Lo studio MAB Arquitectura è tra i protagonisti del Padiglione Italia alla 19. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, all’interno della mostra Terræ Aquæ. L’Italia e l’intelligenza del Mare. La curatela del padiglione è affidata a Guendalina Salimei, architetto, professoressa e fondatrice di T-Studio, che con questa esposizione intende valorizzare il rapporto tra coste italiane e acque, viste come territori di confine, innovazione e resilienza.
Il progetto selezionato, firmato da MAB Arquitectura – studio guidato da Floriana Marotta e Massimo Basile – è un intervento di rigenerazione architettonica e paesaggistica sull’isola di Salina: la riqualificazione dell’antico faro di Capofaro, oggi visibile presso l’Arsenale - Tese delle Vergini, sede del Padiglione Italia.
La visione della curatrice Guendalina Salimei si inserisce nel tema generale della Biennale, curata da Carlo Ratti, che invita a dare forma a un'intelligenza condivisa per affrontare le sfide ambientali e sociali. In questo quadro, Salimei pone l’attenzione su un nuovo modo di guardare i territori costieri italiani, intesi non come limiti geografici, ma come spazi dinamici dove terra e acqua si incontrano generando nuove possibilità.

In linea con questa riflessione, l’intervento di MAB Arquitectura rappresenta un esempio emblematico. Il progetto ha interessato un complesso ottocentesco su un promontorio dell’isola di Salina, trasformando l’antico faro in sei suite di ospitalità eleganti e riservate, in estensione della struttura “Capofaro Locanda & Malvasia”.

L’obiettivo è stato quello di valorizzare il territorio, tutelando la natura circostante e promuovendo un’architettura capace di dialogare con le comunità costiere. L’approccio progettuale ha rispettato la memoria del luogo, conservando elementi architettonici originali come le volte a botte e la scala a chiocciola della Lanterna.
Gli interni, dalle superfici che variano tra i 30 e gli 80 mq, si affacciano su giardini privati e paesaggi aperti tra mare, vigneti e orti. L’interior design si ispira all’essenzialità dell’architettura eoliana, attraverso materiali locali, mobili in muratura, cementine artigianali e lavabi in pietra calcarea.

Come sottolinea l’arch. Floriana Marotta: “abbiamo disegnato ogni dettaglio, con grande cura ma senza aggiungere orpelli, per definire in ogni ambiente un’eleganza e un’essenzialità che restituisse l’idea di un lusso raffinato e sobrio: quello del tempo che passa lento, nella bellezza delle cose semplici”.

L’intervento si inserisce nel progetto nazionale “Valore Paese Italia Fari”, un’iniziativa di Difesa Servizi spa e Agenzia del Demanio che affida i fari in concessione a privati per favorirne la tutela, il recupero e lo sviluppo del territorio. In quest’ottica, la valorizzazione di Capofaro rappresenta un esempio virtuoso di rinascita culturale ed economica.
Come ricorda Massimo Basile: “lavorare sui luoghi di confine è qualcosa che facciamo da tempo, nei centri abitati e nelle periferie delle città ma non solo. Per noi l’architettura può e deve essere uno strumento e un’opportunità per generare cura, bellezza e senso nei luoghi più fragili e preziosi”.

Scheda progetto
Progetto: Restauro del Faro di Capo Faro
Località: Salina, Eolie, Messina
Committente: Capo Faro srl
Progetto architettonico, interior e paesaggistico: MAB Arquitectura
Direzione lavori: Studio Antonio Podetti
Allestimento MicroMuseo: Studio Forward
Impresa esecutrice: Vitruvio + Impresa Di Pane Costruzioni
Superficie: 1.920 mq
Premi ricevuti: menzione del premio In/Arch 2023 per la categoria Riuso/Restauro