Il progetto di Atelier du Pont per 61 alloggi sociali, a Ivry-sur-Seine, è parte di uno dei più estesi interventi di trasformazione urbana che hanno recentemente interessato l’area metropolitana di Parigi: la Zone d’Amenagement Concerté (ZAC) Ivry Confluences. Tuttora in corso di realizzazione, la rigenerazione urbana copre un’area di 145 ettari, corrispondenti al 20% dell’intera superficie di Ivry-sur-Seine. L’ambito, caratterizzato in passato da un tessuto residenziale misto, frammentato da una forte presenza industriale, è stato interessato dalla progressiva dismissione degli insediamenti produttivi che ha aperto la strada al processo di rinnovamento. Il programma prevede la sostituzione edilizia dei principali lotti industriali e la realizzazione di attività commerciali, uffici, servizi, complessi scolastici e residenze. In particolare, il piano si propone di favorire la mixité sociale e incrementare l’offerta di alloggi accessibili: metà di quelli previsti dall’intera operazione sono alloggi sociali. È all’interno di questo quadro di riferimento che Atelier du Pont realizza il progetto su incarico dell’Office Public de l’Habitat (OPH) di Ivry. Il lotto è localizzato nella porzione occidentale dell’isolato descritto da rue Ampère, rue Emile Blin, rue Jean Jaurès e placette Rosalind Franklin, e confina con uno dei nuovi complessi scolastici. La permanenza del tessuto residenziale esistente, unitamente ad alcuni fabbricati produttivi, rende il contesto locale estremamente eterogeneo da un punto di vista morfologico, oltre che funzionale. Tale complessità è restituita nel volume modellato dallo studio francese: allineato sul fronte strada verso ovest e più frastagliato sul lato orientale, l’edificio trova una propria cifra compositiva nell’articolazione delle altezze e nell’alternanza dei pieni e dei vuoti, in dialogo con il contesto limitrofo. Il progetto si configura quindi come elemento di transizione tra le diverse scale: comprende volumi che vanno dagli otto livelli fuori terra della testata settentrionale, ai tre livelli di altezza in corrispondenza del piccolo spazio pubblico a sud. La composizione volumetrica segue quella tipologica, instaurando una relazione tra la morfologia complessiva e la varietà delle soluzioni abitative adottate.

Il volume disposto più a nord, sviluppato in altezza, ospita alloggi tradizionali, con un numero di locali compreso tra due e quattro. I volumi digradanti verso sud contengono invece case a schiera sovrapposte dotate di grandi terrazzi scoperti. Queste ultime sono articolate su uno o due livelli: alla quota del primo e in parte del secondo piano sono disposte quelle che si sviluppano su un solo livello, mentre al terzo piano avviene l’accesso ai duplex, disposti a salire o a scendere. L’articolazione volumetrica consente inoltre di utilizzare le coperture dei volumi più bassi come terrazzi per gli alloggi adiacenti, incrementando così la dotazione di spazi aperti privati a beneficio delle case a schiera. Si tratta nel complesso di due forme dell’abitare che, nelle intenzioni dei progettisti, combinano soluzioni più compatte, tipiche della città consolidata, a forme più diradate, proprie delle aree periurbane. La distribuzione agli alloggi avviene attraverso due sistemi distinti ma interagenti. Il primo, più compatto, permette di raggiungere gli appartamenti nel volume più alto attraverso due ascensori e un corpo scala. Nel secondo caso, una passerella pedonale, impostata alla quota del primo piano, consente di distribuire le tipologie a schiera. I due sistemi trovano un punto di contatto che consente di accedere alla passerella anche utilizzando l’ascensore, oltre che dalle scale poste in corrispondenza dell’accesso principale a nord e del piccolo spazio pubblico a sud del lotto. Il percorso attraversa così l’isolato da parte a parte, sorvolando in quota il giardino retrostante e assicurando una transizione morbida tra pubblico, collettivo e privato. La maggior parte degli alloggi risulta così accessibile attraverso gli ascensori, mentre le case a schiera sovrapposte, e in particolare i duplex, sono raggiungibili esclusivamente attraverso un ulteriore ordine di scale impostate a partire dalla passerella.

