Sviluppato attorno a corti e patii, il progetto dell'architetto Giuseppe Tortato, disegnato per valorizzare l'area ex Fluid-o-tech, è pensato per ospitare il nuovo polo della moda milanese. Su un'area di diecimila metri quadri, racchiusi in uno scrigno architettonico raffinato, il complesso si trova in via Morimondo 23, a Milano, proprio di fronte all'ingresso principale dell'area Richard Ginori, recuperata con grande successo e divenuta luogo ideale per showroom e atelier. Qui i 60.000 metri quadri della cittadella sono stati rapidamente saturati, creando la necessità di trovare nuove aree di sviluppo. Il fondo immobiliare Duemme sgr, dunque, ha colto l'occasione per scommettere su un nuovo complesso immobiliare, formato da una cortina di edifici tutti diversi tra loro, ma accomunati da un linguaggio architettonico curato e una scelta attenta dei materiali.

Morimondo 23 a Milano
Morimondo 23 a Milano

L'architetto Giuseppe Tortato ha saputo interpretare, con il proprio linguaggio gradevole e raffinato, la domanda del committente, la cui sfida era realizzare degli spazi che potessero raccontare e rappresentare l’unicità dei loro utilizzatori provenienti dal mondo del design e della creatività. La richiesta, da parte del Comune, di mantenere le geometrie e lo skyline della vecchia fabbrica, ha creato la necessità di reinventare i 150 metri lineari del fronte che si affaccia sulla via Morimondo. I materiali scelti sono vetro, cemento, acciaio e legno, ma elaborati in forme sempre differenti. Il resto è affidato alla luce del sole portata democraticamente a tutti, con piccoli e grandi patii su cui si affacciano le alte vetrate. Concetti semplici che non escludono la ricerca e la sperimentazione, come puntualmente accade sul lungo fronte della via.

Con queste premesse - ha spiegato Giuseppe Tortato - c’era il serio pericolo di compromettere l’esito architettonico dell’intero progetto e quindi abbiamo deciso di creare qualcosa di speciale”.

Morimondo 23 a Milano
Morimondo 23 a Milano

L’intuizione dell'architetto è stata quella di valorizzare un edificio del primo Novecento in mattoni a vista, totalmente restaurato, trasformandolo nel fulcro attorno al quale si sviluppano le due ali del nuovo intervento. Le due ali, separate come detto dall’edifico in mattoni, sono caratterizzate da un approccio antitetico tra loro rispetto alla strada: nella prima si è privilegiato l'affaccio arioso su via Morimondo e sulla Richard Ginori, con ampi portali in acciaio bianco vetrati; nell'altra si è scelto invece un linguaggio più intimo, che durante il giorno sviluppa maggiormente il rapporto con le corti interne, mentre di notte si trasforma in una lanterna, un landmark che caratterizza la via.

Morimondo 23 a Milano
Morimondo 23 a Milano
Morimondo 23 a Milano
Morimondo 23 a Milano

Quest’ultimo fronte, in particolare, ha una storia progettuale a parte, legata alle caratteristiche del fronte originario caratterizzato da alti muri in cemento armato prefabbricato, che il Comune richiedeva di conservare nel loro aspetto ma anche nella loro mediocrità. Gli alti muri sono rimasti, ma dopo l'intervento si presentano come una sorta di codice a barre in calcestruzzo con toni variabili di grigio, caratterizzati dall’inclusione di cubi di vetro pieno passante di dimensioni differenti, progettati in collaborazione con la ditta Seves, leader della produzione di vetrocemento, che ha collaborato con i più noti architetti internazionali nello sviluppo di pezzi speciali su misura.

Morimondo 23 a Milano
Morimondo 23 a Milano
Morimondo 23 a Milano
Morimondo 23 a Milano