Situata sul Paseo dal quale prende il nome, uno dei viali più importanti di Città del Messico, Torre Reforma fa parte di un quartiere al contempo culturale, storico e finanziario. La sua posizione è strategica, circondata da importanti viali come il Paseo de la Reforma, l’Avenida Insurgentes, la strada più lunga di Città del Messico, e il Circuito Interior, un’autostrada urbana che collega i quartieri centrali della città, e all’ingresso del Parco Chapultepec; una zona “cerniera” della città, punto di svolta che ne sancisce la crescita in verticale. La sua particolare forma, che si rastrema verso l’alto, è il risultato di scelte architettoniche che richiamano le forme della tradizione e di regolamenti edilizi locali. L’edificio, circa 77.000 mq suddivisi in 57 livelli edificati su un terreno di 2.800 mq, è composto da due muri di cemento lasciati a vista alti 246 m che ricordano la forma di un libro aperto chiusi da una terza facciata in vetro con struttura metallica che affaccia sul Parco Chapultepec; i tre fronti disegnano la caratteristica forma triangolare della pianta. A Città del Messico, l’altezza consentita per un edificio è il doppio della larghezza della strada di fronte alla proprietà, in questo caso, Paseo de la Reforma. Tuttavia, le normative applicabili alla proprietà consentivano una densità molto maggiore: da un alto, i regolamenti circa la distanza dal confine, che non esisteva nelle edificazioni esistenti limitrofe, dall’altro la conservazione della “Casona” (un edificio residenziale risalente ai primi del Novecento edificato sul lotto e tutelato) che ha permesso di riutilizzare la sua area, infine, una diversa interpretazione della norma sulle altezze da parte del Segretario allo Sviluppo Urbano hanno fatto sì che Torre Reforma avesse un’altezza di 246 m e una facciata inclinata, a formare un perfetto triangolo isoscele, per rastremarne il volume a partire da 200 m di quota, consentendo il rispetto delle distanze e l’edificazione della volumetria consentita sull’area.

L’edificio, a completamento della primaria destinazione a uffici, dispone di una serie di servizi che includono impianti sportivi, spazi aperti e terrazze, bar e ristoranti, giardini, auditorium e sale riunioni comuni, oltre a un’area di parcheggio sotterraneo per oltre 1.000 veicoli; all’interno, un sistema robotico avanzato parcheggia automaticamente le macchine (per un totale di 400 posti), riducendo la quantità di spazio richiesto. Torre Reforma è suddivisa in quattro diversi blocchi funzionali, oltre al comparto superiore dedicato agli impianti, in modo che gli utenti accedano seguendo percorsi diversi secondo la destinazione: High (dal 41° piano) e Mid (dal 25° al 40° piano) Rise, serviti da un sistema di ascensori ad alta velocità e da una hall dedicata al 23° piano, Low Rise (dal 10° al 22° piano) servito da un sistema verticale con hall al piano mezzanino, e le aree dedicate agli impianti sportivi e alle funzioni commerciali ai primi piani con accesso stradale e nucleo ascensori dedicato. Nel grande atrio al piano terreno della Torre è stata integrata una casa storica dei primi del Novecento denominata “Casona”. Per consentire la costruzione della torre la casa è stata “temporaneamente spostata”: rinforzate le pareti e colata al di sotto una lastra di cemento per irrigidire le fondazioni, la casa è stata traslata di 18 metri per mezzo di un sistema binari. Dopo il completamento delle fondamenta, la casa è stata riportata alla sua posizione originale, sono stati scavati i livelli sotterranei e ha avuto inizio la costruzione fuori terra della Torre. Il progetto è frutto della collaborazione dello studio architettonico LBR & Arquitects con la società di ingegneria Arup che hanno lavorato in modo integrato per coniugare progetto architettonico, vincoli normativi ed esigenze strutturali. Partendo da una pianta triangolare, pensata nel rispetto dell’ispirazione progettuale e per adattarsi allo spazio disponibile sul lotto, e calibrata in modo che la torre, sottoposta a forti venti e sussulti simici, potesse tendere a una torsione in grado di annullare i rischio di crollo o danneggiamento, l’obiettivo principale dell’architetto Benjamín Romano è stato “zero colonne all’interno” per consentire uno spazio flessibile, adattabile, divisibile secondo le esigenze. Il fine è stato raggiunto interpretando le facciate come un elemento di costruzione “di frontiera”, un diaframma che separa l’interno dall’esterno con la capacità di integrare la funzione strutturale piuttosto che diventare un peso che avrebbe richiesto portanza, fondazioni e costi aggiuntivi per la costruzione.

