I giochi olimpici di Milano Cortina 2026 rappresentano per gli spazi urbani una grande opportunità di rinascita. Tutti gli attori coinvolti saranno chiamati a promuovere una progettazione sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale, affinché l’evento sportivo diventi un vero motore di riqualificazione.

Stefania D’Onofrio, architetto e senior technical specialist di Stantec, società attiva nella consulenza e progettazione ingegneristica e architettonica, ha individuato, a tal proposito, alcuni criteri chiave per una progettazione che lasci un segno positivo nei luoghi interessati da questi grandi eventi. Vediamone alcuni.

Prima di tutto è necessario rafforzare le infrastrutture e gli spazi pubblici nell’ottica di una mobilità condivisa e sostenibile: “Conditio sine qua non sarà il ripensare e rafforzare la mobilità condivisa ed il trasporto pubblico in un momento in cui entrambi sono stati messi in discussione dal COVID 19 e dall’obbligo di distanziamento sociale. Restituire gli spazi pubblici ai cittadini, attraverso scelte coraggiose che limitino l’uso dei mezzi privati per accedere alle città favorendo invece chi, spostandosi a piedi, in bici e coi mezzi pubblici, ha la minore impronta ecologica”.
In secondo luogo è importante che la riqualificazione porti con sé una vera rigenerazione. In che modo? “Preferire la riconversione al consumo di suolo, ripensando all’uso di aree depresse o dismesse e, ancora, riqualificando siti critici sotto l’aspetto ambientale, rispondendo ai bisogni e gli obiettivi delle comunità coinvolte. Migliorare, così, la qualità della vita, la salute, il benessere delle comunità interessate direttamente o indirettamente dai progetti. Questo vale sia per i luoghi adibiti agli eventi olimpici principali sia per quelli destinati agli eventi satellite o di supporto (come luoghi per l’intrattenimento, spazi pubblici, centri culturali, strutture ricettive)”.

Stantec, in particolare, porta come esempio un progetto di riqualificazione: si tratta del Clareview Community Recreation Centre, per il quale un’area dismessa è stata trasformata in uno spazio per eventi sportivi internazionali nell’ambito del nuovo masterplan della città di Edmonton in Canada.
L’emergenza legata alla diffusione del virus Covid-19 ha portato con sé necessariamente una nuova visione dei luoghi in cui viviamo, sia privati sia pubblici. La progettazione deve tenere conto di un nuovo modo di vivere gli spazi; e anche per l’evento olimpico italiano, una delle maggiori sfide sarà quella di ripensare agli spazi e ai servizi pubblici, dimenticando i minimi funzionali e i condizionatori, riscoprendo una progettazione fatta di luce e aria, disincentivando l’uso degli ascensori e creando al contempo ampie scale e funzioni diffuse, diminuendo le aree prettamente residenziali e terziarie e costellando i quartieri di servizi che sappiano rispondere al desiderio di uso dello spazio pubblico.

Stantec ha contribuito a numerosi progetti internazionali legati a infrastrutture ed eventi ricreativi e sportivi, tra cui Giochi Olimpici, offrendo servizi di project e program management, oltre che di ingegneria e architettura. Gli esempi sono molteplici: i Giochi Olimpici di Londra 2012, il BC Stadium a Vancouver, l’Harvard Stadium, la Microsoft Plaza, lo Yankee Stadium, l’Olympic Oval a Calgary, l’Optus Stadium, i Giochi Panamericani, lo Shell Place, il Texan Drive Stadium.