Vista del teatro e del centro di Danzica

La tradizione teatrale della città portuale di Danzica risale al XVII secolo, quando attori inglesi itineranti portavano in scena opere di grandi autori come Shakespeare, prima in un edificio multifunzionale conosciuto come Fencing School, il primo teatro pubblico della città, più tardi, in un teatro di legno all’aperto, in tipico stile elisabettiano, di cui rimangono però poche tracce. Dopo circa quattro secoli, il nuovo teatro Shakesperiano di Danzica, opera dell’architetto Renato Rizzi, sorge sullo stesso luogo, a ridosso delle mura meridionali della città, e ripartendo proprio dalle tracce archeologiche rinvenute, ma in un contesto urbano e paesaggistico completamente diverso, adiacente a una strada a scorrimento veloce. Oltre al presupposto di natura storica, ne è presente anche uno di natura politico-culturale. Nel 2004, infatti, la Polonia esce dall’Unione Sovietica ed entra ufficialmente nell’Unione Europea: lo stesso anno del concorso internazionale per la progettazione del nuovo Teatro Elisabettiano, quasi a simboleggiare il nuovo orizzonte politico.

L’edificio ha dimensioni in pianta pari a 131x37 m e un’altezza massima di 18 m. Si articola su cinque livelli, di cui uno interrato a quota -4 m, contenente parcheggi, servizi e spazi tecnologici. Formalmente e funzionalmente si articola in tre parti: il sistema dei bordi, il teatro vero e proprio e l’area amministrativa. Il sistema dei bordi è dedicato ai percorsi pubblici e circonda l’intero impianto teatrale, a una quota di 6 m dal piano stradale, offrendo un nuovo punto di vista sulla città storica e moderna. Funzionalmente i bordi assicurano le vie di uscita per la sicurezza della sala teatrale e i collegamenti pedonali con tutti i livelli del complesso. La sagoma del teatro si caratterizza per tre aspetti fondamentali: l’articolazione dei volumi, le nervature murarie e la copertura apribile. Dal profilo del complesso emergono due elementi distinti. Il primo, relativo alla sala teatrale elisabettiana, con una quota finale a +12 m. Il secondo fa riferimento alla torre scenica per il teatro all’italiana, a quota +18 m. Per necessità tecniche e impiantistiche (e simboliche) quest’ultima diventa il punto panoramico più alto, dal quale si può osservare, con la copertura aperta, anche la cavea interna del teatro. Le nervature murarie caratterizzano esclusivamente i volumi del teatro e mostrano all’esterno il ritmo della struttura modulare interna. Esse hanno, inoltre, funzione statica dovendo scaricare sulle murature sottostanti le sollecitazioni delle “ali” del tetto quando sono in posizione eretta, soggette alla pressione dei venti boreali. Il tetto apribile è l’elemento distintivo dell’opera e nasce per un’esigenza tipologica oltre che simbolica. Con le ali aperte raggiunge l’altezza +24 m. In questo modo si conclude la progressione verticale dei livelli (6, 12, 18, 24 m). Le due ali, apribili meccanicamente, sono di dimensioni 10,5x21 m e possono ruotare di 90°.

