L’implementazione del BIM nel processo edilizio può essere una risposta ottimale alle problematiche gestionali che connotano l’industria delle costruzioni, ma comporta un notevole investimento iniziale legato principalmente a tre voci: l’acquisto di soluzioni software finalizzate al building information modeling and management (BIMM); l’acquisto di sistemi hardware idonei alla gestione di database edilizi, onerosi dal punto di vista della complessità dei files; la creazione di capitale umano formato alla loro generazione e amministrazione (BIM modelers and managers). A questi costi difficilmente le aziende, specie le più piccole, riescono a far fronte. Il problema viene sempre analizzato dal punto di vista del Return of Investment (ROI) evidenziando come la curva di ritorno degli investimenti abbia una crescita esponenziale. In maniera meno diretta, i dati condivisi in letteratura evidenziano due aspetti principali: non omogeneità nelle analisi e nella standardizzazione delle variabili di costo; forte dispersione dei risultati in relazione al tipo di progettazione sviluppata nei differenti case studies.

Ai fini di un ragionamento sulla “sostenibilità economica” legata alla implementazione del BIM nella fase decisionale del processo edilizio, quello che si può evidenziare è l’aumento del ROI per quei progetti che vedono un uso più spinto di componenti industriali nelle soluzioni architettoniche, specie quelle caratterizzate da tipi ripetuti, come ad esempio nell’edilizia residenziale. Si può inoltre osservare come il BIM promuova una “concentrazione nel tempo” delle attività progettuali. È questo, in sintesi, il significato della assai nota curva di MacLeamy, che evidenzia il fatto che il BIM da un lato porta a concentrare le scelte strategiche nella fase preliminare, ma, dall’altro, impone un processo produttivo che garantisce una progettazione integrata e concentrata nel tempo piuttosto che diffusa e (a volte) lacunosa. Operativamente, la riduzione dei costi esplorata nei progetti con impiego di componenti industriali deriva chiaramente dall’uso diffuso di modelli collegati (federated) e ripetuti all’interno di un modello master, prassi che permette anche una forte riduzione della complessità dei files con conseguente snellimento dell’hardware necessario per la gestione dei database. Alla sostenibilità economica derivante dal fatto di progettare meglio e in minor tempo si aggiunge quindi una riduzione del costo di implementazione dei database di cui si sostanzia il progetto edilizio.

In sintesi, possiamo considerare come strategici, dal punto di vista della riduzione dei costi di progettazione, i seguenti aspetti: lo sviluppo di modellatori informativi edilizi (BIM) opensource; la riduzione dei costi per la condivisione in cloud dei database edilizi; la creazione di capitale umano da parte delle università e degli enti di formazione in genere.