L’area industriale dismessa di Rovereto, dove un tempo sorgeva il sito produttivo della Marangoni Meccanica, è in fase di trasformazione. Sul terreno della ex Marangoni è infatti in costruzione uno spazio residenziale innovativo praticamente unico in Italia. La prima peculiarità si deve al materiale utilizzato: 5.000 mc di legno d’abete recuperato tra gli alberi abbattuti dalla tempesta che ha devastato un paio di anni fa la Val di Fiemme e Primiero. In questo progetto, che è stato concepito come sostenibile in tutte le sue fasi sotto il profilo costruttivo, sociale, ambientale ed economico, il criterio della circolarità e della sostenibilità dei materiali diventa di fatto il filo conduttore. Il complesso residenziale è però particolare anche per un altro motivo: le due palazzine in legno, rispettivamente di nove e cinque piani, per un totale di 68 appartamenti destinati al social housing,  diventeranno gli edifici in legno più alti in Italia, superando i record fino a oggi raggiunti nel nostro paese dalle strutture multipiano.
Questo intervento di edilizia abitativa porta la firma di Ri-Legno, un’azienda che, forte di un approccio innovativo alla trasformazione e al risanamento del legno, è diventata in pochi anni un punto di riferimento nel settore della bioedilizia e delle costruzioni sostenibili ad alto rendimento. “Il complesso - commenta Lavinia Sartori, titolare di Ri-Legno - riconverte un’area in sofferenza e concorre al rilancio di un quartiere che merita una nuova, moderna connotazione. Mi piace pensare che questo intervento offra una seconda vita a un rione e alla materia. Gli alberi sradicati da Vaia ritrovano la loro verticalità sulle macerie di una fabbrica dismessa: le foreste abbattute dalla furia della natura si rigenerano in un contesto urbano e nel contempo lo rigenerano”.

Prima di iniziare la costruzione dei due edifici, l’intera area è stata sottoposta a un ingente intervento di bonifica che ha consentito il totale risanamento del sottosuolo, con lo smaltimento di 11 mila mq di amianto e di 750 quintali di rifiuti solidi urbani. Una volta ultimato, il complesso residenziale sarà circondato da 5.000 mq di verde, da percorsi ciclopedonali e da spazi condivisi, destinati non solo a chi abita nelle palazzine, ma all’intera comunità. L’intervento è stato infatti immaginato anche con lo scopo di offrire nuove opportunità per il benessere e per lo sviluppo di un quartiere in rapida trasformazione. La formula del social housing non garantisce solo una soluzione per l’abitare, ma offre anche l’opportunità di condividere spazi e servizi. In questo senso lo sviluppo verticale dei due edifici ha consentito di liberare spazio da utilizzare per gli spazi verdi comuni dove poter vivere condividendo il piacere della vicinanza, piuttosto che isolarsi nei propri ambiti domestici delimitando muri che separano. È un concetto innovativo dell’abitare che ben si adatta al target delle famiglie e delle giovani coppie. Questo intervento è inoltre frutto di un’operazione che valorizza la partnership tra pubblico e privato. Per le amministrazioni e per la popolazione, il vantaggio è riconquistare spazi di qualità per la vita di comunità; per i singoli cittadini, invece, poter accedere, tramite bando, all’opportunità di abitare in un contesto di qualità.

Per realizzare i due edifici in legno sono state utilizzate diverse soluzioni di isolamento in lana di roccia ROCKWOOL. Per ottenere elevati valori di isolamento, la lana di roccia, sul piano tecnico, operativo e prestazionale, è infatti il materiale ideale da abbinare agli elementi strutturali in legno perché consente di ottenere vantaggi prestazionali in termini di isolamento termoacustico, di resilienza al fuoco (resiste a temperature oltre i 1.000 °C), di resistenza e di durabilità. Tenendo conto della vocazione alla sostenibilità di questo progetto, concepito all’insegna del duplice recupero (dell’area dismessa, ma anche del legno) la caratteristica della circolarità della lana di roccia ROCKWOOL, riciclabile e riutilizzabile, è stata sicuramente un ulteriore elemento che ha contribuito alla scelta. Le partizioni interne, le contropareti e i controsoffitti degli appartamenti sono stati isolati con il pannello 211 compresso, mentre per i pavimenti è stato scelto il prodotto Floorrock TE, soluzione ottimizzata per consentire lo smorzamento dei rumori impattivi. Il pannello è inoltre particolarmente adatto per applicazioni, come questa, in cui si desideri coniugare proprietà acustiche e meccaniche. Per quanto riguarda l'involucro esterno degli edifici, in facciata è stato applicato il sistema a cappotto REDArt®, utilizzando il pannello in lana di roccia a doppia densità Frontrock Max Plus. Le ottime performance isolanti della lana di roccia, che costituisce il cuore del sistema a cappotto ROCKWOOL REDArt, si affiancano a una notevole varietà di soluzioni estetiche, grazie all’ampia proposta di finiture, tra le quali il progettista ha potuto scegliere quella più adatta. La coibentazione della copertura è stata infine realizzata utilizzando il prodotto Durock Energy Plus, particolarmente indicato nel caso di tetti in legno e ventilati dove apporta un significativo incremento delle prestazioni acustiche e del comfort invernale ed estivo.

L’estrema rapidità di esecuzione era uno dei maggiori punti di forza di questo progetto. Le potenzialità del legno e la perfetta efficienza della filiera consentivano infatti di prevedere tempistiche di realizzazione strettissime: in 9 mesi si sarebbero dovuti costruire 14 piani. Il crono programma sarebbe certamente stato rispettato se nel frattempo il lockdown non avesse imposto il fermo forzato. Una volta riprese le attività in cantiere, i lavori procedono senza interruzioni per cercare di recuperare il tempo perso.