La riforma dei servizi funerari
Intervista a Daniele Fogli e Fabrizio Giust
A cura di Laura Bertolaccini


Abbiamo chiesto a Daniele Fogli, responsabile della Federgasacqua SEFIT, associazione dei servizi funerari e cimiteriali del settore pubblico, una prima valutazione in merito al testo di riforma dei servizi funerari approvato alla Camera il 17 febbraio scorso e attualmente (marzo 2005) in corso di approvazione al Senato.
LB Quali sono gli elementi di innovazione maggiormente significativi di questo provvedimento e quali saranno le più immediate ricadute sulla situazione italiana?
DF Se la riforma del settore funerario passerà al Senato nella forma del testo approvato alla Camera, le novità saranno molte, sia per i cittadini che per gli operatori del settore. Tra le tante proposte, particolarmente significativa appare l'attenzione dei legislatori alla cremazione, anche a discapito delle altre pratiche funebri. È previsto infatti un sensibile aumento della dislocazione dei crematori sul territorio nazionale, con una copertura che si estenderà anche nel sud e nelle isole. Ma soprattutto il nord ed il centro Italia vedranno un aumento delle localizzazioni di medio e basso raggio: dopo la dotazione dei crematori nei capoluoghi di provincia, si assisterà così anche alla localizzazione nei principali centri del territorio. E il dato più significativo appare proprio la valutazione del raggio di operatività di un crematorio, che si avvicinerà alla soglia dei 30 km, percepita dai cittadini come distanza massima a cui collocare un impianto. Se al Senato passerà la fine del monopolio comunale per la realizzazione dei crematori, l'unico elemento positivo sarà l'afflusso di capitali privati, che determineranno, come già successo all'estero, una velocizzazione della copertura del territorio, ma anche un ampliamento della fornitura di servizi aggiuntivi al momento del funerale...