Alla fine del 1987 la facciata cinetica dell’Institute du Monde Arabe creava furore per innovazione e spinta creativa. Oggi Jean Nouvel ripropone la sovrimposizione di geometrie ispirate al mondo arabo per il nuovo complesso museale di Saadiyat Island: il Louvre Abu Dhabi. Nello spettacolare design, contrasti di luce e ombra riportano alle ombre precise proiettate dalle fronde delle palme. Una vasta cupola (diametro 180 m) ricopre la maggior parte della città-museo che si snoda al di sotto, costituita da molteplici volumi per creare effetti misurati, ma di grande impatto. Una “pioggia di luce” fatta di riflessi e raggi luminosi illumina e arricchisce tutte le superfici che incontra, evidenziandone i dettagli con geometrie spezzate di innumerevoli dimensioni. Un mondo surreale, scenografico e imprevedibile che bilancia la luce misurata e studiata degli spazi espositivi. Nonostante le dimensioni imponenti e le geometrie eccentriche proiettate dalla cupola possano deviare l’attenzione verso una visione squisitamente estetica, il Louvre Abu Dhabi si rivela equilibrato con la complessità tecnologica che riveste tutte le sue superfici. Mentre la grande cupola fa riferimento alle geometrie tipiche della tradizionale architettura araba, il complesso museale è stato concepito come una piccola città sul mare. Sotto la grande cupola unificatrice, 55 volumi parallelepipedi di colore bianco riportano alla medina, al quartiere antico e all’aggregazione edilizia che caratterizza le città mediorientali tradizionali. Le funzioni museali sono connesse tra loro attraverso passaggi arricchiti da schermature metalliche simili alla più famosa mashrabiyya. La complessità del museo è visibile in tutta la sua grandezza nella cupola, che si presenta come un grande intreccio di stelle, una sorta di nido perforato e denso che protegge ciò che vi sta al di sotto. La cupola è sostenuta da soli quattro pilastri accuratamente nascosti all’interno degli edifici museali, così da dare l’impressione di una copertura galleggiante, sospesa. Il rivestimento si compone di 7.850 stelle di alluminio create da geometrie disposte su otto diversi livelli che si sovrappongono a formare una costellazione unica, cinetica, che cambia con il percorso solare. Al contrario, la città museo è realizzata da enormi blocchi rivestiti da pannelli di cemento ad alte prestazioni (UHFC) che riconducono ai rivestimenti delle cittadelle dell’antica Grecia. Un aspetto arcaico, massivo, che vuole comunicare la forza e la solidità come risultato dell’evoluzione nel tempo di processi e tecniche costruttive.

 

 

La vicinanza con il mare, inoltre, ha posto i progettisti nella condizione di considerare soluzioni capaci di resistere al degrado materico, vieppiù nella porzione di rivestimento a diretto contatto con l’acqua marina. Come avviene per la trama articolata della cupola, le superfici semplici dei volumi sono uniche, mai ripetute, connesse a formare giunti spezzati che donano un aspetto più “hi-tech” alle facciate. Anche all’interno, tra una galleria e l’altra, è interessante scoprire la varietà di pietre che si susseguono, per scoprire che ciascuna di esse corrisponde al periodo artistico delle opere che vi sono esposte. Le pareti verticali, sebbene di colore uniforme, sono studiate per poter apporvi in modi diversi le opere che si susseguiranno nel tempo e per nascondere le tecnologie ausiliarie grazie a fessure che ritmano tutte le facce verticali delle stanze. L’uso di finestre laterali per la gestione della luce naturale all’interno di ciascuna galleria è combinato con 17 diverse tipologie di soffitti a specchio, ciascuno dei quali è descritto da 18 differenti tipologie di vetro, per un totale di oltre 25.000 moduli utilizzati nelle gallerie espositive. Questi soffitti di vetro filtrano la luce naturale proveniente dalle perforazioni della cupola soprastante, a cui si aggiungono apparecchiature artificiali per rendere perfette le condizioni illuminotecniche all’interno della sala. Per di più, tutte le sale sono dotate di innovative tecnologie di condizionamento che permettono di sopperire alle necessità termo-igrometriche all’interno delle singole stanze, calibrate per mantenere costanti temperatura e umidità, dunque 21°C con una deviazione di massimo 1 °C e una variazione del 5% di umidità rispetto alle condizioni di riferimento. Oltre al programma funzionale previsto, il Louvre Abu Dhabi è arricchito anche da un museo per i bambini, che conta circa 200 m2 distribuiti su due piani, un auditorium da 250 posti e due strutture ricettive, ristorante e bar, dove Jean Nouvel propone la nuova linea di arredi disegnati ad hoc per il museo, la Louvre Abu Dhabi Line. Il ristorante, costituito da blocchi modulari, è arricchito da geometrie arabeggianti incise su pannelli di Corian che fanno da sfondo agli arredi e ai candelieri che illuminano lo spazio con affaccio sul mare. Il bar del museo è invece ispirato al movimento Op Art. Se da alcuni punti il bar appare completamente monocromatico, bianco, da altri gli interni si caricano di colori, come a riprendere le riflessioni astratte tipiche della località marittima e del porto che fronteggia il museo.

