Nel 2000 lo studio Gareth Hoskins Architects partecipò a un concorso d’idee, indetto dall’amministrazione comunale della città di Glasgow, per la progettazione di un nuovo centro d’arte nel quartiere Easterhouse. Vincitore della competizione, il loro progetto rispose all’esigenza di realizzare un nuovo campus culturale integrato con i già esistenti edifici del John Wheatley College e della piscina pubblica di Easterhouse.
The Bridge Arts Centre, così denominato per esplicitare il ruolo di connettore della comunità con le attività educative, ricreative e culturali che si prefigge di avere, comprende la piscina, la piattaforma del teatro e degli spazi associativi, la biblioteca e il College. Il complesso si innesta nell’interspazio compreso tra i due edifici esistenti della piscina pubblica e del John Wheatley College e si plasma sulla stretta area a disposizione accostando una semplice scatola a pianta rettangolare, che ospita il teatro, a un volume triangolare a doppia altezza, che contiene biblioteca, spazi culturali e sala di registrazione.
L’intervento, partito nel febbraio 2004 dopo un lungo iter d’approvazione durato quasi tre anni e conclusosi nell’estate del 2006, è stato commissionato dall’Assessorato alla cultura e al tempo libero del Comune di Glasgow, ma ha visto coinvolti, oltre al Campus del College, anche diversi enti pubblici culturali e sportivi, locali ed europei, nel ruolo di finanziatori.
Il coinvolgimento del Campus College ha consentito di organizzare in un unico contratto sia la realizzazione del nuovo edificio che la ristrutturazione del complesso delle piscine, permettendo un’agevole e omogenea trasformazione dell’intera area e creando un nuovo punto di riferimento per gli abitanti di uno dei quartieri residenziali periferici della città di Glasgow. L’obiettivo perseguito è stato quello di creare un nuovo concetto di edificio culturale, distante dalla tradizione, per incoraggiare e invogliare i cittadini ad avvicinarsi all’arte, a partecipare alla vita sociale e culturale della città, e per rivitalizzare il quartiere e stimolare la riqualificazione urbana dell’area intorno all’intervento.
Il Centro comprende quindi, oltre alla piscina ristrutturata e al College, un teatro con auditorium da 210 posti, trasformabile in spazio polifunzionale con una capienza di 650 persone, i servizi annessi (backstage, camerini e quinte), i laboratori, le aule studio e la sala da ballo, utilizzabili tutti anche come spazi polivalenti; la sala di registrazione, la caffetteria, gli uffici, le aree per i servizi (bagni, depositi) e la biblioteca comunale di quartiere, annessa al College in sostituzione della vecchia ormai dismessa.
L’edificio esplicita la volontà di fungere da connettore tra i due edifici esistenti: composto da due volumi giustapposti, ciascuno caratterizzato da specifiche scelte tipologiche e materiche, si sviluppa su livelli differenti connessi da comode rampe per collegare il College, la piscina e le strade pubbliche.
Il corpo centrale ha, infatti, tre ingressi: uno a sudovest, al primo livello, da cui si accede direttamente alla biblioteca, uno a nord-ovest, che connette la via Bogbain con il foyer del teatro al secondo livello, e un ultimo, sempre al secondo livello, lungo la facciata nord-est, che collega il parcheggio di pertinenza all’area d’accoglienza comune del teatro e della biblioteca. L’accessibilità e la visibilità sono quindi garantite da ogni lato per invogliare e invitare i passanti a entrare e a prendere parte alla vita culturale della comunità.
La hall d’ingresso principale, posta al primo piano, ospita la caffetteria e la reception e conduce direttamente all’auditorium e alla sala riservata ai corsi di danza e ginnastica. Da qui, si può raggiungere anche la biblioteca, che si snoda su una serie di terrazzamenti a quote differenti, ciascuno dedicato a sezioni tematiche diverse, tutti aperti e collegati da una rampa che raggiunge la sala lettura del piano terra. Da questa quota, poi, un’altra comoda rampa consente di salire al primo piano del College superando il dislivello esistente.
A completare i collegamenti, una passerella aerea di calcestruzzo armato lungo fronte sud-ovest del corpo a pianta triangolare consente, a chi entra dagli ingressi a nord e a chi si trova nel College, di raggiungere direttamente la saletta polivalente sopraelevata che sporge sopra l’ingresso sud.
Il corpo centrale del teatro è a pianta rettangolare con una forma molto compatta, grazie all’utilizzo di una struttura d’acciaio, di una copertura massiccia di calcestruzzo armato e al rivestimento di legno a doghe orizzontali, eseguito su tutte le parti opache e come schermatura delle poche aperture previste. Al di sopra del volume parallelepipedo, spiccano sei grandi camini che, oltre a segnalare la nuova presenza nel quartiere, consentono l’estrazione dell’aria, generando così una ventilazione naturale all’interno. Pensati come canne d’organo del grande strumento teatro, questi coni metallici possono anche essere scenari illuminati durante la notte.
