L’intervento sorge nel comune di Rixheim, a cinque chilometri a est della città francese di Mulhouse per soddisfare la sempre maggiore richiesta di alloggi a basso prezzo di una classe di persone fragili come gli anziani. L’operazione immobiliare è nata dalla collaborazione tra la SOMCO (Société mulhousienne des Cités Ouvrières), attiva dalla fine dell’800 e a tutt’oggi promotrice di un’edilizia sociale sperimentale che affida a importanti studi di architettura francesi, e l’amministrazione comunale che ha messo a disposizione il lotto edificabile di cui rimane proprietaria. L’incarico è stato affidato agli architetti Lacaton&Vassal con cui la SOMCO aveva già lavorato nel 2005 sempre a Mulhouse nella Cité Manifeste, un innovativo intervento di edilizia sociale coordinato da Jean Nouvel, al quale hanno partecipato diversi studi di architettura, e, 10 anni dopo, nell’intervento “Côté Jardins”, 59 alloggi in rue Neppert il cui motto invitava a inventare la propria maniera di vivere. La residenza sorge a ridosso della strada des Châtaigniers, si apre verso un’area verde con alberi ad alto fusto ed è caratterizzata da due ali che divergono verso nord e nord-est con 18 alloggi incernierati a un nucleo centrale che contiene gli spazi comuni.

Il progetto riprende, sia dal punto di vista distributivo che tecnologico, i temi che da anni lo studio Lacaton&Vassal approfondisce nella progettazione di alloggi sociali e che gli hanno permesso di ottenere nel 2021 anche il prestigioso premio Pritzker di architettura. La costruzione è minimale con una distribuzione a ballatoio e realizzata con materiali industrializzati economici come lamiere grecate, plexiglas e calcestruzzo a vista, tutte scelte volte a ridurre i costi di realizzazione per raggiungere due obiettivi: finanziare ambienti comuni in cui gli abitanti possano svolgere attività di socializzazione e rendere più ampie le superfici private. La riflessione sviluppata dai progettisti nei lunghi anni di attività si incentra sul tema della qualità della vita negli alloggi economici. La qualità abitativa viene considerato il fattore più importante del progetto ed è determinata dall’integrazione tra gli ambienti collettivi per l’incontro e quelli privati in cui esprimere la propria individualità. Lo spazio, infatti, in quanto bene comune, non può essere sottomesso alle pure logiche finanziarie di mercato ma contribuire al benessere dell’uomo. A Rixheim lo spazio di aggregazione è rappresentato da una grande serra trasparente di circa 100 mq che funge anche da ingresso. Questa al piano terra si affaccia sul giardino a nord ed è attrezzata con una piccola cucina e un bagno, mentre al primo piano è inondata dalla luce naturale che filtra attraverso i pannelli trasparenti di plexiglas e consente agli abitanti di ritrovarsi, giocare e assistere a piccoli eventi. La dimensione collettiva è sottolineata anche dagli arredi realizzati con materiali di recupero da alcuni artisti locali tra cui Alexandra Weisbeck e dal Collettivo 2920g.

Lo spazio privato si organizza su due piani ed è composto da un ampio soggiorno che si affaccia sempre su un giardino di inverno di 14 mq dal quale si può accedere, negli alloggi al piano terra, a un ulteriore giardino privato mentre, in quelli posti al piano superiore, a un ampio balcone di circa 20 mq. Il giardino d’inverno diventa, quindi, lo strumento progettuale in grado di personalizzare la casa. Esso consente in quanto ambiente neutro - lo spazio “in più” da anni teorizzato dai progettisti - di variarne la funzione a partire dalla propria individualità a seconda delle stagioni e delle ore della giornata. E il suo uso viene comunicato proprio sulla facciata principale perché come sostengono Lacaton&Vassal lo spazio è qualcosa di fantastico soprattutto quando è utilizzato dalle persone. Questi ambienti polifunzionali sono i più interessanti del progetto e dimostrano come con pochi mezzi e risorse si possono realizzare luoghi che incidono fortemente sulla qualità della vita degli abitanti: dilatano lo spazio abitativo e consentono di vivere nelle stagioni intermedie più a contatto con la natura. Tutti gli ambienti della costruzione sono invasi dalla luce per aumentare il benessere psico-fisico aiutando l’uomo a sentirsi libero e a immaginare oltre i confini ristretti della propria casa. Per la costruzione sono stati utilizzati materiali grezzi e industriali, assemblati a secco all’insegna del risparmio economico e della velocità di costruzione che ormai fanno parte del linguaggio formale dei progettisti. Per ottimizzare le fasi di cantiere si è fatto ricorso a tecniche miste: sull’ossatura portante di calcestruzzo, realizzata con elementi prefabbricati, è stata fissata l’intelaiatura metallica delle chiusure verticali esterne e della copertura. Il ritmo delle facciate è quindi scandito solo dai montanti di alluminio anodizzato dei serramenti e dai pannelli di rivestimento di lamiera zincata grecata e di policarbonato. Anche la copertura, opportunamente coibentata, è semplicemente rivestita con lamiere di alluminio anodizzato.

