A Gallarate, l'ottocentesca Basilica di Santa Maria Assunta si trova sul sito in cui sorgevano due antiche chiese, risalenti al X e XV secolo, della quale rimane ancora il campanile di 45 metri.
La basilica ha una navata unica, lunga 89 metri, ai lati della quale si aprono alcune cappelle con affreschi e sculture. La chiesa ha un valore importante per la comunità di Gallarate e ha da poco completato un ampio lavoro di restauro, curato dagli architetti Paolo Gasparoli e Fabiana Pianezze, grazie al quale sono state recuperate affreschi e superfici interne degradate, modernizzati gli impianti e reso l’edificio di culto più accessibile.
In occasione del restauro è stato costruito anche un nuovo altare maggiore opera dell’artista Claudio Parmiggiani. L’artista ha realizzato un insieme di teste scolpite in onice bianco, accatastate tra due lastre bianche. Le teste rappresentano santi, martiri e personaggi della storia civile e religiosa, con riferimenti a Michelangelo, Bernini, Borromini e Canova.

Un momento fondamentale della rinascita della Basilica di Gallarate è rappresentato dal progetto illuminotecnico, firmato dall’architetto Marco Torri e realizzato con faretti della Disano Illuminazione.
Prima del restauro - spiega l’architetto Torri - la chiesa appariva molto scura e l’impianto luci era il risultato di interventi successivi. Un insieme non omogeneo e molto dispendioso dal punto di vista energetico”.
Il nuovo impianto luci a led, con diverse accensioni, valorizza l’ampiezza e la solennità della Basilica, sottolinea il valore artistico delle opere d’arte, a cominciare dall’originalissimo altare.
Il progetto illuminotecnico - aggiunge Torri - è stato realizzato ascoltando tutti gli interessati, dal capo del restauro, alla sovraintendenza, alla direzione lavori. Sono state soddisfatte anche richieste molto specifiche. Per esempio l’altare e l’ambone di Parmiggiani dovevano essere messi in grande evidenza e a questo scopo si è lavorato con sagomatori, che indirizzano la luce esclusivamente sugli oggetti scelti”.
Per la nuova illuminazione della Basilica di Gallarate sono stati utilizzati faretti Vision (Fosnova) nella versione speciale con cablaggio separato, progettata proprio per le chiese e i beni artistici e monumentali.

Questo tipo di faretto - precisa Torri - è conosciuto e apprezzato dal committente, che è la Diocesi di Milano. Si tratta di apparecchi che si mimetizzano molto bene nelle strutture architettoniche. In questo caso li abbiamo sistemati sul cornicione ad altezze di 18 m, ottenendo una luce uniforme e ben distribuita”.
La versione Vision Big (Fosnova) con potenze fino a 50 W è stata impiegata alle altezze più elevate, il doppio snodo ha premesso un’estrema precisione nei puntamenti. Oltre a fasci larghi per la luce d’ambiente sono stati utilizzati fasci medi per illuminazione diretta e fasci stretti per luci d’accento. Nelle cappelle laterali sono stati utilizzati anche apparecchi lineari a led della serie Micro Liset (Fosnova). Le dimensioni ridotte dell’apparecchio e l’alta resa cromatica delle sorgenti led hanno permesso di realizzare una scenografia adeguata a valorizzare sculture e altri oggetti d’arte.
Nell’insieme si è trattato di un progetto illuminotecnico complesso, in cui si incontrano esigenze estetiche e funzionali.
Il risultato finale - conclude Torri - ha soddisfatto tutti. Siamo riusciti, anche grazie alla collaborazione della Disano, a rispondere alle aspettative di chi ha lavorato al restyling della Basilica. La luce può valorizzare oppure stravolgere (ad esempio falsando i colori) un lavoro di restauro ed è quindi un elemento decisivo in questo tipo di interventi”.