Una struttura sanitaria autosufficiente e indipendente, che risponde alle esigenze di un’architettura d’emergenza, ma al contempo ha la capacità di essere un edificio definitivo.
Emergency Hospital 19 è il progetto sviluppato da Humanitas, con il supporto ingegneristico e progettuale di Techint e dell’architetto Filippo Taidelli, per la gestione e il contenimento delle malattie infettive all’interno delle strutture ospedaliere. Un progetto in cui architettura, medicina e ingegneria, concorrono alla definizione di spazi per la gestione e la cura: efficienti, sostenibili e dal volto umano. Non solo un concept, ma un progetto pilota e un nuovo modello per gestire le emergenze sanitarie con l’obiettivo di dare spazi di qualità, sicurezza ed efficienza. Emergency Hospital 19 è la prima di tre strutture dedicate all’emergenza in via di costruzione a Bergamo, presso Humanitas Gavazzeni, e Castellanza, presso Humanitas Mater Domini.

L’emergenza degli ultimi mesi ha evidenziato l’esigenza di essere sempre pronti ad affrontare virus, già noti o sconosciuti. Grazie alla separazione dei percorsi dei pazienti, la struttura garantirà continuità di cure e assistenza ai pazienti con altre patologie, in totale sicurezza. Emergency Hospital 19 è la risposta di Humanitas alla necessità di farsi trovare pronti per gestire al contempo le criticità di un’emergenza e l’ordinarietà della cura: un’architettura versatile e universalmente adattabile - realizzabile in soli 3 mesi - che a partire da una struttura modulare può crescere senza vincoli, essere adattata e integrata al contesto preesistente e personalizzata nei suoi spazi.
La realizzazione di Emergency Hospital 19 in sole undici settimane accanto all’attuale Pronto Soccorso, è stata possibile grazie all’importante contributo di Intesa Sanpaolo all’Istituto Clinico Humanitas e di TenarisDalmine e Fondazione Rocca alla Fondazione Humanitas per la Ricerca, cui si deve lo sviluppo scientifico del progetto.

L’emergenza Covid-19 ha mostrato la necessità di ripensare l’impostazione strutturale degli ospedali, a partire dalla separazione dei percorsi per i pazienti. Humanitas ha lavorato con Techint e Filippo Taidelli alla formulazione di un concept di struttura che rappresenta una soluzione versatile ed efficace, in grado di affiancare, provvisoriamente o definitivamente, le attività degli ospedali. Una soluzione capace di rispondere in maniera modulare e flessibile, in quantità e qualità, a un numero variabile di pazienti e a diverse tipologie di destinazioni d’uso (terapia intensiva/degenza) a seconda dello scenario di emergenza sanitaria.

Filippo Taidelli ha sviluppato ulteriormente un tema cardine del percorso intrapreso in questi anni da Humanitas nell’umanizzazione degli spazi: il progetto per Emergency Hospital 19 si fonda sulla necessità di mettere l’uomo, paziente dell’ospedale odierno, al centro. L’umanizzazione dell’ambiente sanitario diviene il mezzo attraverso cui aiutare il paziente a riappropriarsi del processo di guarigione. All’interno dell’architettura vengono valorizzati gli aspetti emozionali, intellettuali e sensoriali, inserendo elementi come affetti famigliari, natura e stimoli della città.


L’ambiente deve diventare una risorsa per supportare il processo di guarigione: molti fattori legati alla dimensione architettonica dell’ambiente possono influenzare positivamente il processo di guarigione. Degenze e terapie intensive dispongono di grandi finestre che consentono al malato allettato di poter beneficiare della luce naturale e della vista sul paesaggio, senza essere esposto a rischio di abbagliamento o surriscaldamento della stanza grazie alla presenza di veneziane e serigrafie esterne al vetro.

