Messico, 2019. Dopo decenni in cui l’architettura del paese era stata impegnata principalmente in progetti di carattere privato, il Governo decide di investire nella realizzazione di opere pubbliche: centri sportivi, scuole, mercati, centri sanitari, piazze, infrastrutture culturali e centri comunitari sorgeranno a decine, nel giro di poco tempo, nelle aree più remote e fragili del paese. È l’avvio del “Programa de Mejoramento Urbano” attivato dalla Secretaria de Desarollo Agrario, Territorial y Urbano (SEDATU) come strumento di trasformazione sociale necessario proprio là dove mancano le risorse e nelle zone più marginali. In questo contesto, la Facoltà di Architettura della UNAM viene invitata a bandire un concorso interno - rivolto a docenti e laureati dell’Università - per realizzare opere pubbliche in scala minuta in contesti vulnerabili del nord dello stato, che rispettassero un budget definito (e limitato) e che proponessero tipologie di intervento replicabili in tutto il paese. I tempi da rispettare erano serratissimi: due settimane per il progetto, tre mesi per gli esecutivi e altri tre per la realizzazione. È in risposta a questo concorso che si è riunito il Colectivo C733, composto da cinque laureati (e docenti) dell’UNAM che avevano quattro attività professionali separate, ma complementari nel modo di confrontarsi con l’architettura: Gabriela Carrillo (dal 2012 al 2019 socia del TALLER di Mauricio Rocha, e poi a capo del suo proprio studio) Eric Valdez (strutturista esperto di strutture leggere), Israel Espín (che aveva da poco avviato il suo percorso professionale), e Carlos Facio e José Amozurrutia dello studio TO.
La loro strategia, ancora prima di quella progettuale, è stata quindi quella di riunirsi in una squadra di tipo collaborativo, riunendo intorno a sé consulenti di diverse discipline. A distanza di cinque anni, i quattro studi di architettura continuano a operare anche singolarmente, ma insieme condividono uno spazio di riflessione sullo spazio pubblico del Messico. In questo modo hanno realizzato oltre 35 progetti in tutto il paese: una mole di lavoro che sarebbe stato impossibile sostenere con i loro percorsi individuali. Il nome C733 è la sigla composta da una lettera e tre numeri con la quale era richiesto di presentarsi al concorso del 2019 ed è un omaggio all’unione di poesia e logica ispirata a Eladio Dieste: l’architetto e ingegnere uruguaiano diceva che l’architettura deve essere pubblica, logica, economica ed efficiente, ma allo stesso tempo cosmica, nel momento in cui si collega a un territorio e alla sua comunità, riconosce un luogo e comprende un problema. Nella sigla del collettivo, il 7 rappresenta la L della Logica, il 3 la E dell’Economia e dell’Efficienza, mentre la C sta per Cosmica. Il Mercado Guadalupe è esemplare della strategia di questo lavoro collaborativo, che consiste nell’individuazione di un modello leggero e replicabile: strutture economiche, flessibili, di facile realizzazione, che servano come un esempio di qualità architettonica e che sappiano entrare in relazione con le identità e le condizioni specifiche dei luoghi in cui sorgono. Il mercato è una tipologia esplorata dal collettivo fin dalla sua costituzione, con il primo progetto del Mercado di Matamoros: lavorando su un sistema e una logica strutturale che avessero la versatilità di trasformarsi, il progetto di C733 coniugava identità e materiali locali con un sistema strutturale leggero ed efficiente, rispondendo all’informalità dell’uso e alle contraddizioni di una costruzione permanente e allo stesso tempo effimera, capace di trasformarsi.
