Uno degli interventi più significativi è stato quello del restauro della "Casa del Boia" la cui progettazione e direzione lavori è stata affidata allo studio CasiniCidArchitetti.
L'edificio, che trae la sua denominazione popolare dal boia che qui abitò per poco più di venti anni a inizio dell'Ottocento, nasce come postazione militare composta dal Torrione del "Bastardo" e dall'annessa Casermetta della guarnigione di "Bombardieri" che li era di stanza.
La ricerca storica, incrociata con le evidenze testimoniali osservate nella redazione degli elaborati progettuali hanno fin da subito dimostrato la complessità e ricchezza del palinsesto architettonico della Casa del Boia, confermato poi nella successiva fase di cantiere e nelle attività di scavo archeologico supervisionate dalla locale Soprintendenza.
Gli edifici oggetto dell'intervento vengono realizzati nell'arco del Cinquecento e sono ricompresi nel più ampio programma di ammodernamento della cinta medievale che viene intrapreso per fronteggiare la minaccia dell'espansionismo fiorentino che recentemente aveva fatto capitolare la vicina Pisa. Queste opere vengono tuttavia giudicate presto insufficienti e già sul finire del secolo si inizia a costruire la nuova e più poderosa cinta muraria che ammiriamo ancora oggi. Il complesso della Casa del Boia si trova a essere solo parzialmente ricompreso nel terrapieno della nuova cinta e gradualmente viene relegato ad altri usi.
Le manomissioni più importanti vengono eseguite sulla fine dell'Ottocento quando si aggiunge una nuova sezione all'edificio e si eseguono alcuni lavori interni, tamponando i loggiati esterni e introducendo un nuovo collegamento verticale attraverso la volta della Galleria che conduce all'interno del Torrione. Le descrizioni catastali novecentesche degli anni '40 registrano sostanzialmente la configurazione dello stato di fatto prima dell'inizio dei lavori, con la presenza di tramezzature leggere in forati che individuavano vani di risulta del tutto estranei all'impianto originale.
Il Torrione del Bastardo è una poderosa costruzione militare cinquecentesca, con murature esterne di forte spessore, composta da un vasto ambiente interno usato come Cannoniera in cui si aprono 4 bocche per il fuoco dei pezzi di artiglieria. L'ambiente presenta una suggestiva conformazione con una serie di volte che scaricano tutte su un massiccio pilastro centrale. Al piano superiore di copertura erano alloggiati altri pezzi di artiglieria. Questo livello oggi è solo parzialmente riconoscibile nella sua configurazione originaria per le ampie modifiche subite nel tempo.
La Casermetta dei Bombardieri è un edificio di servizio su tre livelli annesso al Torrione. Al piano terra si compone di un lungo ambiente voltato, la Galleria, che conduce alla Cannoniera. In origine questo edificio era a pianta rettangolare, con solo due livelli fuori terra e il più basso ricompreso dentro il terrapieno che era addossato alle mura. L'addizione tardo ottocentesca aggiunge un'appendice verso il lato sud e in parte chiude l'attuale spazio aperto della "Corticella", dando all'edificio l'attuale pianta a "L".
Fin dalle prime ricognizioni per l'elaborazione del progetto, appariva evidente come la mancanza di manutenzione e il conseguente crollo di un'ampia porzione di tetto avessero ridotto l'edificio allo stato di rudere prossimo al collasso. Gli orizzontamenti a impalcato ligneo risultavano compromessi per le copiose infiltrazioni. I prospetti esterni, oltre alla pressoché totale scomparsa degli intonaci, presentavano sezioni di muratura mancanti oltre a evidenti discontinuità strutturali all'ultimo livello. Il piano di calpestio del Torrione, era ricoperto da sedimenti, per l'improprio utilizzo come discarica e le pareti interne erano ricoperte da incrostazioni calcaree per il percolamento di acqua dalle pareti e da sedimenti impropri. I pochi infissi e i lacerti di pavimentazione superstiti erano ormai fatalmente compromessi.
L'intervento condotto dallo studio CasiniCidArchitetti, di concerto con la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, la locale Soprintendenza e il Comune, ha perseguito innanzi tutto il restauro del complesso, secondo le sue valenze storiche e architettoniche.
Con questo orientamento sono stati recuperati gli ambienti originari, demolendo tutti le tramezzature e le superfetazioni che si erano sedimentate nel tempo e avevano distorto la reale percezione delle spazialità originarie.