In regime di emergenza, il malato può trascorrere anche più di 10 giorni in una stanza di degenza, in spazi contenuti che talvolta non consentono la presenza di altri arredi se non il letto - che diventa giaciglio, sala da pranzo, divano. In questo habitat, la finitura dell’involucro interno diventa elemento sensibile per infondere serenità e tranquillità al degente. Nel progetto di Emergency Hospital 19 la carta da parati a strisce pastello multicolori alle pareti di stanze e corridoi aiuta a rompere la monotonia e continuità tra gli ambienti, proiettando idealmente il malato in una spensierata atmosfera en plein air e aiutandolo a sentirsi meno disperso o oppresso. Anche i pavimenti, che simulano un deck di legno senza soluzione di continuità, e i corpi illuminanti a luce calda (3000 k) contribuiscono a creare un’atmosfera più avvolgente. Questi accorgimenti sono stati pensati per ricreare sensazioni domestiche, di serenità e benessere, e supportare il delicato equilibrio psicofisico del malato. Il rapporto visivo con la natura e col verde diviene una componente imprescindibile della progettazione architettonica, rappresentando non solo un elemento di mitigazione climatica dell’involucro, ma anche uno strumento terapeutico. Gli spazi esterni diventano quindi un’occasione per incentivare il valore simbolico del verde. Emergency Hospital 19 risponde a un principio di sostenibilità allargata: tecnica, sociale, energetica e ambientale. Il modulo base è stato sviluppato per essere adattabile a seconda della latitudine e del contesto. L’involucro è stato studiato per abbattere fino al 50% l’energia termica in entrata, riducendo così l’apporto energetico richiesto dalla climatizzazione interna. La doppia pelle, più o meno traspirante, permette di adattare l’edificio a differenti condizioni climatiche sfruttando al massimo le risorse disponibili sul luogo (sole, vento, vegetazione ecc…) per contenere le dispersioni energetiche invernali e controllare il surriscaldamento estivo.

Le aree verdi rappresentano una parte imprescindibile del progetto: concorrono alla mitigazione climatica dell’involucro, diventano parte integrante della gestione dei flussi - in un contesto di distanziamento sociale come misura preventiva - e uno strumento terapeutico per pazienti e operatori. Fondale visivo per i degenti, il verde, contribuisce al processo di guarigione e segna, con il mutare della vegetazione, lo scandire del tempo.
La zona patio è il centro attorno a cui si sviluppano i reparti operativi e di degenza: un’area, concepita come un piccolo chiostro di un monastero rinascimentale. Un’oasi di relax in un ambiente protetto, immerso nella natura e nei suoi profumi, per un piccolo momento di pausa all’aria aperta, dove il personale sanitario può allontanarsi temporaneamente dall’atmosfera della corsia di degenza e mitigare lo stress.

Anche all’interno dell’ospedale i pazienti allettati possono beneficiare dell’effetto defaticante della vegetazione grazie alla presenza di piante, arbusti, essenze fiorite e aromatiche posizionate in corrispondenza delle finestre. Ospitate in fioriere colorate di diverse dimensioni e altezza, sono in grado di garantire vivacità al giardino anche in inverno, quando le fioriture sono minori. Senza trascurare la massima flessibilità, la manutenzione e l'igienizzazione dell’area, viene offerta una esperienza sensoriale immersiva composta da verde spontaneo. Un patio terapeutico che si compone di piante aromatiche in varietà, i cui odori rilasciati dalle molecole volatili coinvolgono la sfera dell’emotività, della memoria, la sensibilità e tutte le aree cognitive correlate; perenni a fioriture colorate e piante che attirano farfalle, per beneficiare delle meravigliose fioriture che si alternano nel corso delle stagioni, recuperando armonia psichica ed emotiva attraverso i colori; alberelli di piccole dimensioni e arbusti a fioritura invernale, per sopperire alla mancanza delle perenni a fioritura estiva e assicurare anche nei mesi freddi la presenza del verde.

