Bahnhof Wilhelmshoehe  

Progettista: Andreas Brandt, Rudolf Böttcher
Committente: Deutsche Bahn AG
Destinazione d'uso: stazione ferroviaria

La nuova stazione per treni ad alta velocità costruita al margine del centro storico di Kassel è situata lungo la Wilhelmshöher Allee, l'importante asse che collega la città bassa al castello barocco e ai suoi ampi giardini situati sul colmo di una collina. La costruzione del nuovo fabbricato ferroviario in questo quartiere leggermente decentrato ha la funzione di deviare dal centro storico cittadino il traffico normale e ad alta velocità e, al contempo, di creare un nuovo centro urbano che ricucia, all'altezza dell'importante asse barocco alberato, i due lembi di città separati dalla ferrovia. L'intervento ha inaugurato in Germania un periodo di grande fermento culturale legato al ripristino dell'immagine delle maggiori stazioni esistenti e delle aree urbane confinanti. Tale fermento è sfociato in una lunga serie di concorsi per la ricostruzione o il restauro di numerosi fabbricati ferroviari e la riqualificazione di interi quartieri nelle zone urbane limitrofe. A causa della crisi attraversata dalla Deutsche Bahn nel corso degli anni Novanta, all'ora attuale la stazione per treni ICE di Kassel rimane uno dei pochi nuovi edifici ferroviari effettivamente realizzati. Rispetto al progetto concepito da Andreas Brandt, Yadegar Asisi e Giovanna Signorini per il concorso del 1982, numerosi sono i cambiamenti presenti nell'edificio realizzato. La leggera passerella posta sopra i binari, di collegamento dei due corpi di testata, ha assunto la forma di un lungo edificio che si riallaccia ai fabbricati degli isolati adiacenti. Le zone di servizio e d'attesa dei viaggiatori, i negozi e le biglietterie sono contenuti in quest'edificio-ponte che scavalca la ferrovia con un unico corpo di fabbrica dalla forma estremamente semplice, di un'altezza di due piani e di una lunghezza di 200 metri. Il passaggio delle linee ferroviarie che formava uno spazio vuoto tra le due piazze è colmato da una piattaforma. Sopra tale superficie una selva di pilastri sostiene, a 16 metri d'altezza dal suolo, una leggera tettoia rettangolare che richiama, enfatizzandola, la loggia-atrio triangolare del vecchio progetto. Questo spazio accoglie la stazione dei tram e degli autobus e inquadra tra le file di pilastri regolari i percorsi pedonali e le zone d'accesso al fabbricato viaggiatori. La zona dei binari e dei marciapiedi rimane sul retro, posta al livello inferiore. Come nel primo progetto, e malgrado i significativi cambiamenti effettuati, la stazione si rivela come una somma di più parti, ciascuna con la propria autonomia figurativa: il grande loggiato che occupa la parte centrale dello spazio urbano antistante la stazione; l'edificio-ponte concepito come uniforme fondale della piazza; le tettoie di copertura dei marciapiedi e i binari raggiungibili attraverso scale e rampe poste all'altezza del fabbricato viaggiatori.
Nell'edificio-ponte la struttura portante in ferro è lasciata a vista e organizza lo spazio secondo un ordine geometrico semplice e razionale. Le due zone destinate ad atrio degli arrivi e delle partenze, separate tra loro da uno spazio commerciale, presentano un volume unico dotato di ampie vetrate e di un percorso pedonale in quota raggiungibile da una scala elicoidale. La volta di copertura dell'intero fabbricato, ad arco ribassato, è leggibile sia all'interno di questi due grandi volumi sia lungo la galleria dei passeggeri che occupa la parte retrostante dell'edificio e si apre sulla zona dei binari. I ristoranti e i servizi per i viaggiatori sono collocati in appositi moduli che si affacciano sulla piazza e sono separati da quest'ultima da un lungo porticato. Le pareti dei negozi e dei servizi riprendono, all'interno dell'edificio, il disegno e i materiali della facciata esterna, creando in questo modo una forte continuità tra lo spazio urbano e lo spazio interno della stazione.
Organizzata come una sequenza di elementi autonomi, la stazione di Kassel Wilhelmshöhe crea con la propria loggia-atrio e il suo ordine gigante di colonne un nuovo luogo dalla forte identità architettonica e urbana. L'edificio rinvia, attraverso un rapporto analogico, ad altri luoghi tipici dell'architettura dello spazio pubblico all'aperto, quali le antiche logge dei mercati, e si riallaccia alla tradizione delle stazioni ottocentesche enfatizzando una delle parti che la caratterizzano: la vasta galleria in ferro qui trasformata in una moderna sala ipostila.

Estratto da: STAZIONI - architetture 1990-2010

												Dettaglio della planimetria generale
Sezione della pensilina d'ingresso alla stazione