I lavori di restauro e riqualificazione dello storico Teatro Donizetti di Bergamo sono conclusi. Giunto al termine nello scorso mese di dicembre, l'intervento ha valorizzato il gioiello della città intitolato a Gaetano Donizetti, una struttura con oltre duecento anni di storia e con un volume molto importante che coinvolge visivamente sia la parte alta che la parte bassa della città. La facciata storica è stata costruita con un calcestruzzo architettonico primordiale di inizio ‘900, gli elementi dei volumi laterali sono stati invece oggetto di interventi di ampliamento a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 a opera dell’architetto Pizzigoni attraverso l’impiego di un calcestruzzo di seconda generazione.
Oggi il Teatro Donizetti, a fronte delle opere di ristrutturazione e riqualificazione iniziate nel 2019, racconta una sorta di storia del calcestruzzo, un materiale molto caratterizzante per Bergamo, storicamente e culturalmente città di costruttori. La volontà di progettisti e architetti in accordo con la Sovrintendenza e la direzione artistica, è stata dunque quella di proseguire con l’utilizzo di un calcestruzzo dei tempi moderni al fine di rendere omogenea e contemporanea l’immagine architettonica del Teatro.

Il progetto realizzato da Arassociati di Milano e dallo studio Berlucchi di Brescia, prevedeva la riqualificazione dei volumi esterni e della torre scenica attraverso l’utilizzo di materiali che si inserissero in modo non invasivo in una struttura preesistente e che fossero espressione di innovazione e tecnologia, conservandone la facciata storica e le parti di pregio architettonico. A livello visivo, le facciate laterali del Teatro Donizetti sono oggi un insieme di pannelli in calcestruzzo in differenti tonalità di rosa.
Magnetti Building si è occupata dello studio e dell’ingegnerizzazione dei pannelli di rivestimento, ma anche dei processi di installazione ed esecuzione dell’opera intervenendo sulle strutture esistenti. Si tratta di circa 800 lastre, elementi prevalentemente piani di grandi dimensioni ma di spessore ridotto, circa 3-4 cm. Alcune di queste sono state poi realizzate tridimensionalmente per la riproduzione delle lesene sul prospetto dei camerini.

Il materiale utilizzato, selezionato in collaborazione con il Politecnico di Milano, è la malta Effix prodotta da Italcementi, che presenta elevate prestazioni meccaniche e un’alta durabilità grazie al suo mix design. Le lastre sono supportate internamente da una rete in fibra di vetro, applicata sui punti di sospensione e ancoraggio, che garantisce un comportamento post fessurativo parzialmente duttile. Partendo da un’indagine colorimetrica del Teatro al fine di ricercare delle tonalità che si avvicinassero il più possibile alle colorazioni presenti su tutta la struttura esistente e attraverso il dosaggio di ossidi all’interno della matrice della malta, sono state selezionate le cinque gradazioni di rosa più idonee ad armonizzarsi con il volume.

Dopo un lungo percorso di qualche centinaia di campioni e dopo aver sondato tutti i livelli di finitura tramite trattamenti superficiali di varia natura, è stato raggiunto il livello desiderato dalla direzione artistica e dalla Sovrintendenza con la sabbiatura, protetta da uno strato idrorepellente. Una finitura volutamente non liscia che dona al Teatro un effetto antico e moderno allo stesso tempo.
L’esperienza di Magnetti Building nel campo della prefabbricazione ha consentito di individuare sistemi di aggancio che venissero inseriti già nella fase di getto durante il processo industriale e un sistema di micro regolazione per la messa in planarità delle lastre durante la fase di installazione, realizzati nello stabilimento di Carvico.