In occasione delle giornate del “Workshop Villa Deliella 1959-2019” a Palermo, oltre venti giovani professionisti, laureati in ingegneria e architettura, hanno lavorato divisi in quattro gruppi per produrre quattro idee progettuali per il Museo del Liberty di Palermo. Anzi per il Museo della città Liberty, punto di partenza per itinerari alla scoperta del patrimonio sopravvissuto al “sacco di Palermo” e ancora visibile.
Le esplorazioni progettuali - ha affermato l’ingegner Giuseppe Trombino, uno dei coordinatori del workshop - hanno messo a fuoco le problematiche dell’area e alcuni punti fermi. Soprattutto, il museo deve rientrare in un complessivo progetto urbano che colleghi tutte le tracce del liberty ancora presenti sul territorio. Deve essere un dispositivo narrativo, non un museo contenitore. Più che esporre manufatti deve raccontare una storia, anche quella dell’urbanistica di quegli anni, e ciò riguarda tutto il grande quadrilatero di verde nel quale si trova l’area di Villa Deliella”.
Il vuoto desolante prodotto dalla demolizione di Villa Deliella costituisce oggi più che mai, anche se in termini paradossali, un valore monumentale - ha spiegato l’architetto Giuseppe Di Benedetto, anche lui coordinatore del workshop - ma nell’accezione più profonda del termine monumentum e del suo significato etimologico di menimi e di moneo, di ricordo e di ammonimento. Perché ciò che ancora sopravvive è certamente degno di memoria intellettuale e di considerazione estetica. Al contempo, l’assenza della villa del Basile esercita un severo ammonimento morale rivolto alla città rispetto a quanto accadde durante il 'sacco di Palermo'. Tutto ciò deve essere letto e interpretato in chiave propositiva, affinché si pensi a una modificazione di questo luogo carica di valori emozionali ed evocativi mai disgiunti dalla sua storia”.
Le quattro esplorazioni progettuali declinano i temi comuni con soluzioni diverse dal punto di vista concettuale, volumetrico e morfologico.

La proposta denominata “Sottrazione come riscatto” (tutor Barbara Lino e Danilo Maniscalco) sposa integralmente l'idea del museo-ipogeo. Una piazza nella piazza si articola in forma di cretto attorno al ritrovamento del piano interrato della Villa Delliella e così si compie il passaggio da un valore negativo a uno positivo: il vuoto lasciato in superficie dalla distruzione della villa cede lo scenario al vuoto dello spazio sottostante, che diventa dispositivo di innovazione e tradizione, luogo in cui raccontare una storia locale di respiro europeo attraverso attività narrative, didattiche e di laboratorio, luogo dal quale intraprendere un viaggio alla scoperta della città Liberty. L'intento evocativo legato alla memoria del luogo è sostenuto anche dalla rivisitazione della parte in superficie. Nelle piazze Crispi e Mordini, fuse in un un'unica area ciclo-pedonale e con l'innesto di una scultura dedicata a Ernesto Basile, alcuni elementi verticali assicurano il passaggio della luce naturale verso il museo sottostante: uno di questi diventa pretesto per un nuovo murales urbano, e in una ricostruzione virtuale in forma di ologramma o con superfici trasparenti, oppure in muratura, riappaiono la vecchia facciata e la torre della villa, plastico monito a futura memoria sulle conseguenze del “sacco di Palermo”.

