Nel comune di Storo, in Trentino, in una casa monofamiliare degli anni Settanta, è stato di recente avviato un interessante intervento di riqualificazione energetica: la trasformazione architettonica e impiantistica di questa villetta rappresenta un caso esemplare di come, grazie ai benefici fiscali del Superbonus, sia sufficiente a volte intervenire sull’isolamento e sulla parte impiantistica per ottenere risultati ben superiori ai requisiti minimi previsti dalle normative. E di come il Superbonus offra anche l’opportunità di utilizzare materiali di qualità, valorizzando l’immobile senza dover affrontare costi aggiuntivi.

La struttura di partenza è una costruzione tipica degli anni Settanta, su due piani con un sottotetto non abitabile e un’autorimessa. Le murature esterne sono in mattone forato di spessore 35 cm, con solai da 30 cm e una copertura in legno non isolata. La non adeguata coibentazione in un’abitazione che sorge a Storo, un comune situato a una certa altitudine, comporta notevoli dispersioni termiche che si riflettono inevitabilmente sui consumi e sulle spese di riscaldamento particolarmente elevate, nonostante qui siano già stati effettuati in passato alcuni interventi sui serramenti e sugli impianti, con l’installazione di una caldaia a condensazione, di una stufa a pellets, di un sistema di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e di alcuni pannelli solari termici. Con queste caratteristiche, l’edificio risulta appartenere alla classe energetica D.
Il progetto di riqualificazione, avviato nel mese di agosto, prevede l’applicazione di un sistema a cappotto in lana di roccia sulle pareti esterne verticali, la coibentazione dell’ultimo solaio e l’installazione di un impianto fotovoltaico con accumulo. Come primo passo per una riqualificazione efficace, è sicuramente importante adeguare l’isolamento dell’involucro. In questo modo si riducono le dispersioni di calore, massimizzando di conseguenza l’efficienza dell’impianto di riscaldamento e il comfort abitativo. Un cappotto termico applicato a regola d’arte rappresenta infatti un punto di riferimento certo, nei progetti di riqualificazione energetica, e offre garanzie di risparmio e sostenibilità per decenni.

Gli incentivi fiscali in questo caso sono stati sicuramente una leva motivazionale molto forte, in quanto hanno consentito alla famiglia di scegliere materiali di qualità, senza dover affrontare costi aggiuntivi. Utilizzando le soluzioni in lana di roccia ROCKWOOL, infatti, la casa risulta valorizzata perché beneficia di una serie di vantaggi, a breve e lungo termine: il sistema a cappotto ROCKWOOL REDArt® per l’isolamento delle facciate consente di abbattere i consumi energetici per il riscaldamento, con risparmi spesso superiori anche al 50% e migliora sensibilmente il comfort dell’abitazione, in termini di miglior coibentazione termica e acustica, nonché di protezione dall’umidità e dal fuoco (Euroclasse A1) e di durabilità. Scegliere le soluzioni in lana di roccia ROCKWOOL significa quindi investire nella valorizzazione del proprio immobile e dare nello stesso tempo un contributo concreto alla tutela dell’ambiente: i prodotti ROCKWOOL rispondono infatti ai Criteri Ambientali Minimi (CAM) cioè ai requisiti ambientali definiti per valutare la sostenibilità di un prodotto durante l’intero ciclo di vita.

Il progetto di Storo prevede quindi l’applicazione del sistema di isolamento termico a cappotto in lana di roccia ROCKWOOL REDArt® sulle pareti esterne verticali. Il sistema di isolamento termico a cappotto ROCKWOOL REDArt®, oltre a offrire la soluzione ideale per la riduzione delle dispersioni termiche dell’involucro, garantisce comfort invernale ed estivo e protezione da muffe e umidità e protegge dal fuoco. In particolare, all’interno del sistema di isolamento termico a cappotto, qui è stato utilizzato il pannello rigido non rivestito a doppia densità Frontrock Max Plus, specificamente studiato per la coibentazione di edifici ad alta efficienza energetica, con un valore di conducibilità termica λD=0,035 W/(mK). Sulla copertura è stato poi installato un impianto fotovoltaico da 6.16 kWp, abbinato a una batteria da 12.8 kWh di capacità di accumulo.
La soluzione REDArt offre inoltre versatilità estetica, dal momento che consente di scegliere tra 240 diverse finiture. In questo caso è stata scelta una finitura che gioca con un’alternanza di colori chiari beige e nocciola. A completamento dell’intervento, verrà inoltre coibentato con lana di roccia anche l’ultimo solaio. La dispersione del calore attraverso il tetto di un edificio, infatti, rappresenta una parte significativa delle perdite per trasmissione attraverso l’involucro edilizio; l’isolamento della copertura assume quindi un ruolo fondamentale sia dal punto di vista del risparmio energetico che del miglioramento del comfort abitativo estivo e invernale.

I lavori di riqualificazione a Storo sono stati avviati ad agosto, ma i risultati non tarderanno ad arrivare. Sulla base dei consumi pregressi, che venivano costantemente monitorati dalla famiglia proprietaria della casa, pari a oltre 1.000 euro l’anno (relativi sia al riscaldamento che all’energia elettrica), si stima che, grazie all’intervento, l’edificio sarà in grado di fare 5 salti di classe e di ridurre il consumo energetico del 59%, con una spesa complessiva di poco più di 400 euro.