Due muri di calcestruzzo armato a vista che ricordano la forma di un libro aperto sostengono e gestiscono i carichi dell’edificio, sono chiusi da una terza facciata trasparente appesa a una griglia di acciaio postesa a matrice diagonale che trasferisce i carichi sull’ossatura cementizia portante. La torre è organizzata, sia strutturalmente sia a livello funzionale, in quattordici cluster di quattro piani ciascuno che contengono patii a tripla altezza che affacciano su patii in quota aperti alla città, “edifici all’interno dell’edificio” che consentono agli utenti di interagire sia a scala urbana sia a scala più piccola, all’interno del proprio spazio di lavoro. Le pareti in cemento e i patii sono strutturalmente progettati per piegarsi rilasciando energia in caso di evento sismico, mentre il quarto livello di ogni comparto funge da cintura strutturale. “Ogni quattro piani, ci sono finestre alte il triplo rispetto alla misura standard” racconta l’architetto Benjamín Romano. “Questo sistema di vetrate, in grado di dissipare l’energia sismica, abbinato all’elasticità del cemento, garantisce elevata flessibilità ai muri”. A detta degli architetti, Torre Reforma è in grado di resistere per 2.500 anni ad ogni tipo di evento sismico. I muri di cemento a vista sono simboli potenti, influenzati dall’architettura messicana preispanica e coloniale: sono la struttura, l’architettura e il processo di costruzione sintetizzati. Le pareti variano il proprio spessore secondo l’altezza e la funzione statica, passando da 1.225 mm, nella parte più bassa e lungo la costola strutturale d’angolo più sollecitata, a 350 mm. Dal punto di vista della sostenibilità, Torre Reforma può vantare una serie di tecnologie che le hanno permesso di ottenere la certificazione LEED Platinum: un sistema di controllo automatizzato permette la ventilazione naturale incrociata nei patii e un impianto di refrigerazione ad alta efficienza concorre a contenere i costi per la climatizzazione, è attivo un sistema di gestione delle risorse idriche, dalla raccolta dell’acqua piovana al riutilizzo dell’acqua corrente, al trattamento avanzato delle acque reflue per eliminare i rifiuti solidi, oltre a un sistema integrato di controllo dei flussi, umani e veicolari, che riduce l’impatto sul consumo energetico complessivo.

Lo spostamento della Casona
Fa parte della proprietà una casa del 1929 storicamente tutelata. Il vincolo, ma anche l’intenzione da parte di LBR & Arquitects, di conservarla andava incontro anche a questioni volumetriche che avrebbero reso Torre Reforma economicamente più sostenibile, ma si rivelò subito problematico a causa di una normativa che prevedeva un elevato numero di parcheggi percui si rendeva necessario utilizzare il sottosuolo. La soluzione? Spostare la casa. “Gli inquilini della casa gestivano un bar-club e ci hanno permesso di tenere lì i nostri incontri di lavoro (…) Un giorno, ho osservato un vassoio della sera prima con bicchieri e bottiglie vuote. In quel momento ho capito che un vassoio simile poteva essere utilizzato per spostare la casa. Immediatamente abbiamo ordinato di scavare vicino alla fondazione per capire come avremmo potuto realizzare la piastra” racconta Benjamín Romano. Al di sotto delle fondamenta è stato così costruito un “vassoio” di cemento per contenere le murature esistenti. Le fondazioni della Casona sono state intagliate con un disco diamantato per far passare all’interno tondini d’acciaio in entrambe le direzioni a formare una lastra reticolare. I muri del seminterrato sono stati rinforzati con lastre di acciaio e, dove possibile, costruiti di nuovi a ulteriore irrigidimento. Per spostare l’edificio (circa 660 m2) è stato utilizzato un sistema a rotaie con il posizionamento martinetti idraulici computerizzati sotto il vassoio di irrigidimento. Per realizzare la fondazione di Torre Reforma è stato effettuato un primo spostamento di circa 18 metri verso nord per un periodo di nove settimane, il tempo necessario per scavare e costruire i muri di fondazione. Completati i lavori, la casa è tornata al suo posto, scorrendo per 18 metri verso sud. Solo dopo hanno avuto inizio gli scavi per la costruzione dei nove piani interrati con il sistema top-down. La costruzione dei piani fuori terra di Torre Reforma ha avuto inizio al completamento dei primi due livelli interrati: da quel momento la costruzione fuori e sotto terra è proseguita in parallelo. Questa soluzione, unica in Messico e approvata dalle autorità dell'Istituto Nazionale di Belle Arti (INBA) , è stata una delle innovazioni tecnologiche più importanti del progetto ai fini della conservazione del patrimonio per integrare edifici di valore storico con spazi futuri all’avanguardia per la città.

