«Una biblioteca pubblica - scrive David Lankes, uno dei padri della biblioteconomia contemporanea - deve essere una piattaforma di comunità per la creazione e la condivisione di conoscenza». Per una biblioteca significa rendere possibili una varietà di funzioni non predeterminate, in grado di evolvere nel tempo in funzione dei bisogni da soddisfare; ma significa anche riuscire a essere un “luogo terzo” di socialità culturale, in grado di accogliere tutti, contro le povertà educative e il digital divide, a favore dell’inclusione e della “resistenza allo stigma sociale”. Elena Orte e Guillermo Sevillano, fondatori dello studio SUMA di Madrid, si dimostrano ben consapevoli di questa radicale trasformazione che le biblioteche pubbliche hanno subito negli ultimi vent’anni, come dimostra il loro lavoro di ricerca “Nuevos ecosistemas en la biblioteca del siglo XXI. Investigación y propuestas para la futura Biblioteca Gabriel García Márquez de Barcelona”3, che è stato anche di ispirazione per la definizione di linee guida funzionali per le future biblioteche della Diputación de Barcelona. Per SUMA la biblioteca pubblica deve essere un condensatore sociale, al contempo estensione della casa e della città, spazio domestico e urbano, in grado di captare e amplificare quelle situazioni che favoriscono la diffusione, lo scambio e la produzione di conoscenza e di informazione, la formazione permanente accessibile a tutti, la socialità. Programmatica è anche l’attenzione degli architetti verso la qualità “atmosferica” e “tattile” degli spazi, che l’utente dovrebbe riuscire a percepire con tutti i sensi. Per questo il progetto è attento non soltanto alla qualità architettonica degli spazi, alla luce, al comfort e alla scelta di materiali naturali, ma anche alla dimensione corporea, agli odori, ai rumori, alla grana delle superfici, ai colori, alle sensazioni che quel luogo suscita. Nell’epoca del Web3, dell’Intelligenza Artificiale e dell’esponenziale diffusione delle tecnologie digitali, le biblioteche devono infatti puntare su quella fisicità che motori di ricerca, app e social media non possono avere.

La biblioteca García Márquez, situata nel quartiere residenziale di Sant Martí a nord-est del centro di Barcellona, rappresenta l’applicazione concreta di questi concetti. L’edificio, di 4.300 mq distribuiti su cinque piani, è un solido scultoreo collocato su un basamento gradonato, all’angolo tra Carrer del Concili de Trento e Carrer del Treball, su cui aggetta con un volume inclinato che reinterpreta lo “chaflán”, la soluzione d’angolo smussata tipica dei lotti urbani dell’Eixample barcellonese. L’involucro dell’edificio è in pannelli prefabbricati di vetroresina di colore bianco, che creano una superficie diedrica pieghettata che riveste le parti opache e diventa frangisole in corrispondenza delle ampie vetrate. Quattro bow-window, di varie dimensioni e forme, si aprono verso la città con particolari scorci prospettici. L’edificio si sviluppa intorno a un patio centrale triangolare sormontato da un lucernario, sul quale affacciano tutti i piani, alcuni sfalsati tra loro, collegati da rampe di scale. La biblioteca accoglie in tutto circa 40mila volumi, 170 posti a sedere, di cui 30 dotati di pc. Il piano rialzato, in continuità con la piazza esterna sopraelevata, è il “Settore di Ingresso” della biblioteca: l’area a più forte impatto di pubblico, che si articola nel vasto atrio di ingresso, nel “bazaar” con le novità e le proposte tematiche e nel “Forum delle idee”, uno spazio polifunzionale per eventi, incontri, lettura informale e relax. Il piano interrato si apre con ampie vetrate su due corti esterne ipogee, collegate alla strada da rampe e scale: qui vi sono un ampio foyer, una sala polivalente, l’archivio storico, i depositi e un locale destinato a studio di registrazione per una radio web. Il piano primo è destinato a bambini, ragazzi e giovani adulti, articolato per fasce d’età, con spazi informali allestiti in modi differenti tra loro, un angolo destinato a fumetti e graphic novel e un’area gradonata a doppia altezza per attività di narrazione.

