Un nuovo complesso residenziale è stato portato a termine nel piccolo centro di Pinzolo in provincia di Trento. Il progetto "Chalet Vette del Brenta" nasce da un intervento di demo-ricostruzione che ha donato nuova estetica e funzionalità agli appartamenti immersi nel panorama montano.
Il corpo edilizio del complesso degli chalet si articola in cinque residenze di pregio, che spiccano per l’elegante design e l’atmosfera accogliente. Per il progetto architettonico lo studio Marzoli architetti associati ha scelto di puntare su un design contemporaneo che fosse in grado di armonizzarsi con il paesaggio e dialogare con materiali e tradizioni costruttive locali, dando al tempo stesso grande spazio alle nuove tecnologie costruttive, al comfort e all’efficienza energetica. Tutta la struttura portante è realizzata in legno per ottenere la massima resa energetica e un elevato isolamento termico. Le cinque unità abitative - tutte dotate di ampi giardini pertinenziali - sono collegate da un ampio piano interrato che ospita le autorimesse, le cantine e tutti i locali di servizio.

Dal punto di vista architettonico e paesaggistico, la proposta elaborata è finalizzata alla rilettura degli stilemi tradizionali attraverso un linguaggio innovativo e contemporaneo che si traduce in un volume compatto che segue l’andamento naturale del terreno scandito dallo skyline delle coperture inclinate che richiama il profilo sinuoso delle montagne.
Il punto di partenza del progetto è stato proprio l'analisi del contesto e soprattutto lo studio dell’irraggiamento solare, volto a ottimizzare al massimo le risorse energetiche, portando a sviluppare il fronte principale e i giardini di pertinenza lungo l’asse sud-est, in modo da garantire agli spazi interni la migliore luminosità e l’apporto solare in tutti i mesi dell’anno.  Il progetto ha inteso privilegiare, inoltre, la conservazione del verde esistente con la creazione dei giardini pertinenziali per ciascuna unità.

Cristiana Marzoli dello studio Marzoli architetti associati - che ha sviluppato il progetto insieme al padre Aldo Marzoli e all’ingegnere Alex Zamboni - racconta la genesi delle scelte: “Volevamo che gli Chalet si distinguessero non soltanto per la loro forma architettonica, ma anche per l'impiego dei materiali. La nostra volontà è stata quella di richiamare alcuni elementi propri della nostra tradizione, come per esempio l'utilizzo del legno di larice naturale, in abbinamento a degli stilemi sicuramente nuovi e contemporanei”.

Quindi, fatta eccezione per gli interrati dove è stata realizzata una struttura in cemento armato, la struttura portante degli Chalet è stata creata con pannelli
X-Lam. Per quanto riguarda i rivestimenti gli architetti hanno giocato con materiali dalle texture, colori, anime differenti, accomunate dalla tensione verso la massima naturalità e integrazione con l’intorno. Troviamo quindi il calore delle doghe in larice per le pareti superiori e il rivestimento sottogronda degli sporti, la trasparenza dei parapetti in vetro extrachiaro che slanciano i balconi massimizzando l’apporto solare verso gli ambienti e poi la leggerezza dell’alluminio PREFA, scelto in forma di nastro sia per le facciate che per la copertura, nel colore antracite per richiamare immediatamente la forma, i colori e la solidità delle rocce delle montagne.

A mio avviso il vero protagonista di questo progetto è il rivestimento in alluminio preverniciato di colore antracite” aggiunge l’architetto Cristiana Marzoli “scelto per la sua estetica estremamente contemporanea e che si è rivelato un elemento estremamente versatile”. L’alluminio ha consentito infatti di alleggerire i volumi seguendo come un tessuto aderente i profili delle grandi aperture e donando un effetto di grande leggerezza. Le partiture in alluminio cadenzano il ritmo architettonico delle numerose aperture e dei balconi, enfatizzando la ricerca di un dialogo continuo tra gli spazi interni e l’esterno. Inoltre la lunghezza dei balconi è ritmata dalla presenza scandita e irregolare dei frangisole metallici verniciati effetto corten.

I progettisti hanno dato vita a un'elegante dicotomia che pone l’accento sul contrasto tra il colore scuro delle coperture e della parte superiore del volume architettonico e le tonalità dei bianchi che contraddistinguono le murature dei piani terra con finitura a cappotto, mentre l’alluminio color antracite ripercorre con essenzialità e raffinatezza l’intero involucro.