La Corte Suprema e la City Hall di Singapore: due dei più significativi edifici del patrimonio culturale nazionale, testimoni di molti eventi chiave della storia della città. Avendo terminato le loro precedenti funzioni istituzionali (situati proprio nel cuore del Civic District, no agli anni Novanta hanno rappresentato il centro politico di Singapore), i due palazzi sono stati destinati a ospitare la Galleria Nazionale, un punto di riferimento primario per le arti visuali moderne e contemporanee del sud est asiatico. La sfida progettuale è stata quella di unire in un unico corpo architettonico i due volumi, dotati di identità a sé stanti, riuscendo a offrire un’esperienza completamente rivitalizzata dei monumenti con un minimo impatto sulle loro strutture, dando l’impressione di averle lasciate ampiamente intatte.
I progettisti hanno proposto una filigrana metallica appoggiata sopra i due edifici, senza soluzione di continuità tra l’uno e l’altro, che ricade come un drappo tra i due, mettendo in evidenza l’ingresso principale alla Galleria. Tale drappo, essendo traforato, crea un collegamento visivo dall’atrio principale al Padang, un campo da gioco aperto nel centro di Singapore, dove ha sede il Padang Cricket Ground, altro sito ricco di storia e tradizione. Il risultato di questo manto che con leggerezza si sovrappone ai fabbricati storici è enfatizzato dall’uso del colore oro: l’effetto visivo è cangiante, a seconda di come la filigrana viene investita dalla luce, a volte è più simile a un intreccio di rattan, altre a una superficie luminosa omogenea. L’aspetto illuminotecnico è peraltro fondamentale: è stato studiato per dare comfort visivo ai visitatori che accedono ai piani più alti. Il controllo della luce è stato uno dei cardini del progetto: approfonditi calcoli hanno permesso di ottenere soluzioni in grado di filtrare e rendere soffusa la luce naturale, sia attraverso i vetri e i pannelli traforati di alluminio in copertura che attraverso i sistemi di oscuramento delle finestre, così da permetterne l’ingresso nei locali interni, inclusi molti spazi espositivi. Il volume aggiunto in copertura è di limitato ingombro in altezza, tale da evitare contrasti e sovrapposizioni con il paesaggio urbano circostante, tuttavia è sufficiente a dar vita a un evocativo ambiente coperto sopra la Suprema Corte (all’interno del quale è contenuta la cupola della biblioteca) collegato da passerelle con parapetti vetrati a un ampio tetto giardino con specchi d’acqua, ristoranti e caffè sopra la City Hall: da qui i visitatori possono godere sia di nuove prospettive sugli edifici stessi sia di viste spettacolari su Singapore e verso il mare. Inferiormente è stato, invece, ricavato uno spettacolare atrio interrato che si estende longitudinalmente attraverso tutto il sito e ospita la reception e vari locali tecnici e privati, lasciando libero il piano terra per le attività strettamente culturali. L’atrio inferiore può essere raggiunto da quattro monumentali scaloni che lo collegano alle facciate della Galleria, consentendone l’accesso da ogni lato, e che rappresentano un altro elemento significativo e riconoscibile del progetto.

