©Pierluigi Giorgi

Il terremoto ha colpito duro il 24 agosto del 2016 e ancor di più il 30 di ottobre dello stesso anno; la montagna è ferita, i borghi distrutti e uno dei simboli di questi luoghi, il bivacco Tito Zilioli, ha subito danni importanti tali da rendere inutilizzabile e irrecuperabile la piccola costruzione realizzata nel 1960 e intitolata al forte e giovanissimo alpinista ascolano che perse la vita nel 1958 sul Monte Vettore. Da qui l’esigenza di ricostruire un nuovo bivacco a servizio della comunità, un necessario segnale di ripresa per questi territori.
Il nuovo bivacco è pensato in ordine a una serie complessa di considerazioni: la problematica dello smaltimento del materiale proveniente dalla demolizione, la sicurezza rispetto al sisma e le estreme condizioni ambientali. Il materiale derivante dalla demolizione dell’esistente è stato riutilizzato per la costruzione di un’ampia terrazza/basamento che facilita l’accesso al bivacco ma che rappresenta anche un punto di vista panoramico su di un paesaggio di straordinaria bellezza.

L’articolazione dei volumi e il linguaggio formale dell’architettura tengono conto della particolare condizione ambientale in cui si trova la struttura: a 2.253 m slm, in presenza di venti che possono raggiungere i 200 Km/h e in un ambiente caratterizzato dal fenomeno che viene definito calaverna o galaverna: il deposito di ghiaccio in forma di aghi, scaglie o superficie continua ghiacciata su oggetti esterni, che si genera in presenza di correnti umide al perdurare di temperatura al di sotto dello zero. Tali particolari condizioni hanno condotto il progettista a disegnare la nuova struttura con alcune pareti inclinate, in particolare sul lato nord-est, sotto cresta, dove i venti soffiano con maggiore intensità; per quanto riguarda le scelte tecnologiche si è abbandonata sin da subito l'idea di ricostruire lo Zilioli utilizzando conci di pietra o tecniche costruttive “tradizionali”, sia per motivi dovuti a difficoltà di trasporto e di realizzazione, sia per garantire un maggior livello di sicurezza dal punto di vista sismico, si è deciso di utilizzare sistemi di prefabbricazione a secco: per la struttura il sistema a pareti in legno massiccio Crosslam, mentre a protezione della stessa è stato realizzato un rivestimento in alluminio Vestis Cortex con il sistema The Skin aggraffato: l’unica pelle che potesse garantire affidabilità sia dal punto di vista di tenuta idraulica che durabilità nel tempo, anche sottoposto alle estreme condizioni ambientali a cui è sottoposto il bivacco. La tecnica della doppia aggraffatura con il sistema The Skin, grazie al supporto tecnico dell’Area Tecnica Rivestimenti della Mazzonetto che ha affrontato tutti i dettagli esecutivi dei nodi più critici, e alle mani sapienti della Metal Roof che l’ha posato in opera, garantisce che non trafili acqua all’interno della struttura, anche quando la stessa è completamente avvolta da neve e ghiaccio. La qualità della verniciatura, inoltre, garantisce che anche se sottoposto alla forza dei raggi UV oltre i 2.000 m, il Vestis Cortex mantenga la sua particolare colorazione, che ben si integra nello splendido paesaggio in cui è inserito lo Zilioli.

Gli interni hanno finiture esclusivamente il larice, dal pavimento ai rivestimenti fino agli arredi, il tutto all’insegna della sobrietà e funzionalità. Il locale di emergenza ha 4 posti letto, alcune sedute e piani di appoggio; da qui, attraverso una porta, è possibile accedere alla parte accessibile su prenotazione: uno spazio con un grande piano che all’occorrenza può ospitare due posti letto, un piccolo locale riservato al Soccorso Alpino e una scala che porta al livello superiore dove troviamo sei posti letto. Dal punto di vista delle dotazioni impiantistiche per l'energia elettrica sono stati istallati in copertura due pannelli fotovoltaici fino a 600 W per alimentare luce e sistemi di domotica per il controllo da remoto della struttura. Il bivacco è stato realizzato in soli 60 giorni ma è progettato e costruito per durare a lungo nel tempo e offrire riparo a coloro che si spingeranno fin in vetta al Monte Vettore.

THE SKIN CIRCLE

Si parte da un'idea architettonica, si conclude con una realizzazione finita. L'obiettivo è raggiunto solamente se la realizzazione finale rispetta le aspettative iniziali create con l'idea architettonica: lo scopo è quello di chiudere il cerchio. Il ruolo di The Skin è proprio quello di accompagnarvi lungo tutto questo percorso ad anello, seguendo in modo ordinato ogni singolo passaggio necessario per la buona riuscita dell'opera, seguendo la tecnica dell'arte. Con The Skin Circle l'azienda ha creato un processo di qualità che considera tutte le azioni necessarie per la realizzazione dell'opera, utilizzando come concetto chiave la "misurabilità". Il processo si conclude con la redazione da parte di Mazzonetto dell'Attestato di Conformità, che trasforma un insieme di componenti in un sistema integrato, raccogliendo tutti gli elaborati di analisi e progettazione, diventando una guida per la manutenzione e le future integrazioni.

PRODOTTO
1P Studio di fattibilità:
- idea architettonica
- stratigrafia
- nodi architettonici
- analisi del contesto
- tenuta all'acqua

PROGETTO
2P Schema preliminare di sistema:
- posizione dei fissaggi
- posizione dei paraneve
- posizione impianti fotovoltaici
- sistema di protezione neve
- studio preliminare sistema anticaduta
- voci di capitolato

POSA IN OPERA
3P Installazione:
- rivestimenti e/o lattonerie
- posa in opera da azienda specializzata
- predisposizione impianti tecnologici
- dichiarazione conclusione lavori

DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ

Scheda progetto
Progetto architettonico: arch. Valeriano Vallesi
Direzione lavori: arch. Riccardo Giacomelli
Progetto strutturale: ing. Andrea Moser
Committente: Sezione C.A.I. Ascoli Piceno
Coordinamento della sicurezza: ing. Giulio Giacomelli
Impresa esecutrice: Edilnicoletti costruzioni srl
Rivestimento metallico: Metal Roof di Andrea Smerilli
Impianti: Tito Ciarma Elettroimpianti
Elitrasporto: E+S Air srl elicampiglio srl
Anno di costruzione: 2020 Settembre-Ottobre
Realizzato con il contributo di: Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, AVIS Provinciale Ascoli Piceno, S.A.T. Società Alpinisti Tridentini
Fotografie: Pierluigi Giorgi fotografo