Il perimetro del Louvre Abu Dhabi è protetto dal mare da circa 280 pali frangiflutti e da vasche di riempimento che si regolano in base alle maree. A completare il perimetro museale ci sono pannelli di calcestruzzo prefabbricato rivestito da pannelli UHFC alti 4 m per un peso ciascuno di circa 10 t. Il rivestimento cementizio è stato studiato per resistere alle forze provenienti dal mare, proteggendo la costruzione dall’effetto delle onde e dal ritiro delle maree. Il Louvre Abu Dhabi è il risultato di una stretta collaborazione tra un’idea architettonica che affonda le sue radici nella tradizione locale e l’utilizzo di tecnologie di costruzione innovative. Pensato per essere un’oasi di pace e tranquillità, incoraggia i visitatori a godere di un ambiente costruito che si relaziona in modi sempre diversi con le caratteristiche naturali del luogo.

LA CUPOLA: UNA STRUTTURA PARAMETRICA CHE UNISCE PASSATO E FUTURO
La grande copertura che funge da coronamento al Louvre Abu Dhabi è di certo l’elemento architettonico di maggior impatto estetico e tecnologico. Alle geometrie della cupola, fintamente sospesa al di sopra dei blocchi museali, si aggiungono strategie tecnologiche all’avanguardia utilizzate per soddisfare requisiti ambientali, strutturali, di costruzione e di cantierizzazione. Il pattern geometrico consiste in una serie di triangoli isosceli ripetuti e ruotati a formare sistemi di quadrati ed esagoni che insieme disegnano una tassellazione che si deforma man mano ci si allontana dal punto centrale. All’interno del modello parametrico, sviluppato con molteplici supporti tra cui quello di Gehry Technologies, i requisiti prestazionali imposti passo dopo passo sono stati trasformati in regole geometriche introdotte a sistema. Il rivestimento della cupola consiste in otto “strati” che rivestono la struttura metallica wireframe, quattro montati sull’intradosso e quattro sull’estradosso. Tutti i livelli sono composti da “stelle metalliche” ripetute su una griglia bidirezionale, che diminuiscono di grandezza man mano ci si avvicina alla struttura che le sostiene. Inoltre, ciascun livello è ruotato rispetto al precedente così da poter modulare la luce naturale che la attraversa. Mentre la distanza tra un livello e l’altro è di soli 80 mm, la struttura nel mezzo pone una distanza tra la pelle al di sopra e quella al di sotto di circa 6 m, creando a terra un effetto dinamico amplificato grazie al fenomeno della parallasse.

Per poter realizzare un microclima confortevole al di sotto della struttura, le simulazioni hanno previsto rotazioni sempre maggiori fino a giungere all’1,8% di trasmissione luminosa, percentuale utile al raggiungimento di tale scopo. La procedura iterativa ha portato a una struttura alta 29 m e con un diametro di 180 m posta a 36 m dalla piazza pedonale tramite cui si accede al museo. La cupola, in gran parte a sbalzo, poggia su soli quattro pilastri posti a 110 m gli uni dagli altri. Anche la struttura è di tipo parametrico ed è stata ottimizzata grazie all’uso di software specifici per poter rispondere alle esigenze estetiche, costruttive ed economiche dell’opera. La struttura della cupola è composta da 10.000 componenti preassemblati a terra in 85 elementi di grandi dimensioni, alcuni dei quali raggiungono un peso di 50 t. In totale, la cupola pesa circa 7.500 t, quasi tanto quanto la Tour Eiffel. Progettata in collaborazione con BuroHappold, la cupola è stata costruita dalla compagnia austriaca Waagner Biro che, per questa struttura, ha vinto l’European Steel design award 2017.

