Deichman Bjørvika

La nuova biblioteca Deichman Bjørvika si inserisce nel piano di sviluppo del distretto di Bjørvika di Oslo, un tempo austero terminal portuale per container, posto alle spalle della stazione centrale, attualmente il più grande progetto di sviluppo urbano e architettonico della capitale norvegese. In quest’area, a partire dall’inizio degli anni 2000, sono stati costruiti prima l’Operahuset, inaugurata nel 2007 su progetto di Snøhetta, poi il “Bjørvika Barcode”, comparto urbano residenziale, commerciale e terziario di 220.000 mq composto da 11 grandi edifici di diverse altezze, progettati da vari studi sulla base di un masterplan definito da MVRDV e ultimato nel 2012. Completano il piano di riqualificazione urbana il Museo di Edvard Munch e la nuova biblioteca centrale intitolata a Carl Deichman (industriale, filantropo e bibliofilo norvegese, morto nel 1780). Entrambi gli edifici sono il risultato di concorsi internazionali banditi nel 2009, il primo vinto da Estudio Herreros, il secondo dagli studi LundHagem e Atelier Oslo architects, ed entrambi terminati di recente dopo notevoli ritardi nella costruzione: la biblioteca è stata inaugurata il 28 Marzo 2020, proprio poco prima del lockdown imposto dalla pandemia del Covid-19, mentre il Museo di Munch aprirà nell’autunno 2021. Le due strutture, molto diverse tra loro, hanno in comune alcuni aspetti: entrambe sono state progettate per essere non soltanto - rispettivamente - un museo e una biblioteca, ma anche luoghi di socialità culturale innovativi, dinamici e aperti alla comunità, con una molteplicità di funzioni accessorie; in entrambi i casi gli edifici giocano sulla trasparenza quasi enigmatica delle facciate, e sullo sviluppo in altezza che porta i visitatori a un belvedere affacciato sul fiordo e sulla città da un’altezza vertiginosa.

Nel 2009 LundHagem e Atelier Oslo architects vinsero il concorso per la nuova biblioteca Deichman Bjørvika con il concept denominato “Diagonale”, proprio a evidenziare il fatto che l’intero progetto, dalle giaciture alla conformazione interna dell’edificio, era impostato su linee oblique e tagli diagonali. Il concorso richiedeva che la biblioteca occupasse un terzo del lotto compreso tra Dronning Eufemias Gate, Operagata e Nylandsveien. I restanti due terzi sarebbero stati destinati a edifici terziari e residenziali, e sarebbero stati progettati a partire dal masterplan di concorso. Il gruppo vincitore decise di collocare la biblioteca sul lato ovest, al fine di offrire la migliore vista possibile sul fiordo, sull’Operahuset sulla città, e di garantire una maggiore vicinanza alla stazione dei treni e dei trasporti pubblici. Tale localizzazione, tuttavia, comportava una serie di vincoli, dati dalla forma del lotto stesso.

Deichman Bjørvika
Vista della Deichman Bjørvika dalla Operahuset

Il progetto di LundHagem e Atelier Oslo riesce a inserirsi nel tessuto urbano con sapienza ed efficacia: l’edificio è caratterizzato da una pianta poligonale irregolare e da una compatta volumetria che si eleva per sei piani, scanditi da aggetti. L’ultimo piano, però, si protende verso il fiordo con uno sbalzo di circa 18 m, a coprire l’entrata dalla piazza. Il volume dell’edificio risulta tagliato in modo da consentire massima visibilità al Teatro dell’Opera per chi viene dal centro, e le giaciture della facciata principale sud-ovest e del soprastante piano a sbalzo risultano perpendicolari a quelle delle facciate nord-ovest dell’Operahuset. Anche la strada diagonale che taglia in due il lotto restante segue la direttrice imposta dal Teatro, collegandosi al “Barcode”. Ma il principio della diagonale ispira anche tutta l’articolazione interna, non solo per la conformazione delle piante dei vari piani e mezzanini sovrapposti, ma soprattutto per la presenza di tre vasti cavedi che attraversano obliquamente l’edificio, intersecandosi tra loro, e connettendo ciascuna delle entrate poste su tre lati con uno dei tre lucernari posti sul tetto, realizzando una forte continuità visiva tra l’esterno e l’interno, creando una grande varietà di soluzioni spaziali, e consentendo inoltre alla luce naturale di diffondersi in profondità. I tre vuoti centrali della Deichman Bjørvika si sviluppano fra i tre nuclei in cemento armato, anch’essi dalla forma irregolare, che contengono scale di sicurezza, ascensori e vani tecnici, e che conferiscono la necessaria stabilità strutturale. Rivestiti di scaffalature metalliche verniciate di nero, essi si sviluppano in altezza come tre “torri di libri” che attraversano tutti i livelli. Aver concentrato la maggior parte dei 450.000 volumi in questi scaffali ha consentito di realizzare dei vasti open space, con poche librerie basse e inondati di luce naturale.