Con le ali aperte il teatro diventa una cavea nella quale si riflette, non solo il cielo, ma anche il più imponente monumento di Danzica: la cattedrale. In pianta, il complesso del teatro assume la figura di un diapason, con l’asse maggiore orientato est-ovest. All’intero del perimetro del diapason (spessore 3,6 m) sono collocati tutti i camminamenti orizzontali e verticali della sala teatrale. In opposizione alla gravità e alla compattezza dell’involucro murario, gli interni sono in legno chiaro, secondo due tipologie: la platea del teatro elisabettiano e il volume sospeso del foyer, sopra l’ingresso. Nel primo caso si riprende il modulo tipologico di 2,80x2,80x2,80 m emerso dagli scavi archeologici nel sito. In pianta si hanno sei moduli sui due lati lunghi e cinque su quello frontale, a formare una figura a C, per complessivamente cinquantuno moduli per circa 600 spettatori. Colonne lignee di sezione 25x25 cm, che rivestono una struttura interna di acciaio, definiscono il pattern modulare della cavea. Il volume del foyer è una scatola sospesa che controbilancia le masse esterne. Una grande stanza a doppia altezza si affaccia sui diversi tipi di vuoti che distinguono e avvolgono gli spazi di ingresso, dalla zona del museo nel seminterrato alle gallerie del teatro stesso. L’area amministrativa accoglie tutte le attività di supporto al teatro: uffici, sorveglianza, ristorante, camerini, sala prove ecc. Un volume a due piani, con tetto a terrazza allo stesso livello con bordi esterni dai quali si accede alla piazza pensile aperta a tutta la città, quasi un terzo “palcoscenico”. Esternamente, il teatro è caratterizzato da quinte massive di mattoni faccia a vista senza aperture visibili, al fine di enfatizzare la sua importanza.

La scelta del mattone richiama la tradizione costruttiva degli edifici pubblici importanti della città (ad esempio la cattedrale di Santa Maria), ma invece del rosso caldo è stato scelto un marrone scuro antracite, metaforicamente di legame con la terra. L’altro materiale visibile esternamente è la finitura del tetto in rame patinato verde, in modo da mettere in evidenza le ali apribili della copertura. Se esternamente emerge la predominanza materica per un solo materiale (gli stessi camminamenti pedonali sono realizzati con mattoni di colore scuro), all’interno si alternano differenti materiali a seconda del loro utilizzo: il pavimento di platea e palco (di fatto un tutt’uno, data la flessibilità spaziale che caratterizza il teatro) sono di legno colore scuro a richiamare l’esterno e il tetto apribile. Quest’ultimo è, infatti, realizzato con un struttura reticolare a vista di colore nero e con un motivo a scacchiera bianco e nero dei pannelli fonoassorbenti retrostanti. Gli elementi scuri sono in alternanza con il legno chiaro di betulla delle balconate, con i pavimenti di pietra d’Istria dell’ingresso e i rivestimenti e il corrimano delle scalinate interne, anch’essi di pietra. Il foyer è invece caratterizzato da un pavimento in legno di betulla.

MATERIALI: FUNZIONE E SIMBOLO
Una delle peculiarità del nuovo teatro di Danzica, che ha contribuito alla vittoria del concorso internazionale, è la possibilità di combinare lo schema di teatro “elisabettiano”, quindi con scena centrale circondata dagli spettatori sulle balconate e senza copertura, con lo schema cosiddetto “italiano”, con platea per gli spettatori e palco separato da un proscenio ad arco. A tal fine, il palcoscenico è completamente meccanizzato per rispondere alle esigenze di un moderno edificio multifunzionale e permettere una varietà di configurazioni spaziali, non solo per le esigenze teatrali. A ciò si aggiunge anche la possibilità di apertura del tetto con il conseguente utilizzo funzionale della luce del giorno (o della notte). La movimentazione dei moduli del pavimento del palcoscenico e la loro regolabilità in altezza permette quindi di avere differenti configurazioni dello spazio: “elisabettiano”, “italiano”, “sperimentale” con la presenza degli spettatori su entrambi i lati (oltre alle balconate), per “cerimonie” con un unico spazio complanare. La tecnologia delle movimentazioni è localizzata nel basamento, sotto il solaio del pavimento. La pavimentazione del palcoscenico è divisa in moduli indipendenti di dimensioni variabili. Al di sotto di ognuno è previsto un sistema di movimentazione a pantografo, con una motorizzazione propria. Questo meccanismo permette di regolare l’altezza di ogni modulo al fine di realizzare la configurazione richiesta. Uno dei moduli funziona, inoltre, da piattaforma elevatrice, dando accesso al deposito presente al di sotto del palco. Ogni modulo è realizzato con una struttura mobile di acciaio, su cui viene fissato un assito di legno e una gomma anticalpestio. La finitura è realizzata con sostegni continui di legno, un assito di MDF da 20 mm e l’assito di finitura di betulla da 22 mm. Sopra ogni modulo sono inoltre installabili le poltroncine per gli spettatori: queste ultime sono previste a moduli di tre, con ruote per il trasporto e perno di fissaggio alla pavimentazione. Una volta chiuse possono infatti essere stoccate e trasportate nel deposito in modo da rispondere alle esigenze di utilizzo del teatro.

