"Il punto di partenza del progetto è l’idea di mettere in scena l’abitare e il gustare all’interno di una radura boschiva – un rifugio immerso nella natura che trasmette intimità, quiete e autenticità": così l'architetto altoatesino Stefan Gamper presenta il suo progetto per Helener Pichl.
L’impianto dell'intervento si organizza a partire da una struttura basamentale continua che accoglie le funzioni collettive – reception, ristorante, lounge, depositi e camere per gli ospiti – su cui si innestano otto volumi leggeri dalla forma di tenda, concepiti come suite indipendenti.
L’immagine che ne deriva è quella di un accampamento ordinato, una costellazione di corpi architettonici che si adagia con naturalezza nel paesaggio, mantenendo una precisa articolazione formale. Il basamento, orizzontale e discreto, segue la morfologia del terreno, diventando la piattaforma da cui emergono i volumi inclinati delle tende: elementi che introducono ritmo, verticalità e un senso di vitalità.
L’intero complesso appare come un’estensione organica del bosco più che come un’intrusione: un’architettura che cresce dal luogo, lo interpreta e lo restituisce. L’edificio principale costituisce il fulcro del sistema e accoglie, oltre agli spazi per gli ospiti, l’abitazione del gestore, sottolineando la continuità tra ospitalità e vita quotidiana.
La ricerca progettuale si muove tra familiarità e contemporaneità. Le forme archetipiche dell’architettura alpina – tetti spioventi, volumi puri, materiali autentici – vengono rilette in chiave essenziale e moderna. Il linguaggio che ne scaturisce è sobrio e radicato, capace di dialogare con il paesaggio senza sovrastarlo.
La materia è protagonista: legno di larice, pietra, vetro, calcestruzzo bocciardato e acciaio corten definiscono un lessico coerente. Il rivestimento ligneo verticale conferisce leggerezza e continuità cromatica con la vegetazione; l’acciaio corten introduce un accento caldo e minerale; le ampie superfici vetrate aprono lo sguardo e dissolvono il confine tra interno ed esterno.
All’interno, il progetto prosegue nella medesima direzione: luce, materia e dettaglio concorrono a costruire un’atmosfera di raccoglimento. Le texture naturali e i tagli visivi calibrati offrono un’esperienza intima, mai spettacolare. Ogni ambiente si apre alla natura in modo individuale – attraverso una finestra panoramica, una terrazza o un lucernario nelle suite a tenda – suggerendo un diverso modo di abitare il paesaggio.
L’intervento paesaggistico è misurato e rispettoso: terrazze, pedane e percorsi si integrano alla topografia esistente, disegnando un sistema di soglie tra architettura e natura. Verso sud e ovest si aprono gli spazi all’aperto, luoghi di sosta e di contemplazione.
"Il risultato è un’architettura totale, che unisce abitare, natura e ospitalità: un luogo di pausa, di rallentamento e di esperienza consapevole", chiude il progettista.





