La nuova sede del Registro delle Proprietà di Vigo, un comune della Spagna nord- occidentale situato nella provincia di Pontevedra (Galizia) è opera degli architetti Jesús Irisarri Castro e Guadalupe Piñera Manso e uno dei progetti vincitori della XIII edizione della Biennale spagnola di Architettura e Urbanistica. Un progetto di recupero a diverse sfumature, curioso e affascinante, chiamato a rispondere a una serie di specifici obiettivi, quali: la realizzazione di un edificio unitario e organico, con spazi liberi e flessibili, il rispetto della connessione con l’orogrfia del luogo e le connessioni tra edificio/città pubblica, la valorizzazione dell’esistente e della sua memoria e la ricerca di soluzioni tecnologiche e costruttive in grado di rispettare le normative e le esigenze delle nuove funzioni nel pieno rispetto delle parti storiche. Nello specifico, questo nuovo edificio pubblico è il risultato di un’aggregazione di quattro edifici preesistenti disposti a cortina in un isolato nel centro storico della città, chiamato a ospitare spazi per uffici e archivio. Esso si caratterizza per essere un chiaro esempio di recupero e riuso edilizio, dove il vecchio e il nuovo convivono in un rapporto dialettico tra passato e presente, forma e materia; un’architettura “schietta” dove gli architetti valorizzano ogni loro azione senza mai negarla, ma piuttosto rendendola chiaramente visibile. Infatti, tutte le opere di consolidamento e le nuove porzioni di calcestruzzo armato non vengono mascherate ma sono progettate per essere elementi di valorizzazione del progetto, in grado di completare e di dare nuova vita a edifici che, nel tempo, hanno perso il loro significato. La volontà progettuale degli architetti spagnoli è stata improntata alla ricerca di un’organizzazione edilizia unitaria di quattro edifici con caratteristiche stilistiche, funzionali e distributive differenti. Il risultato ottenuto è un’opera architettonica rinnovata, in grado di accogliere le esigenze della nuova funzione, che restituisce un senso di unità, ma senza perdere di vista le caratteristiche che contraddistinguono i singoli edifici e la loro conformazione urbanistica a cortina.

Il progetto prevede tre tipologie di interventi: recupero con opere di consolidamento dell’esistente, rifunzionalizzazione degli spazi e aggiunta di nuove addizioni superficiali e volumetriche a completamento dell’intero complesso. Un processo che seleziona e valorizza le azioni di conservazione e di nuove aggiunte mettendo in comunicazione i diversi edifici attraverso la corte centrale permettendo così una continuità fisica e visiva tra manufatti precedentemente indipendenti. I singoli edifici erano caratterizzati infatti da sviluppi in altezza con piani impostati a quote diverse, ciò dovuto anche alla conformazione planimetrica del sito. Gli architetti hanno sfruttato la corte come un nuovo elemento di connessione che segna l’ingresso e permette l’orientamento nel nuovo complesso: collegamenti verticali e un sistema di passerelle in quota consentono la continuità su tutti i piani e raccordano i diversi livelli, conferendo dinamicità e movimento all’architettura. Il progetto mira a una distribuzione spaziale flessibile, facilmente adattabile alle esigenze della nuova funzione, mantenendo come spazi chiusi solo gli archivi o i locali tecnici. Un progetto aperto dunque, dove gli spazi comunicano tra loro, non solo fisicamente, ma anche visivamente grazie alle facciate vetrate che si affacciano sulla corte. Attraverso questa soluzione, l’esistente non viene snaturato, rispettando tutte le forometrie e le aperture, soprattutto per i prospetti su strada che rispettano la memoria del passato, mentre all’interno, linee semplici e volumi puliti restituiscono un’immagine unitaria.

Dal punto di vista distributivo, il nuovo complesso si sviluppa su cinque livelli. Ogni piano ospita uffici, sia strettamente amministrativi sia per la ricezione del pubblico, e archivi. Vi sono poi spazi tecnici e funzionali all’intero edificio, servizi, aree ristoro e una sala riunione localizzata all’ultimo piano. Oltre all’ingresso principale su calle Real, il progetto ha previsto un secondo accesso su calle Alta che permette all’utente di entrare al primo livello. L’approccio che adottano i progettisti è quello di pulizia ed eleganza, sia verso l’esistente sia verso le nuove aggiunte. Le facciate storiche vengono ripulite, la geometria mantenuta ben visibile dall’esterno e valorizzata nelle sue linee principali. La soluzione per i nuovi serramenti, per esempio, è pensata in modo che il telaio non sia letto dall’esterno ma solo internamente, e posato in modo da massimizzare l’apporto luminoso. I prospetti sulla corte invece prevedono una facciata di vetro con pannelli apribili e oscuranti verticali, in grado di regolare il comfort interno. Grazie all’idea di delocalizzare in determinati punti i servizi, gli archivi e gli spazi tecnici, i progettisti sono riusciti a creare a ogni piano un layout distributivo flessibile, con spazi aperti, dove pareti mobili, tramezzature con altezze inferiori rispetto all’altezza dell’interpiano, divisori vetrati o semitrasparenti possono frazionare le diverse aree, creando luoghi più raccolti per ciascuna funzione.