Particolare cura è stata posta nel recupero delle superfici faccia vista esterne che sono state lasciate a vista su indicazione della locale Soprintendenza. Il forte radicamento nell'immaginario locale dell'aspetto "di rovina" di sapore "ruskiniano" hanno fatto accantonare un primo proposito di reintonacare gli esterni come in originale. Le sezioni di muratura crollate sono state ricostruite con materiali antichi di recupero per non creare discontinuità percettive dell'impaginato della struttura. La copertura è stata completamente ricostruita secondo il disegno originario, utilizzando materiale di recupero per il manto di copertura e riproponendo nuove capriate lignee di castagno come struttura portante in luogo delle originali collassate. Il tetto è stato coibentato e isolato.
All'interno della Cannoniera le superfici sono state ripulite dai sedimenti e sono stati consolidati gli originari intonaci cinquecenteschi che ancora conservano le tracce delle antiche centinature utilizzate per la costruzione delle volte.
Sempre in questo ambiente sono state riproposte le quote originarie di calpestio così come desunte dal ritrovamento del basamento del pilastro centrale. In questa occasione, in seguito ad un accurato lavoro di scavo archeologico, è stata riportata in luce una porzione del basamento a scarpa della prima torre medievale che è servita come base per il successivo sviluppo del Torrione.
La volta del locale di accesso è stata ricomposta nella sezione che era stata demolita per alloggiare il vano scale tardo ottocentesco.
In esterno sono stati completamente recuperati i paramenti dei monconi delle mura tardo trecentesche, successivamente rafforzate nel Cinquecento in attesa della costruzione della cinta attuale. Per proteggere la sommità, che era stata coperta da incongrue solette di cemento, è stata disposta una "copertina di sacrificio" composta da acciottolato e malta di calce, a imitazione del nucleo in conglomerato presente all'interno delle fodere in laterizio delle strutture.
Il piano superiore esterno del Torrione è stato oggetto di un importante lavoro di impermeabilizzazione dell'estradosso delle volte, che ha comportato lo scavo del terreno di copertura, la pulizia accurata delle superfici, la stesura del prodotto impermeabilizzante e il successivo ricollocamento della terra precedentemente asportata. Le sommità del Torrione sono state protette con il medesimo dispositivo a imitazione dell'originario conglomerato usato sulle attigue mura medievali.
Nel pieno rispetto dell'architettura cinquecentesca, è stato deciso di rifunzionalizzare l'edificio nella duplice veste di punto di accesso privilegiato alla passeggiata lungo le Mura Urbane e di contenitore per attività museali. Nella progettazione degli spazi è stata posta particolare attenzione all'utilizzo da parte dell'utenza diversamente abile.
Il posizionamento dei collegamenti verticali, scale e ascensore, è stato confinato nell'addizione tardo ottocentesca che, oltre a essere estranea al complesso cinquecentesco, presentava le strutture talmente degradate da essere sostanzialmente irrecuperabili.
Per segnalare la giustapposizione di diversi momenti architettonici, ovvero la preesistenza cinquecentesca, l'addizione ottocentesca e il nuovo inserto dei collegamenti verticali, è stato deciso di arretrare il corpo scale lasciando visibile l'intera altezza dei tre livelli serviti, in modo che dal piano terra si possa vedere direttamente il tetto a travicelli. Questo movimento crea un'asola attraversata solo dalla passerella aerea che scavalca il vuoto e sbarca al di là dell'edificio direttamente sul secondo livello esterno del Torrione connesso alla passeggiata sulle Mura Urbane.
Al piano terreno è stato inoltre recuperato il vano dell'antico cortile o "Corticella", che è stato coperto con una struttura in ferro e vetro che ha permesso di ricavare un nuovo vano da adibire a bookshop.
La dimensione del complesso, valutato nei termini della sola superficie netta calpestabile, quindi al netto delle murature di forte spessore del Torrione, è nell'ordine dei 1000 mq.
La fase realizzativa del cantiere si è protratta per 389 giorni naturali e consecutivi, dalla fine di maggio del 2013, con le prime opere di accantieramento, a metà giugno 2014 con l'inaugurazione ufficiale.
Focus materiali
Per segnalare la presenza dei nuovi inserti progettuali e curarne l'armonizzazione con il contesto storico dell'edificio cinquecentesco è stato scelto l'utilizzo di un ristretto abaco di materiali.