LA CITTÀ MUSEO: STANDARD RESTRITTIVI E SOLUZIONI ALL’AVANGUARDIA
In un museo pieno di opere d’arte dal valore inestimabile, il controllo dei livelli di temperatura e luce sono essenziali. Tuttavia, in un edificio complesso come il Louvre Abu Dhabi, soddisfare tali requisiti significa spostare i limiti tecnologici odierni per poter approdare a soluzioni valevoli. In un museo siamo soliti vedere le luci di emergenza, le luci di manutenzione e le luci di scena. Oltre a queste, tutte le gallerie del Louvre Abu Dhabi sono caratterizzate da finestre laterali e lucernari di grandi dimensioni. Per poter comprendere la quantità di oscuramento o di luce utili nelle gallerie, BuroHappold ha condotto un’accurata analisi illuminotecnica per ogni stanza del museo tenendo in considerazione i livelli di illuminamento dovuto alla luce naturale e comparandoli con la sensibilità luminosa delle opere d’arte ospitate negli spazi espositivi. Tutte le finestre e i lucernari sono dotati di tre sistemi di schermatura, due diffusori e uno schermo totale, che operano in maniera automatica in base all’ora del giorno e in base alla quantità di luce naturale presente. La movimentazione delle schermature è gestita da un sistema di controllo del museo, che tiene conto del percorso solare e della luce artificiale che illumina le opere d’arte. Per gestire eventuali variazioni climatiche, ogni porzione trasparente è dotata di sensori che raccolgono dati in tempo reale. In questo modo, se i livelli di illuminamento superano i dati messi a sistema, gli stessi sensori attivano lo schermo totale per prevenire la sovraesposizione. Se questo approccio vale per le gallerie permanenti, dove le opere sono fisse, per quelle temporanee si è scelto di lasciare un certo grado di libertà ai curatori che si susseguiranno negli allestimenti. Per questo motivo, alcune di queste sale sono pensate per essere flessibili in termini di layout espositivo e condizioni termo-igrometriche e illuminotecniche, che potranno essere reimpostate tramite input dinamici da inserire nel sistema di controllo automatizzato. Se per la gestione illuminotecnica sono stati preventivati schermi oscuranti con differenti proprietà ottiche, tutti i diffusori e gli elementi tecnici connessi all’impianto di condizionamento sono stati disegnati ad hoc per il museo dallo stesso studio Nouvel. Tutti i componenti sono stati studiati dal Building Research Establishment Institute inglese utilizzando prototipi in scala reale e modelli computazionali di fluidodinamica per prevedere con accuratezza il movimento dell’aria all’interno delle gallerie museali. Oltre a essere completamente nascosti, tutti gli impianti di servizio del museo sono stati duplicati per sopperire a eventuali malfunzionamenti dell’impianto principale.
E se una galleria o l’intero museo va fuori tolleranza? Generatori posizionati in aree strategiche entrano in azione provvedendo al ripristino dell’impiantistica.
E non è tutto. Nel caso in cui anche questi ultimi presentassero avarie, il Louvre Abu Dhabi è dotato di uno speciale edificio energeticamente autosufficiente dove poter allocare temporaneamente tutte le opere d’arte del museo.

Scheda progetto
Progettista: Ateliers Jean Nouvel and HW architecture
Committente: TDIC (Tourism Development & Investment Company)
Proprietà: TCA (Tourism & Culture Authority)
Localizzazione: Isola di Saadiyat, Abu Dhabi
Gruppo di progetto: Jean-François Bourdet, Anna Ugolini, Sabrina Letourneur, Frédéric Imbert, Damien Faraut, Athina Faraut (progect manager); R. Rodriguez-Leal, M. Sala Font, A. Traband, M. Treder, N. Wrzask; R. Renard, Y. Tohme, Q. Zou, S. Zopp, K. Geldof (concept); R. Akiki, A. Balducci, J. Caldi, C. Dauty, M. Davis, S. Eisenberg, M. Foucault, S. Fuhrman, V. Heckle, S. Menem, A. Patacho, M. Reyes, R. Slaoui, K. Stutts, J. Vinyals, S. Yeou (executive design); M. Abuebeid, S. Al Sawi, K. Anastassiou, D. Ashraf, J. Caldi, D. De Almeida, F. El Mutwalli, S. Fuhrman, M. Hosny, Z. Khayyat, S. Menem, Y. Najjar, M. Reyes (construction); F. Abello, L. Dumon, I. Garbagnati, J.Huang, T.Nguyen, F.Zab (interior)
Progetto preliminare: ARUP, BuroHappold, Transsolar
Tecnologia di facciata: Andrew Snalune
Cantierizzazione: BuroHappold
Illuminotecnica: 8’18”
Acustica: Studio DAP
Sismica: Setec
Interni: Eric Nespoulous, JND
Scenografia: dUCKS scéno
Progetto del paesaggio: Michel Desvigne, Jean-Claude Hardy
Commissioni artistiche: Jenny Holzer, Giuseppe Penone
Progettazione preliminare: 2006 - 2007
Progettazione esecutiva: 2007 - 2012
Costruzione: 2013 - 2017
Superficie costruita: 97,000 m2
Spazi espositivi: 8,600 m2
Esposizioni permanenti: 6,400 m2
Esposizioni temporanee: 2,000 m2
Museo dei bambini: 200 m2
Auditorium: 420 m2 (250 posti)
Photos: Roland Halbe, Marc Domage, Laurian Ghinitoiu

Arketipo 117, Architettura e Impianti, Gennaio 2018