©Fernando Guerra - Architecture & Interior Design by ANARCHITECT
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Lo studio di architettura ANARCHITECT, con sede a Dubai e Londra, ha trasformato due vecchi edifici situati nell'emirato di Sharjah in una vera perla: l’Al Faya Lodge è l'ultimo hotel della Sharjah Collection, un gruppo di boutique hotel e rifugi ecologici sapientemente dislocati in punti chiave dell’Emirato di Sharjah. Situato ai piedi del monte Alvaah, l’Al Faya Lodge si trova nel deserto cremisi degli Emirati Arabi Uniti, nelle immediate vicinanze della storica prima pompa di benzina del Paese. L'autore del progetto, l’architetto Jonathan Ashmore direttore di ANARCHITECT, ha reinventato e trasformato due edifici in pietra a un piano risalenti agli anni ’60 del secolo scorso, precedentemente adibiti a clinica medica e negozio di alimentari, in un albergo elegante e moderno con ristorante annesso. Alle strutture preesistenti ha aggiunto un nuovo edificio adibito a spa con acqua salata.

©Fernando Guerra - Architecture & Interior Design by ANARCHITECT

L’Al Faya Lodge ha costituito una sfida emozionante e unica nel suo genere per ANARCHITECT, forte della propria passione verso i progetti concepiti su misura per il sito di destinazione e della propria predilezione per i dettagli e la concretezza. “L’ambiente desertico - ha spiegato Jonathan Ashmore - è caratterizzato da un caldo soffocante d’estate e un’esposizione solare intensa e prolungata: questi sono fattori importanti da considerare in fase di progettazione della forma e della massa dell’edificio, nonché in fase di selezione di materiali idonei e resistenti. I siti desertici non sono solo esposti alla luce solare ma anche a ogni tipo di intemperia. Pioggia battente, tempeste di sabbia e basse temperature notturne, tanto per citarne alcune. Le costruzioni in pietra o cemento locali presentano una massa termica capace di contrastare le fluttuazioni di temperatura provocate da queste condizioni estreme. Ho preso poi in considerazione, nella scelta dei materiali, anche la presenza storica di ferro nella regione. Infine, ho voluto creare un contrasto con il tessuto originale degli edifici esistenti con l’intenzione di enfatizzare i nuovi strati architettonici addizionali, creare confini chiari e generare una contrapposizione tra il vecchio e il nuovo”.

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Partendo da tutte queste considerazioni, Jonathan Ashmore ha rivestito parzialmente le pareti esterne del boutique hotel con l’acciaio ossidato di Cor-ten e di utilizzare come materiali strutturali secondari l’alluminio e robusti legni duri come il teak, in particolare per tetti sporgenti, elementi ombreggianti e i terrazzi innalzati oltre il livello delle sabbie. Una serie di soluzioni che, insieme a parti dei muri intonacate, hanno aggiunto eleganza e precisione al progetto e donato agli edifici un cambio soffuso di tonalità e di texture, concepite per maturare nel colore nel tempo in risposta all’impatto del clima.
Per la realizzazione delle pareti all’interno degli edifici la scelta dei materiali, effettuata per rimarcare i nuovi interventi, è ricaduta sulle finiture Bruno della Collezione Ossido di Laminam. “Perché - come ha raccontato Jonathan Ashmore - la nostra intenzione era quella di traslare negli spazi interni l’essenza della texture cromatica propria dell’acciaio CorTen usato all’esterno. Inoltre volevamo ottenere un soffitto alto 3 m, in particolare nell’edificio dell’albergo, al fine di creare stanze dalle proporzioni rilassanti. Il colore, le grandi dimensioni (3x1 m) e il profilo sottile (3 mm) delle superfici Laminam, visto anche il limitato margine di manovra dato dalla scocca dell’edificio esistente, hanno reso perciò la finitura dell’azienda italiana perfetta per questo entusiasmante progetto di ristrutturazione. Le caratteristiche degli interni rappresentano così la traslazione del linguaggio architettonico esterno dell’Al Faya, un approccio ricorrente nei progetti di ANARCHITECT”.

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Il progetto è concepito per diventare una meta capace di offrire brevi pause di sollievo dalla frenesia della città. L’Al Faya Lodge mantiene intenzionalmente uno stile primordiale, permettendo agli ospiti semplicemente di cullarsi nella propria esistenza, assorbendo e contemplando il paesaggio circostante secondo le modalità e i ritmi a loro più congeniali. Quest’opera incarna la visione progettuale di ANARCHITECT e l’ambizione del committente: un approccio esclusivo, contestuale e ricco di passione per dare vita a una struttura unica nel suo genere e creare un’esperienza memorabile per i clienti curiosi ed esigenti.
L’albergo comprende sala da pranzo, sala ricevimenti, biblioteca e terrazzo sul tetto. Ognuna delle cinque camere da letto dell’albergo presenta un lucernario per ammirare le stelle, mentre la stanza de luxe è dotata anche di un terrazzo privato sul tetto e di una configurazione a doppia esposizione. L’edificio appositamente costruito per ospitare la spa presenta una piscina all’aperto con acqua salata e tre esperienze “salmastre”: calore, acqua e inalazione di sale. L’Al Faya Lodge va vissuto nella sua interezza, con l’esperienza della spa ad esclusiva disposizione degli ospiti della struttura. La spa offre una privacy completa grazie a un approccio orientato al self-service durante il soggiorno degli ospiti. Il ristorante e la reception per i visitatori si trovano sul lato opposto della struttura, e comprendono una sala da pranzo, un terrazzo esterno, un focolare e un terrazzo pubblico sul tetto.

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Gli edifici adibiti ad albergo, spa e ristorante sono divisi da una strada che li attraversa, creando un’urbanità insolita e dinamica all’interno del layout della struttura. Gli edifici, insieme alla storica prima pompa di benzina, impongono una presenza sulla strada nel contesto del brullo paesaggio desertico, e diverranno una meta e al tempo stesso una tappa obbligata sia per coloro che conoscono questa nuova realtà, sia per coloro che arrivano a scoprirla.

 

 

Credits:
Photography by Fernando Guerra - Architecture & Interior Design by ANARCHITECT