Al piano interrato vi è un auditorium di 200 posti, una piccola sala cinematografica, depositi automatizzati e locali di servizio; al piano terra vi è l’atrio di ingresso, una vasta piazza centrale sormontata dall’installazione artistica a neon “Brainstorm” di Lars Ø Ramberg, circondata da attività commerciali e di ristoro affacciate verso l’esterno, e dagli spazi occupati dagli uffici, che ritroviamo su tutti i piani sempre nell’angolo nord-est. Al piano ammezzato continua la caffetteria e la sezione riviste e giornali. Al piano primo vi sono la Narrativa e la sezione bambini, con installazioni di vario genere, laboratori, spazi per il gioco, la didattica, la narrazione e le attività di drammatizzazione. Al piano secondo e sui mezzanini tra secondo e terzo, vi sono la sezione musica e spettacolo, un maker space, sale per vedere film, gaming room, una sala di registrazione, spazi per lo studio, il relax e la socialità. Al piano terzo vi sono le sezioni di Arte e Architettura, Scienze Sociali, Scienze e Tecnologie, spazi di studio e di consultazione, aree relax e sale riunioni.

Deichman Bjørvika
Vista esterna della facciata vetrata e dei controsoffitti alveolari in pannelli di vetro cellulare espanso, tagliati a laser

Dal piano terzo diparte una gradonata dalla forma irregolare, con una successione di terrazzamenti che conduce al piano quarto, creando il belvedere affacciato sulla città, in vertiginoso aggetto sulla piazza sottostante. Al piano quarto vi sono la sezione di Scienze Naturali, la collezione speciale Deichman, sale di studio e di consultazione, uffici che possono essere affittati, e che continuano al piano ammezzato sotto il tetto e, infine, l’installazione artistica della “Future Library” ideata dell’artista Katie Paterson: ogni anno per cento anni uno scrittore dona un manoscritto originale che andrà a creare una collezione, che verrà resa disponibile solo nel 2114, stampata sulla carta prodotta da una foresta che è stata piantata in Norvegia nel 2014.

Sostenibilità e innovazione delle facciate
L’edificio rappresenta lo stato dell’arte sul fronte della sostenibilità, ed è progettato per soddisfare i criteri della Passive House secondo il Norwegian Standard 3701, gli standard del SINTEF Project Report 42:2009 e secondo i criteri del Futurebuilt, che prevedono una riduzione di almeno il 50% delle emissioni di gas serra rispetto allo standard attuale. I calcoli di progetto ipotizzano una riduzione combinata del 69,8% e un consumo energetico stimato di 71kWh/mq/anno. Il sistema di raffrescamento e riscaldamento dell’edificio corre nei solai in calcestruzzo, che sono in gran parte a vista, sfruttandone anche l’inerzia termica. Il sistema di climatizzazione a pompe di calore, inoltre, sfrutta l’acqua del fiordo. Le facciate sono un mix di vetrate trasparenti e traslucide, che nel primo caso consentono spettacolari vedute sulla città, nel secondo diffondono all’interno una luce lattiginosa, creando una atmosfera sospesa e contemplativa, e di sera trasformano l’edificio in una grande lanterna urbana. La facciata del piano terra e del piano ammezzato è realizzata con montanti e travi in acciaio con triplo vetro trasparente. Le facciate dei piani superiori, invece, sono composte da tre layer differenti: all’esterno e all’interno vi sono pannelli in vetro stratificato montati a giunto aperto (alcuni trasparenti, altri opalini), larghi 95 cm e apribili per manutenzione e pulizia; in mezzo vi sono lastre di vetro stratificato, di sicurezza, triplo strato con doppia intercapedine, larghe 61 cm, montate su montanti in GFRP (glass fiber reinforced polymers) con interposto isolante, a cui sono fissati anche i sistemi di aggancio e apertura delle lastre esterne e interne. Nell’intercapedine esterna sono collocate tende oscuranti a controllo domotico. L’utilizzo del GFRP per i montanti ha consentito di minimizzare i ponti termici, ridurre i pesi e smussare le forme, per ridurre l’impatto delle ombre sulla facciata, conferendole maggiore uniformità. La facciata tradizionale del piano terra e dell’ammezzato ha una trasmittanza pari a 0,77W/mqK, mentre le facciate speciali dei piani superiori variano, a seconda delle caratteristiche, tra 0,45 e 0,59 W/mqK. Infine, i tre lucernari (440 mq in tutto) sono realizzati con un sistema Okatech© con triplo vetro isolante con interposta rete di alluminio (U-value di 0,9 W/mqK a g-value del 21%) che garantisce al contempo adeguati isolamento termico e protezione dalla luce solare diretta.