Dal titolo di una Biennale di Venezia trae spunto concettuale la proposta denominata "Fundamentals" (tutor Anna Igea Garretto e Sebastiano Provenzano): l'idea portante è ripartire dagli elementi significativi per esaltarli, valorizzare tutto ciò che rimane della Villa Deliella, cioè innanzitutto i ruderi del seminterrato, ma anche la casina del custode, i piloni angolari e gli alberi che facevano parte del giardino. La parola d'ordine è evocazione, ma senza riproposizione acritica del dove era e del come era. L'esplorazione progettuale suggerisce una struttura parzialmente ipogea, con il percorso museale collocato nello spazio delle fondamenta (coperte a vetri) per sottolineare drammaticamente l'assenza della villa e con una ricostruzione virtuale degli ambienti all'interno. Un portale del Liberty, che dia l'idea di cosa è stato il Liberty a Palermo soprattuto attraverso le tecnologie multimediali e "conduca" il visitatore alle testimonianze ancora esistenti, sul presupposto che il vero museo del Liberty è la città. Un piano inclinato porta all'ingresso, posto quattro metri al disotto dell'attuale superficie. Un corpo a forma di L lungo le vie Castriota e Borrelli, soprelevato di un livello e mezzo, si dispone a protezione dello spazio archeologico e anche della casa del custode, della quale si ipotizza la musealizzazione mediante copertura a vetri. Il nuovo volume non compromette gli alberi già esistenti, che anzi, come elemento di memoria storica, vanno a formare una sorta di quinta scenica. A un elemento verticale di impronta contemporanea è affidata la rievocazione della torre angolare della Villa Deliella. Punto caratterizzante del lavoro è anche il ripensamento dei percorsi pedonali, che si estendono per tutta la piazza Crispi fino al margine della via Libertà.

In Mu.Li.De. (tutor Luigi Failla e Nicola Piazza) la valorizzazione delle rovine di Villa Deliella esistenti nel sottosuolo e la razionalizzazione del traffico sono obiettivi centrali posti sullo stesso piano. Terzo elemento caratterizzante è un nuovo volume sospeso che “sorvola” le rovine, un sistema di gallerie soprelevate, spazi aperti e coperti a vetro, squarci attraverso i quali la luce naturale irradia dall’alto verso il basso sia l’interno delle campate, sia il giardino archeologico sottostante, come se si trattasse di un’area ipogea. A sostenere le campate sono due corpi verticali di spessori diversi, posti sui bordi di via delle Croci e di via Borelli. L’edificio è configurato a strati verticali, accostati anziché sovrapposti, con un ingresso principale su piazza Crispi. Rimane aperto il fronte di via Castriota, per lasciare spazio alla vegetazione di Ficus Benjamin e alla casina del custode che si trova all’angolo con via delle Croci. Il sistema delle piazze Crispi e Mordini diviene un unico spazio pubblico del nuovo museo e annette al suolo pedonalizzato anche l’ultimo tratto di via delle Croci, per un collegamento diretto con l’ingresso al Giardino Inglese. La piazza Crispi (dove viene prospettato un parcheggio sotterraneo con sbocco su via Castriota) dà l’ingresso al nuovo spazio museale e unisce lo spazio pubblico al giardino archeologico attraverso un cammino in lieve pendenza con gradoni bassi (una cordonata), ma è possibile accedere anche da una quota più alta rispetto alle rovine, anteponendo così la vista del giardino all’accesso al museo.

"Onda Liberty" (tutor Luciana Macaluso e Calogero Vinci) vuole rappresentare metaforicamente la propagazione dell'influenza di Villa Deliella sull'area urbana circostante. Riemergono anche qui i ruderi dell'opera del Basile, ma non come spunto per un allestimento ipogeo: in questo caso le rovine del seminterrato rimangono a cielo aperto. Lungo il margine dell'area che costeggia la via Castriota trova collocazione lo spazio museale, in un corpo sospeso che si sviluppa in linea orizzontale e dal quale si innalza una grande vela-lucernario di forma rettangolare. Nell'intera struttura dominano le pareti a vetro, e quindi le trasparenze. La torre, visitabile fino in cima, è concepita come punto panoramico, in senso reale ma anche con dispositivi tecnologici per offrire ai visitatori la suggestione di una ricostruzione virtuale sia della Villa Deliella, sia della città Liberty. La rivisitazione del contesto urbano si spinge fino alle ville storiche (Giardino Inglese, Villa Falcone-Morvillo, Villa Trabia) con aree pedonali e vegetazione iconica del Liberty (Iris, Papavero, Palma, Jacaranda, Glicine), coinvolgendo per intero le piazze Crispi e Mordini, così come la via Libertà fino a via Notarbartolo, ma si estende anche verso il mare, lungo la via Borrelli fino all’Ucciardone. E da piazza Mordini a piazza Crispi il suolo è rimodellato con un declivio leggero e costante fino alle rovine, per un dislivello complessivo di 2 m (c’è però un recupero di quota all’intersezione con la via Libertà, sulla quale è prevista la realizzazione del tram).