Il mercato Guadalupe replica i principi individuati a Matamoros portandoli al confine sud del paese, a Tapachula, ed entrando quindi in relazione con un clima diverso e con condizioni ambientali specifiche. Qui, nel sud-est della città, si è implementato un sistema a partire dalla geometria e utilizzando materiali locali, riconoscendo l’identità di luoghi dimenticati e risanando le condizioni insalubri di un mercato informale attivo dal 1990. Grazie alla sua posizione decentralizzata, il mercato è il punto di riferimento per circa dieci quartieri popolari che vi si appoggiano senza doversi recare al centro della città: il progetto, oltre che fornire spazi funzionali alle attività commerciali, rigenera l’area creando una piazza di incontro e un giardino pubblico. La sua configurazione spaziale si basa sull’affiancamento di corridoi lineari con ingressi laterali che generano uno spazio di incontro permeabile e percorribile, in cui le navate interne sono collegate allo spazio pubblico circostante: il partito architettonico genera infatti dei margini che si relazionano con l’interno del mercato ma anche con l’esterno della città. Il giardino preesistente viene rispettato: il perimetro del progetto prende forma nella relazione con il verde, che arriva a infilarsi nello spazio del mercato bucando le coperture. La sezione e la ripetizione del modulo sono l’elemento-guida del progetto, che semplifica il sistema costruttivo e lo integra a materiali capaci di stimolare nei visitatori il senso di appartenenza, impiegando materiali locali, bambù e mattoni a vista. L’asse centrale diviene uno spazio comune che integra interno ed esterno, commercio e vita comunitaria, assorbendo in uno spazio chiuso il verde che caratterizza anche le piazze esterne. Il margine e il recinto, tradizionalmente pensati per separare e proteggere, per garantire condizioni di sicurezza, divengono così elementi porosi e flessibili: un nuovo approccio verso lo spazio pubblico, laddove sono proprio l’apertura e la continuità spaziale a garantire la vitalità di un'ambiente urbano flessibile e sicuro.

Geometrie semplici e strutture leggere
È nelle sezioni che, più di tutto, si esprime l’identità progettuale (e strategica) del collettivo C733. I loro edifici sono riconoscibili, nel più ampio intorno urbano, per la peculiarità dei loro sistemi di copertura, che coniugano una geometria semplice ma di impatto e l’attenzione ai materiali, entrando in relazione con le specificità dei diversi contesti. Il Mercado Guadalupe, mettendo in atto una strategia comune a tutti i progetti del collettivo, impiega metodi costruttivi tradizionali in modo congiunto con strutture leggere a telaio: l’uso di materiali locali e la separazione delle fasi di montaggio ottimizza la gestione del cantiere e costituisce allo stesso tempo un dispositivo flessibile che può rispondere alle condizioni dei programmi funzionali e dei luoghi. A Tapachula, le aree dedicate agli esercizi commerciali sono accentuate da coperture inclinate, realizzate con una combinazione di lamiere metalliche e pannelli di bambù, che garantiscono condizioni termiche e acustiche ottimali, creando ambienti confortevoli per visitatori e venditori. Le linee inclinate che compongono il profilo a zig-zag non solo conferiscono un’immagine riconoscibile al progetto, ma fungono anche da assi che incanalano la luce naturale, ottimizzando l’illuminazione e creando giochi di luce nelle aree di transito. Inoltre, l’inclinazione delle coperture è integrata a un sistema di raccolta dell’acqua piovana, che viene successivamente trattata per il riutilizzo nei bagni e per l’irrigazione del giardino. L’uso di sistemi modulari, comprendenti tramezzi e strutture in cemento armato, si combina con i sistemi prefabbricati in metallo e con i pannelli di bambù. La sinergia tra tecnologie moderne e materiali tradizionali e sostenibili, oltre a consentire una notevole agilità nella realizzazione dei progetti, consente di coniugare l’estetica architettonica e la “pulizia” compositiva con un approccio sostenibile, attento all’identità dei luoghi.
Scheda progetto
Architects: Colectivo C733
Location: Tapachula, Chiapas, México
Client: SEDATU, Municipio de Tapachula
Built: area 4, 145.05 m2
Design: February 2020 - June 2020
Construction: August 2020 - May 2021
Location: Av. Josefa Ortiz de Domínguez, Zipcode: 30786, Tapachula, Chiapas, México
Designers: COLECTIVO C733 - Gabriela Carrillo, Eric Valdez, Israel Espín, Carlos Facio y José Amozurrutia (TO)
Design team: Israel Carrión, Álvaro Martínez, Fernando Venado, Vectores Urbanos
Structures: LABG (Eric Valdez), GIEE
Mechanical and electrical engineering: Enrique Zenón
Landscape design: Taller de Paisaje Hugo Sánchez
Consultants: BAMBUTERRA (Verónica Correa y Luisa Correa), Carlos Hano, TEMAS MX, Pedro Lechuga - Cuervo loco
Construction: DAEN
Client: SEDATU, Municipio de Tapachula
Site Area: 6,315.76 m2
AWARDS: Prix Versailles 2023
Photos: Rafael Gamo, Zanckz Moz