Il ruolo di materiale guida è interpretato dall'acciaio cor-ten, utilizzato per la passerella, per l'involucro esterno del vano corsa dell'ascensore insieme al vetro, nei montanti delle ringhiere, per la scala di uscita dall'interno del Torrione, nelle coperture delle canaline perimetrali porta impianti all'interno della Galleria e del Torrione e in altre finiture minori. La scelta di questo materiale è apparsa la più consona per poter dialogare con i paramenti murari a vista e per assecondare la natura severa dell'architettura militare del complesso. Nelle ringhiere al cor-ten si accompagna l'acciaio inox, utilizzato con un tubolare per il corrimano e con delle trecce per il parapetto.
Per le pavimentazioni sono stati scelti vari materiali in relazione al significato delle varie sezioni che ricoprivano. Nei locali al piano terra della Galleria e del Torrione è stato scelto un coccio pesto a imitazione dell'originaria terra battuta. Nel corpo scale e nei nuovi locali dei servizi igienici è stata disposta della "pietra di Matraia", una pietra largamente utilizzata in ambito locale nell'edilizia storica che tuttavia, con il suo tono omogeneo di colorazione grigia, offre anche un'immagine contemporanea. Nei locali al primo e secondo piano dell'antica Casermetta dei Bombardieri è stato montato un parquet in rovere in luogo dell'originale cotto in parte irrecuperabile e in parte già sostituito da mattonelle di cemento. Per il piano terra del locale scale e l'attigua Corticella è stata posizionata una pavimentazione di recupero da esterni, per indicare l'originaria utilizzo dell'area quale spazio aperto.
Gli infissi interni, di disegno moderno e minimale, sono lastre di vetro temprato senza telaio con una fascia intermedia di metallo tinta a polvere a imitazione del cor-ten.
Gli infissi esterni sono a specchiatura unica con telaio in metallo tinto a polvere come gli infissi interni.
Focus impianti
Le particolarità dell'edificio hanno richiesto un'accurata considerazione delle soluzioni impiantistiche da adottare. La localizzazione lungo gli spalti delle Mura Urbane della Città di Lucca, ovvero in un contesto ambientale e paesaggistico di altissimo pregio, ha determinato la scelta di utilizzare un impianto geotermico a pompa di calore alimentato da n. 8 pozzi geotermici di profondità di circa 100 metri cadauno. Questa scelta ha permesso evitare l'installazione di ingombranti e vistose apparecchiature in esterno. In coerenza con questo atteggiamento, è stato disposto un impianto radiante a pavimento per i locali della Cannoniera e della Galleria di accesso, evitando di installare apparecchiature esterne che avrebbero creato un disturbo visivo e che di conseguenza sarebbero apparse poco coerenti con il tenore complessivo dell'intervento.
Lo studio e la disposizione dell'impianto illuminotecnico di questi ambienti ha richiesto una particolare attenzione. La prima indicazione progettuale è stata quella di non toccare in alcuna maniera le pareti con i lacerti degli intonaci originari e le murature faccia vista, da cui la decisione di non eseguire alcuna opera di tracciamento. La seconda è stata quella di creare un'illuminazione di ambiente suggestiva che potesse sottolineare l'architettura. A seguito di queste considerazioni è stato deciso di predisporre una canalina perimetrale dove passare tutti i cablaggi e di schermarla in alto, per la parte a vista, con dei pannelli amovibili in cor–ten, materiale guida del progetto, che servono anche per alloggiamento dei corpi illuminanti che dal basso "lavano" la parete.
Scheda progetto
Progetto, direzione lavori generale: Studio CASINICIDarchitetti, Arch. Leonardo Casini, Arch. Patricia Cid
Committente: Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca
Coordinamento generale per la Committenza: geom. Franco Mungai
Proprietà: Comune di Lucca
Progetto e direzione lavori opere strutturali: ing. Elisa D'Angina
Progetto impianti: studio Bellandi e Petri
Opere edili: Fabio Francesconi srl
Infissi e carpenterie metalliche: Davini Prefabbricati srl
Impianti elettrici e speciali: Tecnoservice srl
Impianti termoidraulici: Angelo Impianti srl
Impianto elevatore: Mora & C.
Imbiancature: Tarchiani srl
Opere falegnameria: S2
Opere in ferro: Officina Meccanica Paladini Pietro
Pavimenti legno: Stefano Menconi
Pavimenti coccio pesto: Ciconi Massimo
Finiture in cartongesso: Luigi Marcheschi
Sistemazioni a verde: Il Fiorista di Tomei Roberto
Campagna scavi archeologici: dott. Alessandro Giannoni