d'Architettura 22
Davide Vargas

... Io lavoro ad Aversa, centro storico normanno, radiocentrico e introverso di assoluta qualità, aggredito sempre più da vicino da una città senza regole, località provinciale persino più di Caserta, e la risoluzione a cui sono arrivato oggi è che mi interessa il processo, non il risultato. La fatica del progetto, la tenacia nel superare gli ostacoli cui si faceva cenno, mi sembra questa la componente vivificante e la vera dimensione etica del nostro lavoro. Di più, gli ostacoli non sono ostacoli, ma occasioni, ogni difficoltà posta dal committente o dall'amministratore o dall'ambiente è motivo di miglioramento del progetto. Non mi interessa l'ansia di cambiare il mondo nel suo complesso, mi interessano i tracciati personali, l'ostinazione nel conquistare una meta, che non è mai la meta finale ma si rivela sempre la penultima, perché un'altra subito appare. Direi che ciò vale in ogni campo, dobbiamo ragionare in termini di processo, di continua modificazione e dunque di continua invenzione. Niente è stabile, la sento quasi come una parola d'ordine: processo piuttosto che risultato. Non si tratta, semplicemente, di una strategia dovuta a condizioni contingenti di difficoltà, è una cosa più profonda, una rivoluzione etica, un atteggiamento, una vigilanza, uno strumento per non lasciarsi determinare e per costruire una campitura degna...