©Aldo Amoretti

Senza tradire le aspettative contemporanee, è possibile rimettere in moto il ciclo di vita di un edificio che necessita di riqualificazione, rispettandone l’impronta e contenendo al contempo lo spreco e la produzione di rifiuti di difficile smaltimento. Dal punto di vista progettuale il tema della presenza del passato, fil rouge del riuso nella tradizione architettonica, lascia spazio a interpretazioni intriganti sull’evoluzione da vincolo a occasione.

L’intervento dello studio Archisbang ha previsto la riqualificazione energetica e strutturale e il completo restyling di una palazzina degli anni Sessanta adibita a residenza privata, scomponibile in tre appartamenti indipendenti. Della preesistenza si coglie l’imponenza volumetrica nel rapporto con il suo intorno: un discreto contesto residenziale sulla collina di Ivrea. Il progetto enfatizza questo carattere con la completa pulizia dell’edificio esistente dagli sporti; i pieni e vuoti sono ridisegnati con grandi fori quadrati, la copertura diventa un ulteriore piano calpestabile: un intimo roof-­top che permette di afferrare la vista in quota sull’arco alpino e la Serra morenica. La struttura è riportata allo scheletro e rinforzata per raggiungere un’adeguata resistenza sismica. L’efficientamento energetico dell’edificio ha previsto il rivestimento dell’involucro con cappotto esterno, racchiuso da lastre di calcestruzzo alleggerito, poi finite a intonaco grezzo in malta di calce naturale. Il lavoro sulla massa ha conferito all’architettura un aspetto trascendentale di fortezza, in contrasto con i suoi grandi fori trasparenti.

Il peso dell’attacco a terra è sottolineato dalla presenza della grande roccia su cui l’edificio si innesta, che, liberata, diventa un elemento percepibile a tutti i livelli, tramite il gioco di vuoti e doppie altezze sul fronte sud. In un’ottica di flessibilità, che risponde alle esigenze di dinamismo del nostro tempo, il concept distributivo di Archisbang ha previsto l’organizzazione di una villa che ne racchiude tre al suo interno: tre case, tre accessi, tre finiture in facciata. Il piano terra è adibito ad autorimessa e cantina della roccia. Mentre l’ascensore e il vano scala legano l’insieme in un sistema unitario, il nastro metallico della scala esterna permette di organizzare gli ingressi indipendenti agli altri piani e al terrazzo. Al primo, i due mini appartamenti condividono uno spazio living, rimodulando all’occorrenza le loro dimensioni attraverso un pannello in legno manovrabile a 180°. All’ultimo livello, Archisbang ha collocato la residenza principale, a più diretto contatto con il terrazzo, lambito dalle chiome del bosco sul fronte nord. Qui la camera da letto è racchiusa in un box di calcestruzzo armato a vista, che funge da principale rinforzo della struttura esistente e permette di sostenere, al di sopra, la piscina sul tetto. Gli spazi fluidi dell’ambiente interno sono caratterizzati da pareti grezze in continuità con l’esterno, pavimenti in cemento elicotterato intervallato da porzioni lavorate con effetto seminato e parquet. Il legno delle porte, dei serramenti e degli arredi su misura ammorbidisce l’atmosfera severa delle linee minime, insieme ai grandi scorci vetrati sul verde esterno e ai tagli di luce che intercettano i diversi piani.