Il Faro non conserva in sé solamente il valore di una importante preesistenza, ma rappresenta anche un simbolo e un punto di riferimento per il sempre più importante lungomare di Marina di Ragusa. L'intervento di riqualificazione e riconversione funzionale ha dunque puntato sia alla valorizzazione dell'edificio, cercando di esaltare le sue peculiarità e mantenendo leggibili i materiali e le volumetrie, sia alla creazione di forme e segni complementari che dessero all'insieme un forte carattere contemporaneo. Da queste premesse sono nati gli elementi che hanno "vestito" il Faro: le terrazze di legno si slanciano verso il mare galleggiando sugli scogli e sulla spiaggia, strutture esili e leggere compongono i pergolati, le fasce bianche, più solide e decise, marcano la loggia preesistente e disegnano il bar e le sedute. Le suddette fasce incorniciano i prospetti che si aprono verso il mare e mediano il passaggio tra le terrazze e l'imponente volumetria del Faro con una serie di segni orizzontali da cui la preesistenza emerge ancora con più forza.
L'arredo, morbido ed essenziale, fa da contrappunto alle tessiture lignee della pavimentazione e dei rivestimenti, equilibrando l'insieme con estro ed eleganza. Il Faro poggia solido sulla scogliera ma sotto le terrazze pulsa la risacca del mare. Lo studio DFG Architetti ha quindi immaginato il progetto come un battello nel suo porto e ha disegnato le terrazze come il ponte di uno yacht da cui affacciarsi e ammirare l'orizzonte. Dai parapetti alle pavimentazioni, dalle luci alle fasce bianche, il linguaggio architettonico adottato è quello tipico dello yacht design. Le linee, tese, si sviluppano lungo tracciati dinamici con veloci cambi di direzione, ma gli spigoli vengono smussati da morbidi raccordi curvilinei. La scocca bianca che inquadra la loggia sembra una plancia di comando e costituisce uno dei punti di vista principali; essa segue lo sviluppo del nuovo pergolato sopra la balconata preesistente per poi scendere sul parapetto in pietra, divenendo un mensolone continuo panoramico dotato di sgabelli.
Il progetto è stato realizzato usando principalmente il legno - materiale idoneo in ambienti aggressivi come quello marino - anche per una maggiore sostenibilità e abbattimento dei costi dell'intervento. L'uso di tecnologia costruttiva a secco, mediante la posa in opera di elementi prefabbricati sulla base di specifici disegni, ha permesso un migliore controllo del processo realizzativo e delle tempistiche. Il progetto è stato infatti realizzato in tempi contenuti, attraverso il montaggio delle varie componenti realizzate in falegnameria e trasportate in situ. La creazione di strutture lignee permette all'opera di essere totalmente reversibile, mantenibile nel tempo, modificabile anche parzialmente per successive integrazioni. I sottili cavi in acciaio del parapetto (disegnato appositamente e realizzato mediante taglio al plasma) seguono fluidamente i due binari bianchi del corrimano, che di sera, illuminati, si impongono con decisione disegnando l'orizzonte, mentre scompaiono alla vista, di giorno, fra le onde del mare. Uno dei principali obiettivi del progetto è stato quello di ottenere un polo attrattivo, visibile e allo stesso tempo contestualizzato. Il linguaggio architettonico adottato ha conferito all'intervento linee dinamiche, fluide, proiettate verso il mare, che avvolgono la preesistenza senza però soffocarla. Il progetto si innesta sul lungomare, aprendosi discretamente sulla passeggiata e guidando lo sguardo verso molteplici visuali. Le linee del progetto amplificano le relazioni fra il mare e la città, da entrambi i punti di vista, catalizzando gli sguardi sul nuovo intervento. Sotto l'aspetto paesaggistico, il Bon Ton, come uno yacht accanto all'approdo, si inserisce armonicamente nel waterfront, ricoprendo un ruolo attivo nella valorizzazione della preesistenza e del contesto.
Il progetto illuminotecnico dell'intervento ha rappresentato uno dei momenti più delicati del processo creativo. Sviluppato di pari passo con l'ideazione di ogni nuovo elemento, esso doveva rispondere all'esigenza di sottolineare i segni del nuovo senza sopraffare l'antico, fungendo invece da legante fra i due poli. Il risultato ha permesso di creare, di sera ancora più che di giorno, un equilibrio dialettico fra il progetto e la preesistenza che, pur mantenendo le proprie forti identità, riescono a dialogare e costituire un tutt'uno fra loro e con il contesto. Sono state adottate soluzioni diverse in grado di lavorare singolarmente o in modo complementare, a seconda dell'occasione, in modo da poter allestire molteplici scenari. Alla luce calda raccolta dalla città e dai nuovi faretti, stesa omogeneamente sulle ampie facciate del Faro, fanno da contrappunto le luci fredde puntuali disegnate nei soffitti dei pergolati o le linee luminose che seguono le fasce e le scocche bianche, sottolineando il carattere dinamico e fluido del progetto. I faretti a pavimento, attraverso spennellate di luce radente, fanno vibrare la pietra frastagliata e i ruvidi intonaci della preesistenza mentre sistemi di illuminazione integrati nei carter contribuiscono a smaterializzare ulteriormente le leggere strutture dei nuovi elementi di progetto.
Scheda progetto
luogo: Marina di Ragusa (RG)
cliente: Bon Ton Yachting Club ASD
progetto architettonico: DFG Architetti
progetto paesaggistico: DFG Architetti
progetto ingegneristico: Msquadro s.r.l.s.
collaboratori: Dott. Salvatore Di Grandi
progetto strutture: DFG Architetti
impianto elettrico: SIET srl di Dipasquale & C.
fornitori: Inventa Design, Habitat Ufficio - Arredamento & Contract
fotografie: Marcello Bocchieri
tempi di progettazione: 2014
tempi di realizzazione: 2014
superficie costruita mq: 630
Scheda studio
Studio: DFG Architetti
Indirizzo: via Labicana, 15a - viale dei Platani, 52-54
Città: Roma - Ragusa
Telefono: 06 94378300 - 0932 1913672
e-mail: info@dfgarchitetti.it
www: www.dfgarchitetti.it
DFG Architetti è uno studio di progettazione e ricerca con sede a Roma e Ragusa, fondato da Davide Scrofani, Ferdinando Mazza, Giuseppe Francone.