Innovazione nella nuova pianificazione di una ex area portuale; un ampio programma che integra più funzioni complementari; la commistione di ambienti interni e spazi esterni che sancisce la libertà dell’uso e la possibilità di creare diverse attività secondo come a da chi vengono utilizzati; materiali, colori, forme che interagisco simultaneamente diventando parte del costruito. Il progetto riassume un concetto di flessibilità ampio che investe aspetti di scala urbana, di quartiere e propria dell’edificio al fine di far convivere in modo dinamico realtà che concorrono a un nuovo sviluppo cittadino. Fino alla fine del secolo scorso, l’Oude Dokken, un quartiere a est del centro storico di Ghent, faceva parte del porto della città. Quando le attività portuali si trasferirono definitivamente a nord verso la fine del 1900, il quartiere si apprestava a diventare “terra di nessuno”. Seppur la sua posizione fosse strategica e vicina al centro storico della città, la dismissione progressiva dei cantieri navali necessitava di un piano riqualificazione. La regione delle Fiandre si distingue dal punteggiarsi di diversi piccoli centri storici di origine medioevale e da un ampio sviluppo urbano, che potremmo definire “periferico”, che colma lo spazio fra l’uno e l’altro diradandosi di servizi e qualità della vita man mano che ci si allontana dal centro. Con l’obiettivo di creare una nuova visione per lo sviluppo dell’Oude Dokken, l’autorità municipale deputata allo sviluppo urbano indisse un concorso nel 2004 che portò alla vittoria del masterplan proposto dallo studio OMA. La nuova pianificazione si pone l’obiettivo di riequilibrare le proporzioni fra edificato, spazio destinato a verde e viabilità, costituendo un modello di crescita urbana integrato e flessibile alle esigenze di espansione e di vivibilità dei centri urbani.

Lo studio olandese ipotizza uno sviluppo per “fasce” perpendicolari al canale che mantengono tutte il rapporto, funzionale e spaziale, con il centro, in cui edifici si alternano a spazi pubblici verdi in un susseguirsi di funzioni pubbliche e private integrate. La natura industriale del luogo e il rapporto privilegiato con l’acqua sono salvaguardati, anzi valorizzati, con la conservazione dei vecchi manufatti portuali, come le gru (quella blu di Dok Noord, vicino alla scuola Melopee e recuperata alla fine del 2008, e quella verde dell’impianto di betonaggio erano e sono punto di riferimento del quartiere), la riqualificazione delle banchine, la costituzione di percorsi pedonali e piste ciclabili e la costruzione di ponti che collegano le due sponde del canale. All’interno di questo ambizioso programma, che dal 2004 sta guidando lo sviluppo dell’Oude Dokken, è stata costruita Melopee School, un edificio polifunzionale in realtà, che racchiude e integra l’attività di formazione, la pratica sportiva e diversi spazi aperti destinati al gioco e allo svago. Il sito della scuola (40x67 m con un limite di altezza edificabile fissato a 20 m) si trova al confine di una di queste fasce, affaccia su un’area verde sul lato sud, il molo a ovest, una piazza e un edificio residenziale a nord e la strada del porto verso est. Il programma richiesto è complesso: un asilo nido, una scuola elementare, un doposcuola, strutture sportive sia per la scuola sia per il quartiere, oltre a campi e giochi esterni. Il lotto doveva, inoltre, essere attraversatile da nord a sud da un percorso pubblico per consentire la costante integrazione fra le fasce. Xaveer De Geyter Architects credono fermamente nei principi proposti da OMA e progettano un edificio che ne rispecchia gli obiettivi. Per contrastare la mancanza di spazio, far fronte alla complessità dei rapporti fra interno ed esterno previsti dal programma e non prescindere da un collegamento pubblico trasversale alle fasce funzionali pianificate dal masterplan, il volume complessivo è diviso in due parti: un edificio compatto dalla pianta regolare che ospita le funzioni principali e uno spazio esterno disegnato da una griglia spaziale metallica articolata e flessibile che integra campi sportivi, spazi per il gioco, attraversamenti pedonali e aree per il relax.

