L'USO NEL TEMPO
Mariateresa Giammetti


Nella "Casa di Abramo" la separazione dei culti è assegnata non allo spazio
ma al tempo, per questo è stato necessario approfondire modi e orari di
preghiera di ciascuna religione per stabilire i criteri di alternanza.
Verificare la sovrapposizione cronologica delle festività* cristiane e musulmane
è risultata un'operazione complessa, dato che alcune festività cristiane sono
mobili e che gli islamici operano un diverso computo degli anni. Secondo la
datazione islamica, che ha inizio il 12 luglio 622, giorno dell'Egira, corre
l'anno 1426**. Il calendario islamico, basato sull'anno lunare, è composto di
dodici mesi di ventinove e trenta giorni, e slitta rispetto a quello solare di
undici o dodici giorni. Se 33 anni lunari corrispondono a 32 anni solari, a
questa rispondenza numerica non corrisponde un'identità ciclica di date; infatti
posto che il 12/O7/622 coincide con  il primo giorno del primo mese
dell'anno islamico,  dopo 6O5 anni queste due date coincidono nuovamente,
ma dopo 121O anni si ha uno scarto di circa due giorni.
Allo slittamento
della datazione e conseguentemente delle festività musulmane si aggiunge la
mobilità del giorno della Pasqua e delle ricorrenze liturgiche ad esso legate.
Il primo concilio di Nicea stabilì che la solennità della Pasqua di Resurrezione
sarebbe stata celebrata nella domenica successiva al primo plenilunio dopo il
solstizio di primavera, quindi tra il 22 marzo ed il 25 aprile, secondo una
sequenza che si ripete ogni 5.7OO.OOO anni .
Pur non potendo calcolare con
immediatezza la coincidenza tra le festività, è evidente che in un periodo più o
meno lungo di Tempo questo problema si manifesterà. Dato che la liturgia
cattolica è legata ad orari convenzionali la sovrapposizione dei riti è
superabile ridefinendo gli orari quando necessario.
Per il rito giornaliero,
il Corano prescrive 5 preghiere che vengono eseguite su iniziativa personale,
iniziando la "niyya" o formulazione d'intenzione. La preghiera può essere svolta
in qualunque luogo, anche se bisognerebbe eseguire in moschea quella di metà
giornata, "al-zuhr". Per i cristiani, nelle 34 settimane del Tempo Ordinario,
ogni parrocchia stabilisce convenzionalmente gli orari delle messe, questo fa si
che essi possano essere fissati compatibilmente con quelli della preghiera
islamica. In entrambi i culti vi è un giorno della settimana dedicato a Dio, in
cui è prescritto il rito collettivo; in questo caso non sussiste sovrapposizione
poiché per i cristiani è la domenica, mentre per i musulmani il venerdì.