Il secondo piano, ammezzato rispetto agli altri, è destinato in parte a uffici, in parte a spazi di lettura e consultazione a scaffale aperto. Al terzo e ultimo piano si trova il settore a scaffale aperto, l‘area studio e alcune sale per corsi e formazione: intorno all’ampia sala centrale, con scaffali bassi e illuminata da luce zenitale, vi sono una sequenza di spazi arredati con sedute informali, distribuiti lungo le vetrate perimetrali, logge per la lettura all’aperto e un “giardino di inverno” con un’alta scaffalatura a parete. L’edificio è stato costruito interamente in legno. Pannelli in X-Lam, pilastri e travi reticolari in legno lamellare formano una struttura spaziale che consente di lasciare i piani completamente liberi da pilastri e puntoni, che sono distribuiti solo lungo il perimetro esterno e i lati del patio centrale. Oltre ad avere un’impronta ambientale enormemente minore rispetto al calcestruzzo, il legno concorre a migliorare il comfort ambientale degli spazi interni, dal punto di vista acustico, “tattile”, dell’isolamento termico e anche del microclima, in quanto assorbe e rilascia opportunamente l’umidità nell’aria. L’adozione di una serie di soluzioni bioclimatiche passive e attive hanno inoltre contribuito alla certificazione LEED Gold: un adeguato isolamento e un corretto sistema di orientamento e ombreggiamento delle facciate; il camino solare del patio centrale, che aumenta il guadagno solare invernale e favorisce la ventilazione nella mezza stagione; l’involucro con intercapedine ventilata realizzato in pannelli di vetroresina di colore bianco, che riveste facciate e tetto favorendo la dissipazione del calore; la copertura utilizzata per la raccolta e il recupero dell’acqua piovana e per il sistema a pannelli fotovoltaici. Più in generale, l’intera biblioteca è stata pensata come un ecosistema complesso, in cui risultano perfettamente integrati tra loro programma funzionale, forma architettonica, aspetti strutturali, impiantistici, progetto degli interni, aspetti illuminotecnici, ambientali ed ergonomici. Tutto concorre a realizzare uno spazio accogliente, una “casa di tutti”, dove ciascuno può trovare il proprio posto, il proprio angolo, la propria dimensione.

LA STRUTTURA MISTA IN LEGNO LAMELLARE E X-LAM
Il concept dell’edificio, basato sullo schema dei libri impilati liberamente orientati, ha richiesto un apparato strutturale complesso composto da una struttura mista legno-acciaio disposta secondo assi strutturali con diversa inclinazione. Il legno è il materiale che in assoluto prevale nella realizzazione della struttura dell’edificio, utilizzato in larga misura per le parti in elevazione, sia sottoforma di pannelli laminati a strati incrociati per la realizzazione di muri a taglio e impalcati, sia come soluzione a telaio con travi e pilastri in legno lamellare. Per la messa in opera del volume aggettante sul lato est, sono stati progettati degli imponenti portali in pannelli X-Lam a cinque strati, con piedritti di forma triangolare in corrispondenza dell’involucro, collegati alla base a un reticolo strutturale in profili d’acciaio. Tutti i prodotti lignei forniti in cantiere provengono da foreste nordiche di abete rosso certificate FSC, che consentono di ridurre notevolmente l’impronta ambientale nel ciclo di vita grazie all’effetto combinato dello stoccaggio della CO2 biogenica per l’intera durata della vita utile dell’edificio e della rigenerazione del carbonio con la ricrescita della foresta. Inoltre, l’uso del legno ha permesso una notevole riduzione dei tempi di posa. Tutti i pezzi, infatti, sono stati tagliati con macchine a controllo numerico e collegati a secco nel centro di produzione, per poi essere trasportati e installati rapidamente in cantiere come moduli prefabbricati senza utilizzo di impalcature. Questa tecnica costruttiva, utilizzata anche per la realizzazione dei tre nuclei rigidi di controventamento, ha consentito di limitare l’uso del calcestruzzo al solo basamento controterra, eliminando i tempi di asciugatura e di disarmo dei casseri, con ulteriore risparmio sui tempi e costi di costruzione.