Un rigoroso lavoro di conservazione è stato svolto sulla Corte Suprema e sulla City Hall per combinare, da un lato, la necessità di mantenere il più possibile integre e inviolate le strutture originali, dall’altro l’esigenza di inserire le nuove funzioni della National Gallery, soddisfacendo specifiche normative in termini di acustica, performance energetica, sicurezza in caso di incendio, misure anti-terrorismo e protocolli di conservazione delle opere nel contesto degli standard museali. Le facciate, costruite negli anni Trenta usando sezioni prefabbricate di calcestruzzo e rivestimenti di granito, sono state ripristinate dove danneggiate e pulite con metodologie in grado di preservare la patina originale. Numerosi sono gli elementi decorativi: per la Corte Suprema i fregi e il timpano, per la City Hall le colonne ioniche, per entrambe le colonne corinzie. Grande attenzione è stata posta alla conservazione e al ripristino del rivestimento di rame della cupola della Corte Suprema, un materiale simbolo dell’architettura coloniale britannica: sono state salvaguardate le tecniche tradizionali di realizzazione della struttura di legno sottostante ed eventuali aggiunte di rame sono state prepatinate per adeguarsi a quanto già in opera. Negli interni sono state mantenute molte delle finiture in legno originali di pareti, pavimenti, soffitti, oltre agli arredamenti lignei d’epoca (principalmente legno di teak). La conservazione di tutti questi paramenti ha richiesto un’estrema cura nell’inserimento degli impianti: nei soffitti sono state allocate nel modo più discreto possibile tutte le canalizzazioni e le posizioni dei loro punti di fissaggio sono state vagliate in modo da nasconderli o ancorarli sulle superfici meno preziose. Interessante l’integrazione tra i serramenti esterni (restaurati nella loro tenuta agli agenti atmosferici) ed una controparete interna che ospita sistemi di oscuramento, dispositivi di illuminazione delle facciate, rinforzi strutturali di acciaio, distribuzioni impiantistiche, sistemi di controllo di temperatura e umidità, apparecchiature antincendio: in pratica, davanti alle finestre si sono create delle profonde imbotti (circa 50-100 centimetri) che inglobano le funzioni menzionate e contemporaneamente realizzano piacevoli aree di sosta per i visitatori (le sedute, lunghe 200-350 cm, sono circa 200 in tutto il complesso). Entrare nella Galleria Nazionale, magari da un ingresso laterale, attraversare le sue severe facciate e trovarsi immersi in un ambiente confortevole e luminoso è una piacevolissima sorpresa. La luce raggiunge il grande interrato e accompagna i visitatori attraverso una passeggiata architettonica e artistica fino alla copertura, altro spazio speciale, impensabile dall’esterno. Un intervento di recupero e di rinnovo che ha regalato a Singapore un luogo di cultura invitante e confortevole, nel giusto equilibrio tra passato e presente.

IL TELO METALLICO
Il tetto e il velo che scende in verticale sono composti in tutto da 15.150 pannelli, in particolare: per il tetto 9.650 pannelli di alluminio e 450 pannelli di vetro serigrafati (circa 6.600 m2), per il soffitto 3.500 pannelli di alluminio, per il velo 1.980 pannelli di alluminio (circa 975 m2). L’alluminio, scelto per la sua leggerezza e per la sua resistenza alla ruggine, è stato utilizzato per modellare pannelli tridimensionali che davvero fanno pensare a un intreccio di rattan fatto a mano. Un pannello traforato di alluminio standard ha dimensioni 50x100 cm, una misura adatta a consentire una facile rimozione in caso di manutenzione. L’alluminio è stato colorato in oro; complementare alle austere facciate grigie, l’oro è proposto in tre diverse tonalità: si va da una nuance “argentata” a una gradazione “satura”, che, combinate, producono una delicata texture (evidente se vista da una certa distanza). I pannelli di vetro laminati sono stati, invece, progettati con la dimensione massima di 200x200 cm, così da ridurre il più possibile la quantità di profili e di telai in copertura. Per gestire tutte le interfacce della nuova copertura con l’esistente è stato fatto un preciso rilievo trasposto in un modello digitale tridimensionale: ad esempio è stato possibile modificare in fase di progettazione i pannelli per adeguarli ai cornicioni. Il telo metallico è sostenuto da strutture di acciaio a forma di albero con tronchi e rami costituiti da profili piatti di spessore 20/50 mm: tre grandi alberi, altezza 23/30 m, sostengono la copertura, due alberi più piccoli, altezza 12 m, sostengono i veli (uno per lato sulle facciate lunghe). La forma ad albero è stata una soluzione perfetta per ottenere il massimo sostegno con una impronta minima a terra.