All’interno dell’edificio, il piano terra è destinato all’asilo nido a cui seguono gli ambienti destinati al doposcuola e alla scuola elementare al primo e secondo livello; il terzo e il quarto sono riservati al centro sportivo e ai suoi spazi pertinenziali. In posizione intermedia fra l’interno e l’esterno una terrazza con caffetteria aperta alla città. Tutti i livelli, e tutte le funzioni, sono collegati con gli spazi all’esterno. Ad eccezione dell’asilo nido, che ha un ambiente esterno riservato per i bimbi, una struttura metallica che affaccia sul canale organizza cinque livelli di giochi e campi sportivi all’aperto: diversi piani collegati da scale e rampe ospitano piccoli anfiteatri blu, pareti rosse inclinate per arrampicare, scivoli di acciaio, oltre a campi gioco e sportivi. La multifunzionalità dell’edificio ha previsto un’attento studio delle caratteristiche tecnologiche dell’involucro in sinergia con la dotazione impiantistica affinché non venisse meno la richiesta da parte della committenza di un edificio passivo. La scuola Melopee si è avvalsa di simulazioni sull’uso differenziato dell’edifico che hanno permesso di ottimizzare il dispendio energetico complessivo della struttura. I fronti sono protetti da pannelli in policarbonato traslucido che, lasciando filtrare la luce, proteggono dalla radiazione diretta, l’isolamento dell’involucro opaco è composto da 20 cm di PIR (polyisocianurato) e le porzioni trasparenti sono composte da tripli vetrocamera a controllo solare. La copertura, trattata a verde per mitigare l’effetto del clima esterno e con un sistema di recupero dell’acqua piovana integrato, ospita un campo fotovoltaico che concorre alla produzione di energia elettrica. La struttura esterna di acciaio è rivestita da una rete metallica che ospiterà piante rampicanti in grado di schermare le aree all’aperto, lascando aperte ampie finestre per godere della vista del canale. Nel progetto del masterplan è stato previsto un impianto di quartiere per il recupero di calore ed energia dalle acque reflue e per la sua distribuzione a tutti gli edifici (residenziali e non). Il riscaldamento è fornito da scambiatori di calore all’interno dell’edificio che trasferiscono l’energia dalla rete pubblica a un sistema composto dalla combinazione di pannelli radianti a pavimento e radiatori. Un sistema domotico monitora le temperature secondo le ore di utilizzo dei diversi livelli e attiva i meccanismi di ventilazione meccanica controllata sulla base dell’occupazione degli ambienti. Per il raffrescamento estivo, data anche la latitudine e la vicinanza dell’acqua, non è stato necessario prevedere nessun sistema attivo.

SPAZI DINAMICI
La scuola Melopee non poteva non essere progettata come uno spazio flessibile: l’ampio programma richiesto e la commistione necessaria fra le funzioni ha dato l’opportunità a XDGA di ideare ambienti il cui uso potesse cambiare secondo l’utenza. La scuola e gli spazi ad essa connessi, il palazzetto dello sport all’ultimo livello e la divertente articolazione degli spazi esterni possono essere utilizzati sia dagli allievi sia dai ragazzi del quartiere con attività di doposcuola sia dagli adulti, questo il motivo per cui possono trasformarsi all’occorrenza: le scale che collegano i due livelli della scuola elementare diventano una tribuna per un palcoscenico in caso di concerti o piccole rappresentazioni teatrali e la doppia altezza crea tribune dalla vista privilegiata; il palazzetto può essere diviso per ospitare partite amatoriali; il bar con terrazza all’ultimo piano, di pertinenza del palazzetto, è aperto alla città e si affaccia sul percorso pedonale pubblico sottostante. Ma è nello spazio esterno che i progettisti esaltano l’attitudine polifunzionale e flessibile della costruzione. Complici i materiali, utilizzati per le loro proprie caratteristiche, i colori e le forme, liberi di esprimere un’idea, e la natura, che sorgerà rigogliosa arrampicandosi all’esterno, XDGA creano una “scatola magica” che ognuno può vivere o attraversare come preferisce. Una griglia metallica fa da struttura a una serie di livelli sfalsati e dalle dimensioni diverse che ospitano giochi, campi sportivi, spazi per il relax e percorsi di attraversamento per tutta la comunità. Scale e rampe diventano scivoli sinuosi fra il verde, superfici inclinate si tingono di rosso con una morbida gomma per diventare pareti da arrampicata, volumi cilindrici di acciaio, scuro all’esterno ma bianco all’interno, con pianta a spirale offrono ottimi nascondigli, sfere incastonate nel pavimento sono piccoli anfiteatri blu su un livello e raffigurano un pianeta nel cielo guardando da quello sottostante, e poi ancora vasche di sabbia, “giardini di rocce”, percorsi pedonali e ciclabili. In questo gioco di piani che si susseguono e si intersecano trova spazio un campetto da basket e calcetto di un solare giallo acceso.

Scheda progetto
Località: Ghent, Belgium
Committente: SO Gent
Periodo di costruzione: 09/2017 - 02/2020
Superficie: 7.680 mq - 4.630 mq (interior) - 3.050 mq (exterior)
Costo totale della costruzione: 9.074.410 euro
Architects: XDGA - Xaveer De Geyter Architects
Competition team: Xaveer De Geyter, Doug Allard, Thérese Fritzell, Ingrid Huyghe, Willem Van Besien, Stéphanie Willocx
Definitive design team: Xaveer De Geyter, Karel Bruyland, Thérese Fritzell, Arie Gruijters, Ingrid Huyghe, Willem Van Besien, Stéphanie Willocx
Implementation team: Xaveer De Geyter, Ingrid Huyghe, Willem Van Besien
Structure Engineering: Ney & Partners
Mechanical Systems: Studiebureau Boydens
Acoustics Design: Daidalos Peutz
Project period: 2015 - 2017
Plot surface: 2625 m²
Photos: Maxime Delvaux

Arketipo 145, Flessibilità, Marzo 2021