Un centro di ricerca sull'isola di Magoodhoo, nell’Arcipelago delle Maldive, dove gli studenti e i ricercatori dell'Università degli Studi di Milano Bicocca possono collaborare con i colleghi maldiviani per lo studio di nuove soluzioni per lo sviluppo sostenibile, lo studio e il salvataggio della flora marina. Si chiama “MaRHE”- The Marine Research and High Education Center ed è gestito dall'Ateneo milanese.
La Repubblica delle Maldive è costituita interamente da barriere coralline che sono significative anche su scala globale, essendo la settima più grande in termini di area coperta, contribuendo fino al 5% della zona di barriera mondiale. Lo sbiancamento dei coralli è un fattore significativo che contribuisce a questo declino e le Maldive sono state tra le aree più colpite del mondo, con la mortalità dei coralli dal 60 al 100% segnalata a causa di un evento di sbiancamento dei coralli senza precedenti nel 1997-199.
Purtroppo, un evento di sbiancamento estremo si è verificato nel 2016 con intensità simile.
In particolare l'obiettivo del restauro dei coralli è quello di aiutare le barriere coralline, le più diverse di tutti gli ecosistemi marini, a tornare alla loro condizione originaria.

Mahre persegue l’attività di “giardinaggio dei coralli” che è considerato un valido strumento per la lotta agli impatti del cambiamento climatico degli ultimi decenni, utilizzando le specie di corallo naturalmente resilienti che sono utilizzate per riabilitare le barriere coralline degradate. A oggi, purtroppo, molti fattori naturali e antropogenici stanno facendo scomparire le barriere coralline in tutto il mondo. Si stima infatti che le barriere coralline siano in grave declino e le stime più affidabili suggeriscono che in tutto il mondo il 27% è già stato perso, con un altro 16% a serio rischio di perdita. Il risultato finale è la perdita della copertura corallina che ad oggi permette la coesistenza di un numero immenso di specie marine.
L’innovativo approccio "coral gardening" di Mahre prevede due attività: il primo passo consiste nel generare un bacino di colonie coltivate in vivai subacquei fino a raggiungere una dimensione di trapianto soglia. Il secondo passo è il trapianto delle colonie coltivate nel vivaio su aree denudate della barriera corallina.
Sika ha studiato la soluzione SikaFume®-98-I e ora fornisce il “collante” per il trapianto delle colonie dei coralli da vivaio. Il prodotto è idoneo alla presenza di acqua salata e non è inquinante né per il corallo né per l’ambiente; viene posato direttamente in immersione nella fase di trapianto.