LA CORTE INTERNA RINNOVATA
La corte interna è il cuore del nuovo edificio pubblico per la sede del Registro delle Proprietà di Vigo, il comune denominatore a quattro edifici storici che entrano tutti in relazione diretta con questo spazio, chiuso e protetto dalla città pubblica, che porta l’utente in un’altra dimensione rispetto a quello che può percepire dall’esterno. Oltre a comunicare l’unità fisica e visiva dell’edificio, questo spazio, seppur di dimensioni ridotte, trasmette la sensazione di un continuum con i vari livelli dell’edificio grazie alla realizzazione di una nuova facciata vetrata che permette la visibilità e il rapporto dialettico tra interno ed esterno. Un intervento basato su elementi semplici e geometrie pulite, che si distinguono ma senza contrastare con le parti dei manufatti storici ben visibili. Una facciata caratterizzata da linee orizzontali che marcano i diversi livelli ed elementi verticali che conferiscono dinamicità e ritmicità a tutti i prospetti. Serramenti in legno di cedro, opportunamente trattato per resistere alle condizioni esterne, sono fissati ai solai di ciascun piano. Per contenere i disturbi visivi, regolare l’apporto illuminotecnico e la ventilazione degli ambienti interni, gli architetti hanno progettato una struttura a lamelle verticali posizionata anteriormente alla facciata vetrata. Un sistema oscurante modulare, scomposto in pannelli apribili e/o scorrevoli, con la dimensione dell’interpiano. Le lamelle verticali, montate sul telaio di acciaio, sono realizzate in listelli di legno fissate su un profilo angolare.
Nel cuore della corte si trova inoltre il nuovo nucleo di collegamento verticale, realizzato con struttura portante di calcestruzzo armato. Esso è costituito, oltre che da scale e ascensore, da un sistema di passerelle che permettono la distribuzione e la continuità dei vari livelli attraverso l’introduzione di alcuni gradini a compensare le differenze di quota.

ADDIZIONI RISPETTOSE DELL’ESISTENTE
Il progetto dello studio Irisarri Piñera è manifesto di come l’architettura del passato e del presente possano convivere attraverso un intervento ben calibrato, che consenta di leggere il prima, quale testimonianza storica da conservare e tramandare, e il dopo, come realtà che permette uno sviluppo futuro. I materiali aggiunti, come il calcestruzzo armato, il vetro e il metallo rispettano la materia storica, la pietra, attraverso una progettazione attenta dei dettagli tecnologi. Nei nodi e nelle intersezioni tra esistente e porzioni aggiunte, i materiali e i diversi componenti si leggono distintamente grazie a giunti dalle geometrie semplici e pulite. I solai di nuova realizzazione, le facciate delle parti del complesso che si rivolgono sulla corte interna, i sopralzi che si leggono dai prospetti su strada, i serramenti con i nuovi imbotti, così come le tramezzature interne sono tutti interventi in grado di essere immediatamente percepiti come elementi “nuovi” che non creano disturbo all’esistente; un accostamento compatibile, dove ogni parte rispetta sé stessa ritrovando un’immagine complessiva rivalorizzata sotto il profilo architettonico, funzionale e tecnologico. Da un punto di vista strettamente strutturale, il progetto ha previsto il consolidamento delle murature perimetrali esistenti. I solai, realizzati in calcestruzzo gettato in opera (piano con la texture delle casseformi a vista per l’ultimo solaio di copertura e con costolonature ben marcate che conferiscono un certo carattere all’intervento per tutti gli altri piani), sono progettati per assolvere il carico maggiore di tutto l’edificio. I giunti strutturali tra il vecchio e il nuovo sono ben studiati e non mascherati, in base alla filosofia “schietta” del progetto secondo cui ogni elemento deve funzionare per quello che è stato progettato, senza controsoffitti o strutture che vadano a coprire l’intervento.

Scheda progetto
Architectural design and clerk of work: Irisarri Piñera
Proprietà: Regisvigo SLU
Construction period: 2013 - 2015
Area: 2.979 mq
Costo: 3.014.200 €
Localizzazione: Vigo, Spain
Progetto architettonico e direzione lavori: Irisarri Piñera - Jesús Irisarri Castro and Guadalupe Piñera Manso
Proprietà: Regisvigo SLU
Progettazione strutture: Antonio Reboreda
Progettazione impianti: Quicler- López Ingenieros
Project manager: Artelia Spain Concorso: 2008
Progetto: 2012
Impresa principale: San José
Site manager: Maria Seoane
Site supervisor: Jesús Louzao
Responsabile sicurezza: Antonio Carvallo Couñago
Photos: Hector Santot Diez

Arketipo 115, Recupero, Ottobre 2017