a Querceto nel 1928. Protagonisti di questo intervento lo studio di progettazione Mannini, che opera nel campo delle nuove costruzioni residenziali e nel recupero del patrimonio edilizio esistente, e BigMat Focardi e Cerbai, che ha fornito i materiali necessari per la realizzazione.
La struttura era originariamente composta solo da due delle sette sezioni attuali, poi ampliata tra le seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento con l'aggiunta di un'unità sul lato destro, di una seconda abitazione colonica su quello sinistro e di alcuni annessi al piano terra caratterizzati da grandi archi (poi tamponati), mentre la sesta e la settima sezione, tra cui un portico aggiunto attorno al 1940, sono state inglobate successivamente. Prima dell'intervento di ristrutturazione delle tre nuove unità abitative per privati, il complesso si presentava come un unico corpo allungato percepito in modo organico insieme all'aia e agli annessi esterni quali l'ex fienile, il pozzo, il forno, il pollaio e la porcilaia. Un fabbricato sviluppato in senso longitudinale e con un unico affaccio verso sud, verso l'aia e il campo coltivato a ulivi, che nell'insieme forniva l'immagine di un complesso abitativo unitario ma la cui forma, dimensione e tipologia delle aperture evidenziavano gli ampliamenti subiti nel tempo. Nel procedere con la ristrutturazione, lo studio Mannini ha cercato di risanare gli ambienti esistenti, rispettandone la tipologia e la morfologia originale, mettendo allo stesso tempo in evidenza alcuni elementi caratteristici tipici della costruzione colonica come i due grandi archi, facilmente individuabili in facciata anche se tamponati.
L'intervento, durato 36 mesi, ha coinvolto un'area complessiva di 3.300 mq, di cui 290 di copertura con tegole romane invecchiate in cotto. Esternamente il fabbricato colonico ha visto il rifacimento della copertura in legno e della gronda con i travicelli appena smensolati, l'inserimento di infissi in legno, di persiane al primo piano, di portoni a bande orizzontali con spigoli mussati come da tradizione toscana al piano terra. In facciata è stato applicato dell'intonaco chiaro termoisolante Kerakoll e a decorazione delle aperture quadrate è stato steso un intonaco di colore grigio. L'intervento ha inoltre previsto il riposizionamento di due aperture già esistenti con architrave leggermente arcuato. L'aia invece è stata restaurata recuperando le lastre esistenti in pietra alberese, materiale utilizzato anche per lastricare la restante parte frontale dell'edificio e la zona attorno all'ex fienile, mentre il dislivello tra l'aia e la zona più interna è stato regolato da una gradonata in pietra. Lo studio di progettazione Mannini ha inoltre aggiunto alla costruzione due pergolati in legno, uno in corrispondenza del lato del fienile, in sostituzione di alcune baracche da smantellare, e l'altro a definizione dei posti auto, disposti a ridosso del muro di confine verso nord, come ideale prosecuzione del fabbricato. Infine il cancello in legno è stato sostituito con un doppio cancello in ferro a disegno semplice, affiancato da alcuni colonnini e da una recinzione in muratura intonacata e con la sommità baulata, così come doveva essere in origine.
Le due unità residenziali già esistenti, quella terratetto a matrice colonica delle prime due unità e quella al primo piano di epoca fascista, sono state risanate per ricavarne tre nuovi nuclei abitativi con ingressi separati. Nell'unità terratetto, oltre alla dotazione di servizi igienici si è proceduto con un riposizionamento della scala interna, troppo ripida e collocata in prossimità di un varco chiuso da un portone, che in origine permetteva l'ingresso di un carro e forse anche del bestiame. La scala, costruita in legno a elementi "a giorno", è stata inserita tenendo conto dell'orditura dei solai e della distribuzione delle stanze a piano terra e al primo piano, cercando di limitarne al massimo l'ingombro. Per quanto riguarda invece la seconda unità, non volendo modificare l'antica scala originale, nonostante la sua ripidità, i lavori si sono limitati all'inserimento dei servizi igienici e alla rettifica dei tramezzi interni, senza alterarne la tipologia e la distribuzione già esistenti. Le restanti unità del piano terra sono state invece accorpate in una sola, costituendo così il terzo appartamento, in cui sono stati inseriti servizi igienici, impianti, pavimenti e rivestimenti, porte e serramenti realizzati da artigiani locali, e infissi in legno a eccezione di quelli in ferro verniciato grigio e vetro montati a filo interno per tamponare gli archi e salvaguardare la caratteristica di "vuoto". Infine l'ex fienile è stato ristrutturato e mantenuto come fabbricato di servizio, completo di forno a legna per la pizza della Refrattari Valoriani, e utilizzato dai proprietari come zona comune accessoria alle tre abitazioni. L'intervento ha restituito la bellezza dell'edificio storico, espressione del suo tempo e del territorio in cui è inserito, valorizzandolo però anche con le finiture e i complementi d’arredo tra cui ROBO, lo sgabello firmato dal designer Carlo Piccinelli per Habimat.
Scheda tecnica:
- Tipo di intervento: Ristrutturazione con cambio di destinazione d'uso di un'antica colonica fiorentina
- Luogo: Sesto Fiorentino (FI)
- Progettista e direttore dei lavori: architetto Leonardo Mannini
- Impresa costruttrice: Costruzioni MCM di Muca Hekuran & C.
- Tempi di intervento: 36 mesi
- Classe energetica: da Classe G a Classe A