Acqua

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Serena Groppo

L'acqua da utilizzare nella produzione di malte e cls deve essere pura, limpida, dolce; non contenere cioè sostanze organiche, grassi, limi, argille, acidi organici, sali. In particolare non deve contenere nitrati e cloruri in misura superiore al 5%, né solfati in misura superiore all'1%.
Le impurezze producono una scadente qualità del conglomerato, che si manifesta con una presa difficile e, ad indurimento avvenuto, con la comparsa di macchie ed efflorescenze.
La presenza dell'acqua nel calcestruzzo è indispensabile per determinare la reazione di idratazione del cemento (la presa), e per 100 kg di cemento è sufficiente una quantità d'acqua di circa 30 litri. Affinchè il calcestruzzo sia lavorabile è necessario che la quantità d'acqua sia aumentata fino ad ottenere un calcestruzzo che abbia fluidità per essere lavorato; quindi la quantità d'acqua deve essere superiore al minimo necessario a garantire la presa. Tutte le acque naturali, anche quella marina, possono essere utilizzate per il calcestruzzo.

Il limite per le acque torbide è di 2 g per litro, mentre non sono adatte le acque degli scarichi industriali e civili, o che contengono oli, grassi e zuccheri; nel caso in cui venga usata acqua calda, la temperatura non deve superare i 60°C.
L'eccesso di acqua negli impasti provoca una notevole riduzione della resistenza meccanica (effetto di dilavamento), aumento del ritiro del calcestruzzo (fessurazione della massa), stratificazione degli inerti (gli inerti più grossi e pesanti si depositano sul fondo, mentre quelli più fini sono trasportati in superficie dall'acqua, determinando una diminuzione di omogeneità dell'impasto).

La quantità d'acqua è definita tramite il rapporto acqua/cemento, questo è circa di 0.30/0.40%, valore che garantisce resistenza e lavorabilità.
Per quanto riguarda il dosaggio in cemento, poichè a parità di contenuto d'acqua le resistenze crescono proporzionalmente al dosaggio, è conveniente aumentare il cemento e ridurre la quantità d'acqua. A ciò si può ovviare utilizzando appropriati additivi che permettono di ridurre la quantità d'acqua d'impasto, scegliendo con cura granulometrica povera di elementi fini ed operando una buona vibrazione dopo la messa in opera.

Bibliografia:
B. De Nicolo, Materiali da costruzione sperimentazione e normativa, Francoangeli, Milano, 1998
AA.VV., Manuale di progettazione edilizia, Hoepli, 1999