LA REGOLAZIONE DELLA LUCE NATURALE ATTRAVERSO L'INVOLUCRO TRASPARENTE
La qualità della luce e la sua diffusione all’interno degli spazi svolgono un ruolo di primaria importanza in una biblioteca. Al fine di regolare la radiazione incidente sulle superfici vetrate, sono stati progettati e sviluppati specifici sistemi di schermatura che permettono di modulare l’intensità luminosa a seconda dei diversi orientamenti e inclinazioni della facciata e dei piani di copertura. A coronamento del patio centrale di forma triangolare che collega a tutt’altezza i tre piani fuori terra dell’edificio è presente un elemento interamente vetrato a lamelle orientabili, in grado di schermare gli ambienti interni nei mesi estivi e stimolare la ventilazione naturale degli ambienti tramite effetto camino. Al contrario, nei mesi invernali, la rotazione delle lamelle permette il ripristino di continuità e tenuta, generando un effetto serra in grado di massimizzare il guadagno solare. Anche gli spazi lettura a scaffale aperto dell’ultimo piano presentano lucernari in copertura, che si alternano in maniera regolare agli elementi strutturali in legno a sezione triangolare ribassata e sono in grado di diffondere la luce naturale e al contempo ospitare all’estradosso moduli fotovoltaici per la produzione in loco di energia rinnovabile. Lungo le facciate nord-est e nord-ovest il rivestimento in pannelli prefabbricati bianchi di vetroresina, che mantiene una forma diedrica pieghettata in corrispondenza delle parti opache, muta in corrispondenza delle porzioni vetrate in elementi frangisole a lamelle sottili verticali. Lo stesso concetto viene mantenuto nella gestione della regolazione solare lungo la facciata sud-est, ma con una rotazione delle lamelle frangisole sull’asse orizzontale al fine di rispondere meglio all’angolazione solare incidente. Per la regolazione della luminosità degli spazi seminterrati del basamento è stato invece sviluppato un sistema di schermatura modulare con chiusura a libro, in grado di scorrere verticalmente su appositi binari e intercettare la radiazione solare tramite la disposizione ortogonale dei due elementi mobili. I moduli sono formati da telai in alluminio incernierati in sommità e a metà altezza e sono rivestiti da lamelle in legno che, una volta chiusi, conferiscono alla facciata una connotazione opaca senza apparente soluzione di continuità.

Scheda progetto
Progettista: SUMA Arquitectura
Committente: BIMSA - Municipality of Barcelona
Competition: 2015
Design: 2015-18
Costruzione: 2018-2022
Area totale: 4.294 mq
Costo: 9.340.690 euro
Design: Elena Orte, Guillermo Sevillano
Design team: Marta Romero, Jesús Lopez, Luis Sierra, Ana Patricia Minguito, Pablo Corroto, María Abellán, Sara Contreras, Rita Álvarez-Tabío, Miguel Ángel Maure
Quantity surveyor: COBRA installations
Construction management: Antonio Yoldi - MasterPlan
Facilities engineering: Úrculo
Site project engineering: M7 Engineers
Timber structure engineer: Miguel Nevado
Landscape engineering: Julio Gonzaléz
Acoustic engineering: Margarida acoustic engineering
Facade consultants: ENAR
Energy efficiency engineering: CABA
Project execution management: Master Plan
Main contractor: UTE VIAS CRC - civil
CLT wood: KLH Massivholz GmbH
GLT wood: Binder Holz GmbH Wood Industry
Glass: Matos Glassware
Carpenteria metallica: Metra Building
Fiberglass: Nanotures S.L
Facades: B- deckt S.L
Photos: Jesús Granada

Arketipo 163, Cultura, marzo 2023