UNA STRUTTURA AVVENIRISTICA
La vicinanza al fiordo ha comportato un significativo ritardo nei lavori e un aumento dei costi dei lavori di scavo, impermeabilizzazione e costruzione delle fondazioni, realizzate con 13.000 metri di pali che scendono fino a 70 metri. Le soluzioni strutturali adottate per la Deichman Bjørvika sono estremamente ingegnose. Per consentire la costruzione del solaio terrazzato a sbalzo, e al contempo garantire la massima leggerezza delle solette e il minimo numero di pilastri, sono state valutate varie soluzioni, verificate mediante modellazione parametrica: dall’ipotesi di un sistema a tralicci incrociati disposti lungo le facciate a un sistema di pilastri “ad albero”, che allargavano i loro “rami” di piano in piano. La scelta finale è stata quella di appendere le solette, e in particolare quella a sbalzo tra il terzo e il quarto piano, al solaio di copertura, realizzato non mediante un’orditura incrociata di travi metalliche, come inizialmente ipotizzato, bensì in cemento armato gettato in opera con un sistema a “folding”, ovvero con piastre piegate in modo tale da realizzare delle forme a piramide rovescia, con angoli fino a 30°, in grado di sopportare i carichi previsti con spessori ridotti. Lo sbalzo di 18 m all’ultimo piano è supportato anche da travi in calcestruzzo con armatura post-tensionata. I vari piani sono stati realizzati con solai a piastra gettati in opera, con sistema di alleggerimento BubbleDeck®, che prevede l’inserimento di corpi cavi sferici di alleggerimento in materiale plastico, che ha consentito la realizzazione di un sistema di climatizzazione ad attivazione termica della massa (TABS - Thermo-active building systems) e con impianto di ventilazione a bassa potenza inserito nel pavimento galleggiante (UFAD - Underfloor air distribution). I parapetti inclinati, anch’essi in cemento armato gettato in opera, hanno funzione di travatura di irrigidimento per la realizzazione dei cavedi interni. Poiché gran parte dei solai gettati in opera, inclusi i parapetti, sarebbero poi rimasti a vista, è stata necessaria grande cura nella realizzazione delle casserature e dei getti. Per il tetto e per i cavedi, è stato necessario realizzare un sistema di casseri prefabbricati con 490 forme uniche di casseforme, per un totale di 2.600 m², realizzati in Austria, trasportati in Norvegia e montati in cantiere come un enorme puzzle. Poiché il sistema TABS non consente di realizzare controsoffitti, il problema del controllo acustico è stato risolto incollando direttamente sotto le solette in cemento armato dei pannelli di vetro cellulare espanso, tagliati a laser in modo da ottenere una geometria alveolare modulare irregolare (ciascun modulo di ca. 60x60 cm), atta a comporre migliaia di piccole camere verticali con funzione di deflettori acustici, di 15 cm di spessore.

Scheda progetto
Progettista: LundHagem and Atelier Oslo architects
Committente: Città di Oslo
Competition: 2009
Design: 2009-13
Costruzione: 2014-2020
Area: 19,600 mq
Architects: LundHagem and Atelier Oslo architects
Interior Architects: Scenario
Project Management: AFRY Advansia
Structural engineering: Bollinger Grohman and Multiconsult Consultants Multiconsult, COWI, Rambøll, Asplan Viak / Kan Energi
Construction Management: OPAK AS, ÅF Advansia AS Contractor core and shell: SKANSKA Contractor façade: Roschmann Group Contractor interior: AF Byggfornyelse Subcontractors: Malthus AS, Seierstad Pelemaskiner AS, AF Gruppen Norge AS, Oras AS, GK Inneklima AS, OneCo Elektro AS, ThyssenKrupp AS, Lyngsoe Library Systems A/S, Braathen Landskapsentreprenør AS, Fortum Varme AS
References: Jessica Klingelfuss, Oslo’s ambitious Deichman Library opens to the public, 18 Giugno 2020 https://www.wallpaper.com/architecture/deichman-library-lund-hagem-architects-atelier-oslo-norway Matthias Stracke, Knut Werner Lindeberg Alsén, Kreative Ingenieurkunst in Norwegens Hauptstadt. Die neue Deichmanske Bibliothek, in: Ingenieurbaukunst 2019, Verlag Ernst & Sohn, Berlin, 2019
Photos: Einar Aslakasen, Iwan Baan

Vertigo, Arketipo 148, 2021