UNA LEGGERA STRUTTURA ANTISISMICA 
Città del Messico è una zona ad elevata sismicità ed i terremoti avvengono con frequenza: priorità nella progettazione della Torre, integrata con la società di ingegneria Arup, era garantire l’assoluta sicurezza della costruzione. Per prima cosa, le definizione della pianta a matrice triangolare, in grado di assorbire eventuali movimenti tellurici e la spinta del vento torcendosi senza provocare crolli. I muri di fondazione raggiungono i 60 metri di profondità, gettati con un flusso lento ma continuo per evitare possibili fessurazioni, e isolatori sismici sono distribuiti alla base. Il volume di Torre Reforma è definito da due muri di calcestruzzo lasciato a vista, disposti a libro aperto, con “una colonna vertebrale” (core) nella parte posteriore. Il “libro aperto” sostiene e gestisce i carichi e trasmette le sollecitazioni al terreno e ai muri di fondazione. La terza facciata, trasparente e ruotata di 45°, è formata da quattordici coppie di profili tubolari di acciaio postesi che trasmettono la risultante dei carichi verticali e orizzontali ai muri portanti e permettono l’assenza di colonne all’interno. La griglia di acciaio diagonale così formata suddivide la Torre in altrettanti cluster di quattro livelli ciascuno, con il quarto livello che funziona come una cintura strutturale. Le due facciate cementizie funzionano sia come spina dorsale ed elemento portante sia come elementi dinamici che consentono all'edificio di muoversi in sicurezza in caso di terremoto, grazie alla presenza di “vuoti”, di aperture a intervalli regolari che riducono la rigidezza dalla struttura aumentando la flessibilità dei singoli comparti. Il core interno contiene tutti gli spazi di servizio e i canali verticali deputati ai flussi, mentre la porzione di spazio antistante, libera da colonne, ospita le funzioni pubbliche che si affacciano sul Parco Chapultepec.

SINERGIA DI SCELTE SOSTENIBILI PER LA MASSIMA EFFICIENZA
Il design delle facciate di Torre Reforma, con aperture automatizzate per la ventilazione incrociata dei cluster nei fronti massicci in cemento armato e schermature orizzontali metalliche a protezione del fronte vetrato (realizzato con lastre stratificate a riflettanza variabile lungo l’altezza), minimizza l’incidenza della radiazione solare riducendo la richiesta energetica per il raffrescamento. La domanda complessiva dell’edificio viene generata con tre refrigeratori (più uno extra aggiuntivo) che garantiscono un servizio 24/24 ore per sette giorni a settimana. Inoltre, un impianto di raffreddamento ad alta efficienza utilizza lo stoccaggio del ghiaccio per ridurre i costi operativi e mantenere il raffreddamento anche dopo un’interruzione di corrente. La soluzione prevede una riduzione del 25,4% del consumo energetico rispetto a edifici simili a Città del Messico. Ognuno dei quattordici cluster in cui è suddivisa la Torre funziona con un proprio sistema impiantistico (MEP) compartimentato per consentire l’efficienza dei flussi. I generatori sono stati progettati per fornire energia a 23.000V in modo da consentire di utilizzare una seconda rete elettrica (ridondante) in caso di caduta di tensione in città; sono stati installati sei trasformatori distribuiti lungo tutta la torre per convertire la tensione a 480V e altri quattordici trasformatori più piccoli installati in ciascun cluster per convertire i 480V a 220V, riducendo al minimo l’area verticale del condotto e massimizzando l’efficienza elettrica. All’interno dell’edificio, gli ascensori per Low, Mid e High Rise (per un totale di trentasei impianti) sono separati per ottimizzare il flusso degli utenti, ma condividono lo stesso vano di servizio nel core della torre per massimizzare l’efficienza; possono essere, inoltre, utilizzati in caso di incendio grazie a pozzi pressurizzati e aree sicure su ogni piano che servono anche le scale di emergenza. Infine, i due parcheggi robotizzati per 400 auto hanno un basso impatto ambientale perché durante le manovre non vengono emessi fumi tossici e lo spazio non ha bisogno di essere illuminato o ventilato.

Scheda progetto
Structural design, facilities and LEED certification process: Arup
Local engineering: Ditec, CYVSA, Uribe Engineers, Garza Cuellar Engineers, HEG and Civita
Anno di costruzione: 2008 - 2016
Total gross floor area: 2,788.21 mq
Total built square area: 77,052.93 mq
Height to top: 246 m
Levels: 57
Photos:Alfonso Merchand

Arketipo 144, High-rise, gennaio/febbraio 2021