In regime provvisorio e di emergenza, il rivestimento di facciata e l’integrazione architettonica hanno come scopo principale quello di coniugare la necessaria modularità delle aperture e la ripetitività del layout interno con una composizione in grado di ristabilire un rapporto armonico e flessibile con il nuovo contesto urbano e paesaggistico, riavvicinando concettualmente ed esteticamente l’ospedale al centro civico. Per questo, la facciata esterna dell’Emergency Hospital 19 prevede una seconda pelle modulare, concepita come un “vestito” adattabile a seconda delle condizioni climatiche e di immagine richieste dal contesto geografico. La facciata funge inoltre da mitigatore climatico dell’involucro per contenere l’irraggiamento solare, aumentare il comfort degli utenti e ridurre l’energia necessaria per il funzionamento degli impianti di climatizzazione. La seconda pelle che riveste il modulo di base è adattabile a diverse esigenze formali ed è composta da due elementi principali: pelle e ciglia.
La pelle è una sequenza di lamelle verticali in alluminio colorato che, al cambiare del punto di vista, modificano la percezione del prospetto, creando effetti cinetici come quelli delle dinamiche installazioni di Rafael SotoI colori delle lamelle possono esser combinati in percentuali differenti sulle diverse facciate: colorazioni dello stesso tono, ma a intensità variabile, rendono l’impatto visivo sui volumi dinamico e mutevole. Nelle diverse declinazioni formali le finestre sono incorniciate da imbotti metallici colorati che ne ridisegnano le geometrie in grandi parterre che animano la facciata. Come delle grandi ciglia queste profonde cornici riparano la superficie vetrata dall’irraggiamento diretto senza limitare la trasparenza, la vista verso il paesaggio circostante e la privacy del degente.

Emergency Hospital 19 è un’architettura versatile e universalmente adattabile, ad alto contenuto tecnico-formale e scientifico, ideata per rispondere rapidamente sia a situazioni di emergenza temporanea sia ad ampliamenti definitivi. Il progetto racchiude tutte le caratteristiche fondamentali per l’ospedale del futuro, in uno spazio limitato e sviluppabile in tempi brevi. Emergency Hospital 19 è stato realizzato in soli tre mesi, un terzo del tempo rispetto a una struttura tradizionale, grazie ai monoblocchi che ne consentono anche il rapido smontaggio e trasporto senza comportare i limiti distributivi dei containers.
Concepito sulla base dell’esperienza clinica di COVID-19 nel rispetto dei più consolidati criteri alla base della progettazione ospedaliera, seppur dimensionalmente compatto, Emergency Hospital 19 presenta tutti i requisiti necessari per poter assumere quel carattere di permanenza fondamentale per sopperire anche a prossime emergenze sanitarie. L’edificio si configura come sistema modulare prefabbricato e replicabile, costituito da sei moduli principali, a cui corrispondono specifiche destinazioni d’uso interne, e da altri sottomoduli che consentono una suddivisione ordinata e misurata dello spazio, favorendo al contempo l’adozione di soluzioni prefabbricate in grado di ridurre notevolmente i tempi di costruzione.
Emergency Hospital 19 è articolato in 6 moduli principali, che si configurano analogamente a un edificio “a piastra”, al fine di garantire una efficiente sequenzialità e funzionalità al processo clinico-assistenziale. Modulo Pronto Soccorso, collocato a nord del fabbricato, dotato di camera calda coperta e riscaldata; Modulo O.B.I. e Servizi diagnostici; Modulo Terapia Intensiva;  Modulo Servizi accessori e di supporto;  Modulo Degenza;  Modulo Area Interventistica.

Scheda progetto
Luogo: Rozzano (MI)
Committenza: Immobiliare Pieve srl
Superficie totale: 2.750 mq
Moduli: 6 con pronto soccorso,terapia intensiva e sub-intensiva, degenze con pressione negativa,area diagnostica,blocco operatorio e radiologia.
Partner impianti: E-Plant, Tecnologie Applicate, SOL, TELCOM
Assistenze edili: Impresa Pirovano
Partner edili: Locabox (strutture prefabbricate) e Operamed (struttura prefabbricata sala operatoria)
Arredi: Gerflor e Greenwood (finiture interni ed esterni), Isea (pellicole e segnaletica), Philips (monitor), Linet e Malvestio (arredi medicali), Drager e BD (macchinari medicali), Sikkens (pitture murali)
Luci: Disano, Performance iN Lighting, iGuzzini e DGA