TEATRO A CIELO APERTO
Sicuramente l’elemento maggiormente distintivo del nuovo teatro di Danzica è la copertura apribile del palcoscenico. Le due ali apribili sono di dimensioni 10,5x21 m per un peso di 46 tonnellate e possono ruotare di 90° in circa 3 minuti. La struttura portante è costituita da una trave reticolare spaziale, in tubolari di acciaio a sezione quadrata colorati di nero. Gli elementi sono lasciati internamente a vista e, in pianta, sono disposti in modo da formare un motivo a rombi (richiamando la texture, a rombi bianchi e neri, dei pannelli fonoassorbenti dell’intradosso della copertura). La stratigrafia è stata progettata in modo da minimizzare il peso delle porzioni apribili. A tal fine è stata adottata una soluzione a secco: un pannello sandwich realizza lo strato principale di chiusura, al di sopra è presente uno strato di ventilazione e un assito di OSB a sostegno della finitura in lamiera di rame preossidato aggraffato. Inferiormente è presente un’intercapedine con funzioni acustiche e pannelli fonoassorbenti a vista. La movimentazione di ogni ala è realizzata tramite sette motori a cinghia collegati a un albero cardanico e comandati da una centralina computerizzata. L’albero cardanico è a sua volta sostenuto da una struttura di acciaio a piastre saldate con irrigidimenti. Punto critico è stato l’ancoraggio alla struttura di calcestruzzo dell’edificio: a causa degli elevati sforzi di trazione presenti è stato necessario annegare una piastra di acciaio nella soletta a cui sono stati saldati, per ogni modulo, dieci tirafondi M52. La stessa soletta di supporto di calcestruzzo è stata realizzata con appositi additivi al fine di aumentarne la resistenza. È stato inoltre necessario realizzate sui lati dell’edificio una serie di contrafforti di irrigidimento al fine di assorbire le forze ribaltanti generate dalla pressione del vento sulle ali aperte della copertura. Altro aspetto tecnico approfondito è stato il sistema di sigillatura con copertura chiusa: il materiale di battuta scelto è stato il legno lamellare in considerazione delle sue caratteristiche meccaniche. La battuta sulla struttura di calcestruzzo è stata realizzata predisponendo appoggi elastici di ammortizzazione. Lungo tutte le superfici di appoggio sono inoltre presenti due guarnizioni polimeriche resistenti alle alte temperature, al fine di eliminare le infiltrazioni di acqua e vento.

 

Scheda progetto
Architectural design and art direction: Renato Rizzi
Committente: GTS - Gdan’ ski Teatr Szekspirowski
Construction period: March 2011 - September 2014
Built area: 4.000 m2
Costo: 25 million euro
Localizzazione: Gdansk,Poland
Gruppo di progettazione: RIZZI-PRO.TEC.O. – R. Rizzi, R.G. Davanzo, A. Rossetto, E. Forcelli, S. Pisciella, D. Rovetti, L. Sivieri, L. Sirdone, E. Struwig, A. Mozzato Progetto Strutture: Armando Mammino
Meccanica tetto: A.C.R.
Consulente impiantistico: Gianfranco Rorato
Coordinamento specialistico: Q-Arch Sp. z o.o.
Direzione lavori: Bud-Invent
Concorso internazionale: 2004-2005
Progetto esecutivo: December 2008 - June 2010
Photos: Matteo Piazza

Arketipo 111, Cultura, Maggio 2017