LAVORI AL PIANO INTERRATO: LA CRITICITÀ DELLE FONDAZIONI
Dal punto di vista delle fondazioni originarie c’era grande diversità: la City Hall, costruita alla fine degli anni Venti, era sostenuta da fondazioni superficiali in appoggio sull’argilla marina: ogni movimento del terreno aveva effetti deleteri sullo stabile, soprattutto per fenomeni di compattazione differenziata. Di conseguenza, per soddisfare la sua nuova destinazione d’uso, sono state necessarie fondazioni aggiuntive, in grado di sostenere l’aumento dei carichi previsto. La Corte Suprema, benché costruita solo dieci anni dopo, aveva invece fondazioni profonde che arrivavano alla roccia (peraltro con una struttura in elevazione più rigida) e necessitava quindi di piccoli rinforzi. L’impronta dei piani interrati (tre in totale, i due inferiori destinati a parcheggi) è localizzata quasi completamente sotto la City Hall; solamente una piccola porzione, limitata a un unico livello, arriva fin sotto la Corte Suprema. Questo perché sotto la Corte Suprema si ha uno spesso strato di soffice argilla marina mentre, sotto la City Hall, si incontra prima un terreno più rigido nel quale i piani interrati possono essere inseriti senza il rischio di un elevato spostamento di suolo durante gli scavi. La sequenza dei lavori per l’esecuzione delle opere interrate è stata davvero critica: le tolleranze di movimento erano assai ridotte per evitare danni alle strutture esistenti che, prima di scavare inferiormente, sono state necessariamente irrigidite e controventate. Prima è stato realizzato un sistema di micropalificazioni che ha rinforzato le fondazioni, incrementando parallelamente la stabilità di tutta la struttura, poi sono stati demoliti tutti i solai della City Hall e, mediante l’utilizzo di elementi prefabbricati, è stata ottenuta un’area interrata a completa tenuta d’acqua, racchiusa in pareti a diaframma che seguono tutto il perimetro della costruzione. A seguire sono state rinforzate le facciate e sono stati ricostruiti i solai.

Scheda progetto
Progettista: studioMilou with CPG consultants
Committente: National Gallery Singapore, Ministry of Culture
Total existing floor area: 38,000 mq
Total built area: 64,000 mq
Completion date: November 2015
Localizzazione: Singapore
Gruppo di progetto studioMilou: J.F. Milou, W. Ho, N. Thanh Trung,C. Boh, J. and J. Goh, M. Leong, J. Tan, E. Tan, J.L. Baldacci, L. Macdonald, K. Ladjili, C. Strauss, D. Miel, Y. Follain, L. Seet, S. Zhi Xiang, P. Choo O’Neill, M. Teh, W. Tham, A. de Urruela P. Burns, S. Ogge, D. Tresilian, I. Lenzi
Gruppo di progetto CPG consultants: L. Soo Khoong, T. Hooi Ong
Consulente sicurezza: Certis Cisco Security
Ingegneria civile: Batiserf Ingénierie
Facciata: Arup
Illuminazione: Lighting Planners Associates, Kaoru Mende
Paesaggio: ICN Design International
Audio, video e acustica: Shen Milsom & Wilke (SM&W), John Burris
Impianti: INEX Copertura/Roof studies: CSTB
Ingegneria strutturale, impiantistica: CPG Consultants, Leong Meng Sun
Consulenza sostenibilità: CPG Consultants
Restauro: Architectural Restoration Consultants, Garth Sheldon
Impresa principale: Takenaka - Singapore Piling Joint Venture (TCSP-JV)
Facciata e copertura: Jangho Group Co.
Interni: Sunray Woodcraft & Construction
Paesaggio: Flora Landscape
Ascensori e scale: Kone
Impianti meccanici: Kurihara Kogyo Co.
Protezione al fuoco: Deluge Fire Protection (S.E.A.)
Impianto elettrico: Ngee Cheng Electric Co.
Luci: Krislite
Sicurezza: Singapore Technologies Electronics
Photos: Fernando Jarvier Urquijo, studioMilou, Gabriele Masera

Arketipo 115, Recupero, ottobre 2017