I giardini d’inverno privati
Il giardino d’inverno creato per gli alloggi del primo piano è stato concepito come uno spazio aggiuntivo personalizzabile a seconda della stagione, dell’ora del giorno e del tempo ed è abitabile per gran parte dell’anno. Le pareti esterne che confinano con il terrazzo sono scorrevoli, completamente apribili e composte da pannelli intelaiati di alluminio anodizzato con tamponamenti di plexiglas corrugato trasparente, mentre quelle interne che delimitano l’abitazione hanno finestre sempre scorrevoli a tutta altezza con serramenti di alluminio e doppi vetri. Sia in inverno che in estate questo ambiente funziona da spazio cuscinetto che aiuta a regolare la temperatura interna degli alloggi. In inverno l’aria viene riscaldata naturalmente dai raggi del sole, raggiunge una temperatura intermedia tra quella esterna e quella interna e contribuisce a ridurre le eventuali dispersioni termiche che si verificano attraverso le ampie superfici vetrate. In estate, invece, i profondi aggetti della copertura trasparente protetta da tende solari impediscono al calore di penetrare all’interno degli appartamenti. In copertura e lungo le pareti esterne, infatti, sono state utilizzate speciali tende metallizzate tessute con fili di alluminio con un ottimo indice di riflessione solare che corrono su binari. Tutte le tende possono essere impacchettate e facilmente movimentate per incrementare la luminosità degli alloggi. La ventilazione naturale dell’edificio è favorita dal doppio affaccio e dalla completa apertura dei serramenti. All’interno, le pesanti tende termiche realizzate con un’anima isolante contribuiscono all’isolamento termico e acustico delle facciate conservando, nelle stagioni invernali, il calore assorbito durante il giorno e sono completamente oscuranti per garantire il comfort notturno agli occupanti.

La grande serra comune
Gli spazi collettivi si organizzano in una grande serra trasparente su due piani: qui gli abitanti possono socializzare e accedere attraverso due grandi ante scorrevoli a un balcone. Questo ambiente è stato concepito come un grande volume delimitato da un involucro formato solo da pannelli di plexiglass trasparente con una copertura a botte e un lungo lucernario centrale, apribile quasi a formare due lunghe ali. Dal punto di vista energetico funziona come una serra solare ma, date le sue dimensioni e il materiale utilizzato per i tamponamenti, può essere utilizzata solo nelle stagioni intermedie con temperature miti. La sua morfologia consente due configurazioni: quella chiusa in cui si cerca di immagazzinare la maggior quantità di radiazione solare attraverso i pannelli di plexiglass trasparenti e quella aperta in cui si aprono sia i pannelli scorrevoli di facciata che le ali del lungo lucernario per consentire la ventilazione naturale. Inoltre, un sistema di tende riflettenti scorrevoli in copertura protegge dal surriscaldamento estivo.

Scheda progetto
Anno: 2021
Programma: housing sociale
Area: 1.500 mq
Committente: Société Mulhousienne des Cités Ouvrières HLM SOMCO
Costo: 1,4 M
Architects: Lacaton & Jean Philippe Vassal with Emmanuelle Delage project leader, Benjamin Dubreu construction site manager (Ballast Architectes)
Structures: SIB Etudes statica
Mechanical systems and thermal studies: Solares Bauen
Electricity: L&N Ingénierie
Photos: Philippe Roualt, Ballast Architectes

Arketipo 162, Social housing, gennaio/febbraio 2023