Trattandosi inoltre di un’area considerata a rischio di inondazione, tutti gli spazi abitabili sono sopraelevati: il piano terra ospita viceversa l’atrio di accesso, i locali dedicati alle biciclette, alcuni spazi di servizio e un’autorimessa con 26 posti auto, impostata a una quota di poco inferiore rispetto a quella stradale. Questa scelta progettuale, oltre a mettere in sicurezza gli alloggi in caso di inondazione, consente di contenere le opere di scavo e di avere un giardino in piena terra, completamente drenante, verso l’interno dell’isolato. Il trattamento dell’attacco al suolo è differente verso strada e verso l’interno dell’isolato: nel primo caso il paramento che caratterizza il prospetto ovest tocca terra non rivelando immediatamente l’inabitabilità del piano terra. Verso il giardino, invece, il rivestimento della facciata si interrompe in corrispondenza dell’intradosso del primo solaio, rendendo visibili i pilastri verticali e inclinati che compongono la struttura portante, in cemento a vista, il parcheggio e gli spazi di servizio. Il trattamento materico e il contrasto cromatico dei prospetti contribuisce a riconoscere l’edificio come elemento omogeneo: sebbene la forma del fabbricato rispecchi il complesso lavoro di articolazione e ibridazione tipologica, il trattamento delle facciate contribuisce alla percezione di un volume unitario, progressivamente scavato. Se il colore scuro è utilizzato lungo tutto il perimetro, verso strada e verso il giardino, i prospetti interni sono trattati in intonaco bianco. Unica eccezione nel trattamento dei fronti è rappresentata, verso il giardino, dall’ingresso alle case a schiera: in corrispondenza delle scale la continuità del rivestimento viene interrotta e rivela la presenza della cavità che contiene gli ingressi. L’accesso principale all’edificio, posto ai piedi del volume più alto, è protetto da uno spazio porticato a doppia altezza, ricavato all’interno del volume. Il carattere architettonico di questo spazio è arricchito da un’installazione artistica permanente realizzata dallo studio Yok Yok: una anamorfosi. La figura, una linea spezzata di colore blu, è percepita come apparentemente scomposta, acquistando coerenza solo se osservata da uno specifico punto di vista. L’installazione è concepita in un dialogo a distanza con la scuola con cui l’edificio confina.

L’INVOLUCRO E LE TRAME GEOMETRICHE
L’involucro è un elemento cruciale nel definire il carattere architettonico di questo edificio. L’alternanza di superfici bianche e altre sui toni del nero conferisce un’immagine unitaria al volume. Il netto contrasto cromatico che ne deriva consente di distinguere con chiarezza il perimetro unitario del fabbricato dalle parti che arretrano, rimarcando l’articolazione dei pieni e dei vuoti ed evidenziando lo skyline dato dall’andamento della linea di gronda. Le superfici perimetrali più scure sono costituite da due tipi di rivestimenti, ciascuno dei quali definisce una trama geometrica. La fascia basamentale, sviluppata dalla linea di terra fino a includere il primo piano, è realizzata in mattoni pieni, opachi, disposti in modo da generare un effetto di chiaroscuro: un ritmo di luci e ombre innescato dall’alternanza tra elementi complanari al filo della facciata e altri aggettanti. In corrispondenza dell’autorimessa, inoltre, il paramento perde gli elementi in rilievo in corrispondenza delle logge soprastanti e si trasforma in un’orditura aperta, consentendo la ventilazione e l’illuminazione naturale dello spazio retrostante, senza tuttavia interrompere la continuità del fronte. La seconda tipologia di involucro si estende dalla sommità del basamento fino alla quota della copertura. Si tratta di un rivestimento composto da listelli di mattone applicati a un supporto prefabbricato. Grazie all’alternanza nella scelta della finitura, opaca e smaltata, i listelli danno origine a una seconda trama che pervade la superficie della facciata, facendola riverberare sotto l’effetto della luce diurna e serale. Infine, i serramenti, gli imbotti, gli avvolgibili, le scossaline sono in alluminio nero, così come i parapetti dei balconi e le protezioni anti caduta delle finestre, realizzati rispettivamente in lamiera forata e in rete ondulata. L’utilizzo di un unico colore, applicato a tutti gli elementi che compongono la facciata, risulta una soluzione tanto semplice quanto efficace per realizzare un’architettura riconoscibile partendo dall’assemblaggio di prodotti edili ordinari, scelti in linea con il necessario contenimento dei costi che un intervento di affordable housing opportunamente richiede.

Scheda progetto
Progettista: Atelier du Pont
Architects project managers: Eve Honnet, François Giannesini
Project team: Claire Chauvois
Località: Ivry Confluences Urban development zone (ZAC), 94200 Ivry-sur-Seine, France
Committente: OPH d’Ivry
Superficie: 4.100 mq
Costo: 7.000.000 euro (pre-tax)
Program: Construction of 61 social housing units
Client: OPH d’Ivry
Urban redevelopment company: Sadev94
Architect: Atelier du Pont (Architects project managers: Eve Honnet, François Giannesini Project team: Claire Chauvois)
General engineering: Berim
Acoustics: Gamba
Sustainable engineering: Plan02
Artistic intervention: Atelier YokYok
Photos: Takuji Shimmura

Arketipo 132, Residenze, Ottobre 2019