Il corpo triangolare della biblioteca, invece, è leggero e completamente permeabile con facciate continue vetrate. La copertura è piana, sorretta da esili colonne circolari che scandiscono lo spazio interno open-space, e sporge aggettante sopra gli ingressi e i fronti vetrati liberi, definendone il volume. Un controsoffitto insonorizzante garantisce un buon comfort interno del grande volume indiviso. Lucernari apribili a calotta sferica sono collocati in corrispondenza dei pilastri e consentono un effetto scenografico di illuminazione zenitale e, grazie a un sistema integrato di riscaldamento a pavimento, la ventilazione naturale dello spazio interno.
Per le finiture di pavimenti e pareti sono stati utilizzati quasi esclusivamente cemento lucidato e intonaco. La scelta, infatti, di utilizzare linee essenziali e pochi materiali ha permesso una trattazione omogenea di tutte le superfici, siano esse opache o trasparenti, donando eleganza e rigore ai volumi.
Volume ligneo sospeso su chiusure trasparenti
L’edificio destinato a biblioteca è un corpo trasparente e permeabile: lo spazio interno è ben visibile sia dai fronti liberi, sia dai fronti in aderenza agli edifici preesistenti, grazie ai volumi-cuscinetto realizzati con copertura e tamponamenti continui di vetro a tutt’altezza. Le facciate trasparenti consentono di sfruttare al meglio la luce naturale per l’illuminazione interna anche durante il periodo invernale; la loro esposizione è poi controllata dalla presenza di un aggetto di gronda molto profondo. In corrispondenza del fronte sud-ovest è stata realizzata una scatola sopraelevata poggiante su esili colonne asimmetriche, a simulare una casa sull’albero, che si innesta nella facciata vitrea a doppia altezza sopra all’ingresso della biblioteca e che ospita la sala polivalente a disposizione anche della comunità.
Tale elemento, collocato in posizione tale da poter essere facilmente raggiungibile da ogni ambiente, spezza il ritmo pulito e regolare del fronte esterno e si relaziona con il più compatto corpo ligneo che ospita il teatro.
I corpi opachi sono caratterizzati da un isolamento a cappotto continuo su tutti i lati esterni, rivestito con doghe orizzontali di legno di larice siberiano che, posizionate lasciando un’intercapedine d’aria non stagna, permettono la microventilazione. Le doghe che rivestono le porzioni opache sono prolungate anche in corrispondenza delle aperture finestrate per schermarle dall’esterno e realizzare una sorta di elemento frangisole.
Anche la parete del teatro che confina con la biblioteca è rivestita interamente di legno, ma attrezzata con guide metalliche, perché pensata per ospitare le opere d’arte da esporre.
Illuminazione zenitale per le colonne della biblioteca
Il grande spazio interno definito dal corpo vetrato a pianta triangolare ospita la biblioteca. Per garantire ovunque un’illuminazione diffusa e omogenea e evitare che il soleggiamento infastidisca la lettura, gli architetti hanno scelto di schermare le facciate vetrate con gronde molto sporgenti e di aggiungere, in copertura, lucernari a calotta sferica che ritmano lo spazio.
La struttura d’acciaio portante del corpo di fabbrica è caratterizzata da colonne a sezione circolare e da un reticolo in copertura, che donano leggerezza all’intero volume della biblioteca.
I lucernari, prendendo spunto dal Crematorio Treptow di Berlino di Schultes e Frank, sono stati strategicamente posti in corrispondenza dell’innesto tra le colonne e l’orditura del tetto, così da creare una visione indefinita degli elementi strutturali che si perdono nella luce che li avvolge completamente.
L’immagine che si presenta a chi vive lo spazio dall’interno è quella di alberi stilizzati, di cui le calotte trasparenti dei lucernari rappresentano le chiome, come un etereo capitello di colonne portanti.
I lucernari sono tutti apribili automaticamente grazie al collegamento con il sistema centrale di gestione impiantistica per consentire la ventilazione e creare climatizzazione naturale, che estrae aria interna sfruttando la differenza di temperatura tra le quote inferiori, dove sono installati i sistemi di riscaldamento a pavimento, e l’aria esterna. Il policarbonato di cui sono composti, poi, regola e filtra la luce per evitare eccessivo irraggiamento.
Scheda progetto
Luogo: Glasgow, UK
Committente: Glasgow City Council
Progettista: Gareth Hoskins Architects LTD
Tempi progetto: Agosto 2001 - Maggio 2003
Tempi di realizzazione: Febbraio 2004 - Giugno 2006
Superficie costruita mq: 4140 M²